Bufera doping su Filippo Magnini: chiesti 8 anni. Il nuotatore: "Indagine vergognosa"
Il nuotatore è stato deferito per favoreggiamento, consumo e somministrazione di sostanze contraffatte. Sarà giudicato a settembre insieme a Michele Santucci
Otto anni di squalifica per doping. E' questa la richiesta shock della Procura antidoping nei confronti di Filippo Magnini. Il celebre nuotatore azzurro è indagato dall’antidoping per la presunta violazione degli articoli 2.2 (uso o tentato uso di sostanze dopanti) e 2.9 (favoreggiamento) del Codice mondiale della Wada, e per somministrazione o tentata somministrazione di sostanza vietata (articolo 2.8).
Il presunto commercio di sostanze dopanti dalla Cina
L'indagine ruota attorno a un presunto commercio di anabolizzanti e sostanze contraffatte provenienti dalla Cina. Filippo Magnini era stato ascoltato dai procuratori della Nado (National Anti-Doping Organizations) Italia il 30 ottobre 2017 "Abbiamo chiarito tutto, ma non possiamo parlare", disse il nuotatore. C'è stata poi un'altra audizione l'11 aprile 2018. Ora la pesante richiesta di squalifica che compare nel deferimento (emesso il 5 giugno), notificato anche alla Fin e alla società di appartenenza.
Sarà giudicato a settembre
Più lieve la richiesta per Michele Santucci, collega di "Re Magno" ed ex compagno di Nazionale. A Santucci è stata contestata la violazione del solo 2.2 del codice Wada e chiesti 4 anni. Saranno giudicati, non prima di settembre, dalla prima sezione del Tribunale di Nado Italia, presieduta da Adele Rando. Confermata la totale estraneità di Federica Pellegrini.
"E' un'evidente ingiustizia"
"Dopo tutta la collaborazione prestata nelle indagini in questi otto mesi di strazio per me, leggo - spiega
Magnini in una dichiarazione - il mio nome ancora sbattuto in prima pagina accostato alla parola doping nonostante, ripeto, la Procura della Repubblica di Pesaro abbia già chiuso il caso dichiarandomi totalmente estraneo ai fatti. Dopo otto mesi di silenzio, oggi, la mia anima ribolle perché questa indagine è vergognosa - aggiunge l'ex iridato - e perché la conclusione, che la Procura antidoping ha fatto propria su fatti che ho circostanziatamente smentito e ri-smentito, è l'essenza dell'ingiustizia più evidente". "Al momento opportuno e nelle sedi preposte - fa sapere l'ex azzurro - tramite i miei legali, porterò alla luce le gravi manomissioni e il tentativo di muovere a mio carico accuse prive di fondamento che hanno caratterizzato questa indagine-farsa a mio danno".