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Barty: "Un sogno che si avvera. Tyz? Un mago"

Barty: 'Un sogno che si avvera. Tyz? Un mago'
di SuperTennis

La finale femminile degli Australian Open 2022 vedrà come protagoniste Ashleigh Barty e Danielle Collins. La padrona di casa, protagonista di un cammino straordinario, ha lasciato le briciole anche a Madison Keys. L’americana, in “modalità Slam”, ha piegato in due set Iga Swiatek. Per lei è la prima volta nell’ultimo atto di un Major.

ASHLEIGH BARTY

“Arrivare a questo punto dello Slam di casa – ha dichiarato 'Ash' – è ciò che molti giocatori australiani sognano. Sabato sarà un’esperienza incredibile, non vedo l’ora di scendere in campo e godermela. Il match? Oggi avevo un piano e diversamente da quanto accaduto nella semifinale contro Sofia Kenin, due anni fa, sono riuscita a portarlo a termine. Dall’inizio dell’anno abbiamo lavorato molto sul servizio e i risultati si vedono. Mi sento estremamente a mio agio nei turni di battuta e so di potermi appoggiare molto su questo colpo. Quando non funziona posso fare retromarcia e costruire gioco da fondo campo”.

Ashleigh si prepara a vivere un momento magico. “Ricordo bene la mia prima esperienza agli Australian Open. Avevo 11 o 12 anni e ci allenammo qui durante la seconda settimana dello Slam. Vedere tutta quella professionalità da parte degli atleti, quanto faticassero per esser lì, mi aprì decisamente gli occhi. È in quel momento che si è accesa la fiamma. Negli ultimi tre o quattro anni mi è piaciuto tantissimo giocare qui, ottenendo risultati importanti. Il segreto? Sono sempre molto concentrata su me stessa. So che se faccio le cose giuste ho la possibilità di mettere a disagio la mia avversaria”.


Ora manca solo la finale. “Sono molto legata alle abitudini. Farò le solite cose avvicinandomi a questo grande appuntamento. Mi sento in grado di staccare e ripartire quando è il momento giusto. Anche questa volta sarà così, compreso lo studio dell’avversaria. ‘Tyz’ (Craig Tyzzer, il suo coach, ndr) è un mago da questo punto di vista. Sa guardare centinaia di partite, sia datate che recenti, e tirare fuori spunti incredibili. È lui che fa tutto il lavoro, io devo soltanto andare in campo e divertirmi. Faccio parte di un team fantastico, in cui ognuno svolge al meglio il proprio ruolo e dove la comunicazione è fondamentale. Craig ha creato questo gruppo e lo gestisce in maniera esemplare. Tutti sono importanti”.

Sul rapporto con le colleghe: “Sono abituata da sempre a rispettare ogni avversaria che c’è dall’altro lato della rete e so che devo mettere in campo il mio miglior tennis per competere. Mi piace trascorrere del tempo con le altre giocatrici anche se in campo siamo tutte avversarie. Ci piace giocare l’una contro l’altra. Una volta che si supera la linea bianca si dà il meglio e basta. Collins? È una straordinaria attaccante. Mette i piedi in campo e sa colpire forte da ogni posizione. Ci siamo affrontate diverse volte, due delle quali ad Adelaide. Dopo l’operazione e tutto quel che ha passato è bello vederla di nuovo a questi livelli. Dovrò provare a neutralizzarla”.

“Il modo in cui il circuito femminile è cambiato negli ultimi anni è incredibile. Ciascuna di noi è stata costretta ad alzare il proprio livello di gioco per ottenere il meglio. Il mio team mi sprona ogni giorno a migliorare e a cercare di fare ogni cosa con amore. Affrontare questa sfida negli ultimi anni è stato un viaggio meraviglioso”.


DANIELLE COLLINS

“Sono a corto di parole – sorride la Collins in conferenza – perché vengo da battaglie dure contro giocatrici incredibili. Essere in finale è davvero fantastico. L’ottima partenza nel match di oggi mi ha aiutata molto, mi sono sentita sempre in fiducia. Mi sono mossa bene, colpendo la palla in modo pulito dall’inizio alla fine. Quando ho un’idea chiara dal punto di vista tattico è più facile mettere in pratica quello che vorrei fare”.

