"Se sono qui a Indian Wells, e da testa di serie, vuol dire che ho fatto un grande lavoro con il mio team, la mia famiglia, tutte le persone che mi hanno aiutato in questo percorso". Traspare l'orgoglio misto all'ottimismo nelle parole di Matteo Berrettini, intervistato dall'ATP alla vigilia del primo Masters 1000 della stagione.
Tornato in Top 30 per la prima volta da giugno 2023, il romano è testa di serie numero 28 al BNP Paribas Open. Inserito nel primo quarto di tabellone, inizierà direttamente al secondo turno contro lo spagnolo Roberto Carballes Baena (52) o l'australiano Cristopher O'Connell (75). Potrebbe incrociare al terzo turno Stefanos Tsitsipas, negli ottavi Holger Rune, ai quarti Alexander Zverev, prima testa di serie.
Un anno fa, di questi tempi, era fuori dai primi 150 del mondo. "Sono felice di essere tornato qui" ha detto Berrettini, di nuovo in campo a Indian Wells per la prima volta dal 2023. "L'anno scorso ho iniziato al Challenger di Phoenix, la settimana dopo questo torneo. La situazione era totalmente diversa, il ranking anche, c'erano tante domande senza risposta" ha ricordato Berrettini, che ha partecipato cinque volte al Masters 1000 di Indian Wells dove è arrivato al massimo agli ottavi di finale, nel 2022 (battuto dal serbo Miomir Kecmanovic).
Nelle ultime settimane ha raggiunto due quarti di finale negli ATP 500 di Doha e Dubai. In Qatar si è preso anche l'ulteriore soddisfazione di battere per la prima volta in carriera Novak Djokovic.
"E stato molto importante. Mi aveva battuto in finale a Wimbledon, nel torneo più prestigioso che abbiamo. Più volte mi sono chiesto cosa si prova a essere lui, a giocare a quel livello - ha detto -. Ma sono sempre stato molto fiero di giocare contro Novak, Rafa e Roger, è una di quelle cose che racconterò ai miei figli, se ne avrò. A Doha penso di averlo battuto perché ho giocato meglio di lui, ed è una cosa che mi rende doppiamente orgoglioso".
