La doppia cifra fa rumore, ma non basta. Perché Arturo Coello e Agustin Tapia non si accontentano mai, e dopo una settimana – quella del mondiale – vissuta da avversari, sono tornati l’uno a fianco all’altro per il P1 di Dubai, riprendendo da dove avevano lasciato al Major di Parigi. Al Roland Garros si erano presi il decimo titolo stagionale, mentre negli Emirati Arabi Uniti hanno fatto undici e allungato una statistica per certi versi ancora più significativa, cioè quella dei titoli consecutivi. Sono diventati sei, peraltro tutti conquistati a spese (in finale) della coppia Galan/Chingotto, i quali per un periodo si erano illusi – e avevano illuso – di poterli spodestare dalla vetta del ranking mondiale, ma poi sono stati prontamente riportati alla realtà.
Lassù ci possono stare soltanto Arturo e Agustin ed è giusto sia così, come ribadito dal 6-4 6-3 in 72 minuti col quale hanno risolto l’ennesima finale, allargando ulteriormente il gap nei confronti degli inseguitori. Non solo giocano meglio di tutti gli altri, ma funzionano alla perfezione come coppia e promettono di ritoccare tanti record, scomodando persino il paragone col duo Diaz/Belasteguin, imbattibile (o quasi) per anni e anni. In nemmeno due stagioni si sono già presi qualcosa come 26 titoli insieme e la conta non è ancora terminata, con altri quattro appuntamenti da giocare (il primo la prossima settimana, a Kuwait City) prima del termine del 2024.
Detto del dominio di Coello/Tapia, il P1 di Dubai resterà però soprattutto il torneo dell’atteso ritorno al successo di Delfi Brea e Bea Gonzalez, finalmente di nuovo capaci di conquistare un titolo a quasi sei mesi dal precedente, l’appuntamento paraguaiano di Asunciòn dove chiusero uno splendido poker. Poi, da allora è arrivata una piccola crisi seguita dai ripetuti problemi fisici della Gonzalez, che finalmente sembrano alle spalle. La “perla” è tornata in campo in occasione del mondiale vinto con la Spagna e alla prima occasione nel circuito Premier Padel ha riconquistato il titolo, dimostrando che la coppia ha ancora (e fa bene) ambizioni da numero uno.
Le hanno fatte vedere soprattutto nella semifinale contro le attuali leader Paula Josemaria e Ari Sanchez, domate per 6-4 4-6 6-3 in un sabato carico di sorprese, con l’eliminazione una dopo l’altra delle prime due coppie del seeding. A fare fuori le n.2 Triay/Fernandez ci avevano invece pensato le giovanissime Andrea Ustero e Alejandra Alonso, ormai sempre più competitive ad altissimi livelli, tanto da diventare – a 35 anni in due – la più giovane coppia della storia ad arrivare in finale. Nel match decisivo alle due enfant prodige spagnole è mancato qualcosina e si sono arrese per 6-2 6-3, ma in fondo sarebbe stato strano il contrario.
Rimane il fatto che le due spagnole continuano a bruciare le tappe e sembrano decisamente pronte a conquistare un posto fra le teste di serie, fattore tutt’altro che banale visto che permetterebbe loro di evitare primi turni durissimi come quello che le attende in Kuwait, dove se la vedranno subito con Sanchez/Josemaria. Quanto a Brea/Gonzalez, il loro ritorno al successo non può che essere una bella notizia per l’intero circuito, che ritrova una coppia fortissima, amata e un tantino più credibile rispetto alle altre se si guarda alla potenziale lotta – rimandata al 2025 – per la testa della classifica mondiale.