“Barty? Affrontare un’australiana qui sarà durissima. Ci siamo già affrontate più volte e sono sempre usciti fuori match divertenti. Dovrò pensare a tutto ciò che ha funzionato nei nostri precedenti. Dopo tutto quello che lo sport e il mondo in generale hanno passato a causa del Covid è stupendo vedere di nuovo gente sugli spalti. Abbiamo giocato a porte chiuse e so cosa significa uno stadio vuoto. Ok, faranno il tifo per lei, ma non importa. Un atleta vive e si nutre anche di momenti come questi. Sono orgogliosa del mio percorso. Negli ultimi anni abbiamo visto tante ragazze arrivare fino in fondo, che fossero fuori dalle prime 50 o 100 o tra le prime 10 giocatrici del mondo. C’è speranza per tutte. Da piccola vedevo sempre giocare Serena e Venus Williams, erano le mie preferite. Adoravo i loro completini e chiedevo ai miei genitori di mettere la sveglia nel cuore della notte per poter vedere le loro partite. Ora sono io che sto vivendo quel sogno”.

Sul college: “È una strada che aiuta a fare molte esperienze, dentro e fuori dal campo. Penso a me, a Jennifer Brady e ai ragazzi del circuito ATP che hanno fatto questa scelta e si sono tolti grandi soddisfazioni, abituandosi a giocare negli stadi pieni. Anni fa giocavo nei campi aperti al pubblico, in Florida, costretta a dovermi adattare sulle palle scomode. Oggi ritrovo questo aspetto e mi auguro di saper fronteggiare al meglio una giocatrice ricca di variazioni come la Barty. Cercherò di fare il meglio che posso”.


La finale di doppio maschile degli Australian Open sarà una questione tutta australiana: da un lato Kokkinakis/Kyrgios, dall’altro Ebden/Purcell. L’ultimo derby risale al 1980, quando per il titolo si sfidarono Edmondson/Warwick e McNamara/McNamee.

KOKKINAKIS/KYRGIOS

“Ritrovarsi in finale è qualcosa di surreale”, le parole di Kokkinakis in conferenza stampa. “Non è quello che ci aspettavamo quando è iniziato il torneo. Noi giochiamo sempre per divertirci, è questa la cosa che conta. Ogni vittoria è qualcosa in più. Affrontiamo un match dopo l’altro, lasciandoci coinvolgere dal pubblico e dall’atmosfera che si crea. Adesso siamo in finale e accanto a me ho un grande amico come Nick. Non potrei chiedere di meglio. Una finale tutta australiana? Comunque vada sarà una bella storia da raccontare”.

Gli fa eco Nick Kyrgios. “È una sensazione stupenda. Sono entusiasta e non vedo l’ora di scendere in campo di nuovo davanti ad un pubblico come questo. Tutta questa settimana è stata folle. Mi sento ogni volta come se dovessi giocare l’ultimo match della mia carriera. Stiamo affrontando coppie forti e molto ben rodate, non mi aspetto di vincere, poi però continuiamo a tirare fuori un coniglio dal cappello ogni volta”.

Sull’importanza del pubblico hanno entrambi le idee piuttosto chiare: “Cerchiamo di non ‘dividere’ i tifosi tra chi tifa per noi e chi no”, aggiunge Kyrgios. “Quattro australiani sono in finale, già questo è incredibile. Ashleigh Barty sta andando alla grande e sono anche gli ultimi Australian Open di una leggenda come Dylan Alcott (plurititolato campione Slam di wheelchair tennis, ndr). Vorremmo ricevere solo messaggi di entusiasmo e di incoraggiamento”. “Speriamo di portare il maggior numero possibile di persone allo stadio – si augura il campione uscente del torneo di Adelaide – anche se questo dovesse significare abbassare un po' il costo dei biglietti. Più sarà pieno, meglio è. Cos’è che ci fa scattare? Quello che sentiamo dentro quando stiamo per entrare in campo ed il ruggito della folla. È pura magia”.

“Al termine della giornata – chiosa Kyrgios – penso che il tennis sia uno sport di cui si è parlato poco fino ad ora. Il mio obiettivo è quello di reclutare il maggior numero possibile di appassionati. Un torneo come questo e uno sport come il nostro, li meritano. Chi guarda tennis in tv per la prima volta e vede me e Thanasi (Kokkinakis, ndr) in campo che ci divertiamo, potrebbe sintonizzarsi di nuovo. Così sopravvive lo sport, è questo il messaggio che voglio lanciare”.

27 gennaio 2022
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