Rugby: Riccioni "All Blacks sotto pressione, noi pronti a lottare"
"Dovremo essere attenti, accesi e pronti ad una grande battaglia fisica", dice l'azzurro ROMA (ITALPRESS) - Davanti ci saranno gli All Blacks e allora viene facile parlare di missione impossibile. Di sicuro, però, l'ItalRugby vuole giocarsela a testa alta e senza timori reverenziali, affrontando al massimo una sfida che vale già la qualificazione ai quarti della Rugby World Cup 2023. Gli azzurri hanno due "match point", il 29 settembre contro la squadra di Foster e il 6 ottobre con la Francia, mentre la Nuova Zelanda deve assolutamente vincere, altrimenti sarà matematicamente eliminata. Secondo Marco Riccioni, pilone destro della Nazionale azzurra, la partita con l'Uruguay ha dimostrato ulteriormente quanto questa Italia sia cresciuta. Adesso c'è da tentare l'impresa. Lui assicura di stare "bene. Ho pienamente recuperato dall'infortunio e le due partite con Namibia e Uruguay sono servite tanto per ritrovare la giusta condizione. L'ostacolo più grosso è stato proprio il match con la Namibia, perché dovevo ritrovare il campo a livello internazionale, poi però è andato tutto bene".
La speranza è che sia così anche contro gli All Blacks. "Siamo a un Mondiale, ci sono tante cose in ballo. Entrambi ci giochiamo la qualificazione, ma loro hanno la pressione di dover vincere a tutti i costi per non essere eliminati. Saranno più sotto pressione, ma noi dovremo metterci tutto: dobbiamo essere attenti, accesi e pronti ad una grande battaglia fisica". Riccioni considera la sua esperienza in Inghilterra molto importante e formativa e spiega: "Giocare a quel livello mi ha aiutato tanto, anche a livello di mentalità: si impara a vincere e a saper vincere, a controllare i momenti di difficoltà. Poi comunque gioco con ragazzi che vengono da tutte le nazionali più forti, dal gallese Tompkins a tutti quelli dell'Inghilterra come Farrell. Tutto questo bagaglio poi si cerca di portarlo anche quando si va in Nazionale. Ma non è solo una questione mia, credo che tutta la squadra sia migliorata sotto questo aspetto. All'intervallo contro l'Uruguay ero tranquillo. Sapevo che ne avevamo di più e dovevamo tirarlo fuori. Ci siamo detti 'adesso andiamo fuori e vinciamo la partita', e lo abbiamo fatto". Un'Italia più sicura di sè rispetto agli utlimi anni. "Bisogna avere la forza di credere che le partite non finiscono nel primo tempo: siamo andati sotto 17-7, dopo una prima frazione difficile e non era facile da riprendere. Abbiamo fatto 10 minuti in 13 uomini concedendo solo 7 punti, e credo che sia stato quello il fattore decisivo. Parlandone con Seb Negri, mi ha detto: 'Questa partita l'abbiamo vinta difendendo in quel modo furioso in quei 10 minuti, concedendo solo una meta'. Sono quelle cose che ti danno energia e fiducia, e questa partita ha dimostrato quanto questo gruppo sia cresciuto". Da Aaron Smith e Scott McLeod, in tanti anche nell'ambiente neozelandese hanno speso parole importanti per questa Italia che, adesso, più in generale, gode di una considerazione maggiore. "Finalmente - dice sorridendo Riccioni -.. Anche quando abbiamo battuto grandi squadre, come l'Australia l'anno scorso o il Sudafrica nel 2016, passava sempre l'idea che gli altri non fossero al top mentre noi eravamo al massimo. È bello avere un riconoscimento. Poi per gli All Blacks è una partita importantissima perché se perdono vengono eliminati, quindi avranno una responsabilità maggiore. Noi però non andiamo in campo per arginarli e limitare i danni, ma per affrontarli a viso aperto e giocarcela". - foto LivePhotoSport - (ITALPRESS). ari/com 26-Set-23 12:25 .