La fuoriclasse del martello al fianco di Malagò al Coni. Momento storico per lo sport
La lanciatrice Silvia Salis è stata eletta vicepresidente vicaria del Comitato Olimpico. Un esempio di meritocrazia da seguire

Silvia Salis, una delle più forti lanciatrici del martello nella storia dell’atletica italiana, è stata appena eletta vicepresidente vicaria di Giovanni Malagò al Coni.
Ed è un momento storico, non solo perché Silvia è donna e atleta ed è donna e atleta anche la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport Valentina Vezzali, ma anche perché Silvia Salis è in qualche modo il maggior esempio di meritocrazia nella storia della politica sportiva. Una storia che la diretta interessata racconta a Tiscalinews, con la passione di chi crede in quello che fa.
Questa è un’intervista scritta, ma se potessi farvela vedere, capireste che non c’è niente di più bello di Silvia che parla di sport. E non solo.
La sua storia personale
Silvia Salis è la figlia del custode di Villa Gentile a Sturla, il campo di allenamento per tutti gli atleti genovesi ed è cresciuta a latte e atletica: “Fin da quando avevo tre anni e vivevo a soli tre metri dalla pista, ho sempre capito e saputo che la mia vocazione era quella, che la mia vita sarebbe stata l’atletica leggera”.
Quello che Silvia a tre anni non sapeva era che sarebbe diventata la miglior martellista della storia dell’atletica italiana, che avrebbe partecipato a due Olimpiadi, quella di Londra e quella di Pechino, e che sarebbe andata a un passo dalla terza, quella di Rio de Janeiro: “Eravamo in Sudafrica a preparaci a quella che sarebbe stata la consacrazione della mia carriera sportiva, ma mi infortunai e così saltai la mia terza Olimpiade”.

La seconda vita di Silvia
Ma, in qualche modo, come in “Sliding doors” o se restiamo alla cultura classica “ex malo bonum”, da quel dramma sportivo ed umano iniziò la seconda vita di Silvia.
Che, coincide anche con il racconto del fatto che il lancio del martello al femminile può essere una cosa diversa da quella che era fino al momento del suo arrivo.
Quando eravamo piccoli, il settore dei lanci al femminile era monopolizzato da russe e tedesche dell’Est che poi purtroppo le cronache ci raccontarono essere dopate con ormoni che ne limitavano la femminilità. Quando ero bambino venni colpito e sconvolto dalla storia di una pesista della Germania comunista che era stata talmente riempita di ormoni da dover essere ricoverata in una clinica psichiatrica perché andava in giro con una carrozzina e una bambola dentro, simbolo del figlio o della figlia che non avrebbe mai potuto avere dopo i drammatici trattamenti a cui era stata sottoposta per primeggiare nelle gare.
Silvia era il contrario di tutto questo.
Minuta, seppur altissima, e femminile in un mondo di muscoli da doping. E ricordo il primissimo servizio “glamour” di “Donna Moderna” sulle atlete eleganti e belle, di cui era una delle testimonial ante litteram: “Ricordo bene quel servizio – sorride oggi Silvia, che è diventata un’icona fashion nel frattempo – e anche tutti i successivi che mi piacciono moltissimo. E sapete perché? Perché ho sempre seguito i miei gusti e tutto ciò che mi piaceva, non c’è mai stato assolutamente nulla di forzato”.
E qui arriviamo a tante altre storie sull’attuale vicepresidente vicaria del Coni, che è quasi una definizione vivente dell’essere multitasking e sa fare tutto, di tutto e bene.

La passione per la scrittura
Ad esempio, scrive divinamente: “E’ una cosa che mi piace fare moltissimo. Sono stata corrispondente per “Il Foglio” ai mondiali di atletica leggera, ma amo moltissimo anche la mia rubrica settimanale sul “Secolo XIX” dedicata alla Sampdoria”. Ed è talmente forte la passione di Silvia per i colori blucerchiati che, persino al netto delle sue elegantissime sciarpette e pashmine con i colori “più belli del mondo”, Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, genoanissimi, l’hanno scelta come voce narrante sampdoriana, uguale e contraria a quella di Claudio Onofri per le partite del Genoa.
Ma, insomma, anche la scrittura è quasi l’ennesima dimostrazione del manifesto di vita di Silvia Salis: “Se qualcosa mi piace, lo faccio. E’ per questo che lei mi dice che sono multitasking. Semplicemente, faccio ciò che amo”.
Ama guidare tutte le auto
E fra ciò che ama c’è guidare, qualsiasi tipo di auto, utilitarie o potentissime, tanto da essere la migliore autista di suo marito Fausto Brizzi, il regista di “Notte prima degli esami” e di centinaia di altri film, certamente il più talentuoso del genere: “Fra me e Fausto, guido sempre io. Senza distinzione fra lunghissime percorrenze in autostrada o stradine tutte curve in montagna”.
E la coppia, quasi due Bonnie e Clyde delle buone idee, è in prima fila anche nella solidarietà, come quando hanno deciso di devolvere in beneficienza all’ospedale pediatrico Gaslini tutto il compenso per i cinque spot della Regione Liguria al Festival di Sanremo, scritti e realizzati proprio da Fausto Brizzi in location esclusive di Genova, dal Mercato Orientale alle chiesette dei vicoli, con Maurizio Lastrico come variabile indipendente.
La carriera nel mondo dello sport
Il resto è la storia dell’ingresso di Silvia nel mondo della politica sportiva, prima nella FIDAL, la federazione dell’atletica leggere e poi nel Consiglio Nazionale del CONI in rappresentanza degli atleti. Circostanza che l’ha portata a fare il pieno di voti alle elezioni della settimana scorsa e poi a diventare vicepresidente vicaria del Comitato Olimpico su proposta di Giovanni Malagò e poi votata plebiscitariamente dalla giunta.
“Sento moltissimo – racconta Silvia – l’onore e il privilegio di questo ruolo e, così come in moltissime altre cose, come l’attenzione ai più deboli e alla solidarietà, Giovanni è il mio modello assoluto”.
Anche perché mai un mandato è stato così importante: “Ci aspettano tre Olimpiadi, circostanza unica nella storia, ma anche il quadriennio che porta all’organizzazione dei Giochi Olimpici in Italia e anche e soprattutto la riorganizzazione del tessuto sportivo sul territorio. Il quaranta per cento delle società sportive ci dice che rischia di chiudere e noi lavoreremo per impedirlo. Così come dovremo verificare come e quanto possano aver pesato questi pesantissimi mesi sui ragazzi che si sono allenati con limitazioni pazzesche e sul movimento di base. Insomma, un compito da far tremare le vene ai polsi, ma anche entusiasmante”.
Peraltro, dal giorno dell’elezione di Silvia, Marcell Jacobs ha polverizzato il record italiano sui 100 metri, Antonella Palmisano ha vinto l’oro nella 20 chilometri di marcia agli Europei di atletica leggera, Lorenzo Sonego ha entusiasmato gli italiani agli Internazionali di tennis del Foro Italico e tanto altro.
“Diciamo che il mandato è partito bene”, sorride Silvia.
Che da oggi in poi girerà l’Italia come una trottola per portare a casa nuovi risultati e accendere nuovamente lo sport italiano.
“Tranquilli, la macchina la guido io”.