Il dramma di Bortuzzo: il nuotatore ferito a Roma non potrà più camminare. Ma c'è una speranza
L'atleta presenterebbe una "completa immobilità degli arti inferiori". I medici: "C'è una lesione midollare completa". Non è ancora fuori pericolo

Il nuotatore Manuel Bortuzzo non potrà più camminare a causa di "una lesione midollare completa". Il nuotatore 19enne è stato ferito a Roma da colpi di pistola nella notte tra il 2 e il 3 febbraio all'Axa, nel quadrante sud di Roma. Al momento lo scambio di persona rimane l'ipotesi più accreditata. Gli investigatori della squadra mobile stanno cercando di acquisire dettagli utili per risalire ai due uomini a bordo dello scooter che hanno aperto il fuoco contro il ragazzo.
"Non può esserci una ripresa funzionale del movimento delle gambe"
"C'è una lesione midollare completa. Questo purtroppo vuol dire che al momento consideriamo che non possa esserci una ripresa funzionale del movimento delle gambe", ha detto il professore Alberto Delitala, direttore del Dipartimento di Neuroscienze del San Camillo di Roma. "La possibilità di riacquisto del movimento delle gambe con le conoscenze mediche attuali non è possibile" ha aggiunto il medico. Manuel presenterebbe una "completa immobilità degli arti inferiori". La famiglia del ragazzo è già al corrente della situazione. "Il padre è stato informato fin dal primo momento del forte rischio che il midollo potesse essere danneggiato" ha spiegato Delitala.
"Ancora qualche giorno per considerarlo fuori pericolo"
"Non si può ancora sciogliere la prognosi perché siamo troppo vicini all'intervento che è stato molto complesso e multidisciplinare", ha spiegato Emiliano Cingolani, anestesita e responsabile Centro Rianimazione 1 del San Camillo. "Dobbiamo aspettare ancora qualche giorno per considerarlo fuori pericolo perché le complicanze sono ancora possibili in questa fase. Il proiettile ha trapassato il polmone per fermarsi alla vertebra" ha aggiunto. "I parametri cardiocircolatori sono stabili, è ancora sedato e sottoposto a ventilazione meccanica. Se il decorso continua senza complicanze pensiamo nei prossimi giorni di tentare la riduzione della sedazione e un risveglio del ragazzo" ha detto Cingolani. I medici hanno spiegato di aver ridotto in alcune fasi la sedazione e che "il ragazzo si risveglia ed è capace di entrare in contatto con l'ambiente" hanno spiegato.
La Federnuoto: "Speriamo in un miracolo"
"Speriamo in un miracolo, chiediamo il massimo rispetto per la privacy e confidiamo nell'operato delle forze dell'ordine e della magistratura affinché consegnino alla giustizia i responsabili del vile agguato avvenuto nella notte tra sabato e domenica". Così il presidente della Federnuoto Paolo Barelli. "Bisogna continuare ad essere fiduciosi e a lottare - sottolinea il n.1 della Fin lasciando l'ospedale San Camillo - Intanto sento doveroso ringraziare anche a nome di papà Franco, di mamma Rossella e dei fratelli Michelle, Jennifer e Kevin l'ospedale San Camillo, le forze dell'ordine e tutti coloro che stanno inviando messaggi di affetto e solidarietà Continueremo ad offrire la migliore assistenza possibile al giovane Manuel e alla sua famiglia - conclude Barelli - e auspichiamo che questo dramma possa diventare un monito per un futuro diverso. Una serata tra amici non può trasformarsi in tragedia".
La speranza
Anche se, come indicato dai medici che lo hanno curato, con le conoscenze attuali non è possibile che Manuel Bortuzzo, il ragazzo ferito in una sparatoria a Roma, torni a camminare, in un futuro non lontano potrebbero arrivare nuove terapie, ora sono solo in fase di studio, in grado di fargli riprendere almeno qualche movimento. Lo afferma Marco Molinari, direttore del Centro Spinale dell'Irccs Santa Lucia di Roma ."Premetto che possiamo parlare solo in generale, non avendo a disposizione i dati specifici del paziente, ma questo è un momento estremamente interessante per la riabilitazione. Detto questo il ragazzo deve prima di tutto lavorare per ottenere la migliore vita possibile con la sua condizione, prendere coscienza della malattia e delle autonomie che sono comunque raggiungibili. Una volta ottenuto questo non deve perdere la speranza, perchè nella ricerca in questo settore le novità e le scoperte arrivano con ritmo di mesi, neanche di anni".
Gli studi
Al momento ci sono diversi gruppi nel mondo che stanno cercando il modo di far riguadagnare i movimenti a chi subisce una lesione spinale. "Due gruppi principali in Usa e Europa stanno studiando un approccio multidisciplinare che si basa sia sulla fisioterapia che sulla neuromodulazione ottenuta con farmaci che stimolano la formazione delle fibre nervose con risultati molto promettenti. In Usa alcuni soggetti che avevano una lesione completa sono riusciti con un lavoro di un anno ad avere la ripresa di alcuni segni motori. Non hanno ripreso il controllo degli arti, ma è comunque qualcosa che poco tempo fa si pensava impossibile.
Gli interventi
Anche a Losanna si sta lavorando su un approccio simile, mentre noi siamo in collaborazione con l'università di Zurigo in un progetto che prevede di iniettare entro 28 giorni dal trauma un farmaco che aiuta la rigenerazione, siamo già alla fase 2 della sperimentazione sull'uomo. A questi, basati sulla rigenerazione delle fibre, si aggiungono altri tipi di intervento che prevedono invece la sostituzione delle funzioni del midollo, ad esempio con esoscheletri o altri dispositivi, anche questi molto promettenti e in fase di test, anche se ancora preliminari, sull'uomo. E' proprio questa la novità principale di questo periodo, finalmente dopo decenni di studio si sta passando dagli esperimenti in laboratorio e sugli animali a quelli sull'uomo".