"Muso" show senza lieto fine: l'Italia dei giovani infiamma Parigi

Se il pubblico del Philippe Chatrier scandisce il nome di un teenager di Carrara, vuol dire che è in corso qualcosa di speciale. Quel qualcosa di speciale è la riapparizione al Roland Garros di Lorenzo Musetti un anno dopo gli ottavi di finale contro Novak Djokovic, dopo i due set migliori della sua carriera prima della tensione, dei crampi, del ritiro.
Dopo la vittoria di Jannik Sinner, Musetti è sceso sul Philippe Chatrier per il primo turno di lusso del torneo, in sessione serale. Rientrato dopo l'infortunio sofferto a Madrid e dopo tre settimane di stop, Musetti ha di nuovo incantato per due set. Ma di nuovo, pur contro un avversario diverso, non è bastato: Stefanos Tsitsipas ha cambiato marcia e musica, ha rifiutato la sconfitta risalendo fino al successo. Il greco, che aveva battuto un Musetti fisicamente provato in semifinale ad Acapulco l'anno scorso e gli aveva riservato complimenti non di facciata, ha chiuso 57 46 62 63 62.
L'azzurro parte sotto 1-4 poi qualcosa si sblocca. Il rovescio lungolinea canta, il diritto gli regala cinque vincenti più di Tsitsipas nei primi due set. La terra rossa sarà sempre il suo mondo, il contesto in cui può manipolare il tempo per allargare gli spazi con quel suo tennis armonico, classico, rotondo come si direbbe di un vino che accarezza il palato, che avvolge con equilibrio.
E' la sensazione che il tennis di Musetti scatena in Tsitsipas, ingolfato in questa sera fredda e umida, poco efficace con il servizio e il diritto, in difficoltà nell'arginare i rovesci lungolinea del carrarino.