Quel che ancora Stefanos Tsitsipas va rincorrendo nel suo 2024 - speranze, tennis, ambizioni - era in gioco nel primo quarto di finale del Masters1000 di Bercy, coinciso con il sedicesimo confronto diretto in carriera contro il tedesco Alexander Zverev. Nonostante un'annata travagliata, con un solo titolo in bacheca e un ranking corrottosi fino alla dodicesima posizione, funestata per di più dalla separazione col padre coach Apostolos, il greco è giunto all'ultimo "1000" della stagione con ancora residue speranze di qualificazione per le Nitto ATP Finals di Torino. Per Zverev, già qualificatosi per tempo, le speranze legate a questo torneo risiedevano altrove: un titolo da aggiungere all'unico conquistato quest'anno e una condizione da saggiare in vista del gran finale. Se non fosse che l'eliminazione di Carlos Alcaraz ha spalancato per lui ora l'occasione di intestarsi la seconda piazza del ranking e approdare a Torino con ben diverse aspettative. Condizione affinché entrambe le speranze si concretizzino era per entrambi la vittoria a Bercy, e a spuntarla è stato il tedesco in due set col punteggio di 75 64. Più sornione e attendista in avvio di partita, ma cinico quando resosi conto di un calo del suo rivale e pronto ad approfittarne.
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— ATP Tour (@atptour) November 1, 2024Nel primo set infatti il più intraprendente era stato Tsitsipas. Volenteroso, seppur un po' troppo falloso, nel volersi giocare le sue chance fino in fondo. Zverev per quasi un'ora non ha fatto nulla per invertire questa tendenza, giochicchiando con un tennis a bassi giri senza infastidirne le operazioni. Ma è bastato un attimo, una sequenza di gratuiti non bilanciata da alcun vincente, un paio di scambi in cui provare a forzare la mano, ed ecco Zverev nel penultimo game trovare il break con cui andare alla battuta per chiudere il set. Compito assolto al terzo tentativo e non prima di aver respinto una palla break.
Bel colpo da assorbire. Specialmente per chi, come il campione di Montecarlo, tanto aveva investito in termini di gioco e testa nella prima ora di gioco. Sensazioni che Zverev ha ben letto e su cui ha costruito un secondo break giunto dopo soli tre game del secondo set. Da lì in poi è stata gestione e presenza, calma e sangue freddo. Il tutto senza concedere più alcuna palla break al suo avversario, autore di un match macchiato da 28 gratuiti e chiuso in calo, tanto ammaccato nel gioco quanto nella fiducia.