L'autopsia esclude il malore: a uccidere Noemi sarebbero state le buche di Roma
La stella 21enne del nuoto sincronizzato è morta venerdì scorso cadendo dallo scooter. L’Onvos: nessuna collisione, l’ipotesi è omicidio stradale

A uccidere Noemi Carrozza è stata una buca nell'asfalto. L’ autopsia sul corpo della stella 21enne del nuoto sincronizzato morta venerdì scorso in un incidente stradale sulla Cristoforo Colombo a Roma, parla chiaro: a farla sbalzare via dal suo scooter non è stato un malore improvviso, né l'impatto con altri veicoli, negato da chi ha assistito alla scena, una delle tante crepe del manto stradale che in questi mesi stanno trasformando Roma nel teatro di una strage.
Il precedente
La precedente giovane che aveva perso la vita mentre guidava sulle strade della Capitale si chiamava Elena e aveva 26 anni. Proprio la madre di Elena nei giorni scorsi ha scritto un messaggio ai genitori di Noemi: "Mia figlia è morta per le radici e buche sull'Ostiense il 6 di Maggio. Sentire di Noemi è stato un altro terribile colpo. Vi sono vicina. Sentiamoci. I nostri figli non possono continuare ad andare via così. Vi abbraccio con tutto il cuore".
Ipotesi omicidio stradale
La conferma che la giovane vita di Noemi è stata spezzata per colpa dell’asfalto dissestato arriva anche dal l'avvocato Piergiorgio Assumma, Presidente Onvos - Osservatorio Nazionale per la tutela delle Vittime di Omicidio Stradale. " Se autopsia esclude malore e collisione con altri veicoli, ipotesi è omicidio stradale. Alla luce di questo ritornerebbe ancora una volta all'attenzione pubblica il problema dello stato manutentivo del manto stradale sul territorio della Capitale che avrebbe fatto perdere a Noemi il controllo del mezzo. Questo sarebbe in linea anche con quanto riportato dai testimoni oculari dell'incidente.
Le responsabilità penali
"A questo punto - precisa Assumma - terminati gli opportuni rilievi sul posto, si potranno determinare le responsabilità penali. Se fosse confermato il dato secondo il quale il cattivo stato del manto stradale della Capitale sarebbe responsabile di almeno 50 vittime dall'inizio dell'anno, ciò rappresenterebbe, in diritto penale, una ipotesi di colpa grave". "L'Osservatorio da me guidato - conclude Assumma - ha tra i suoi principali obiettivi proprio quello di porsi come primo riferimento per le famiglie delle vittime di omicidio e lesioni stradali al fine di conoscere i propri diritti e valutare la costituzione di parte civile per il risarcimento del danno in sede penale".