Simone Bolelli e Andrea Vavassori festeggiano il terzo titolo in stagione al China Open, ATP 500 di scena sul cemento dell'Olympic Green Tennis Center di Pechino (duro - montepremi di 3.720.165 dollari). In finale gli azzurri hanno sconfitto 46 63 10-5 i campioni di Wimbledon Harri Heliovaara/Henry Patten, finlandese il primo e britannico il secondo, settimi nella Race di doppio.
Per Bolelli e Vavassori, il China Open è un'occasione per aumentare le chances di qualificarsi per le Nitto ATP Finals. Gli azzurri, saliti al terzo posto nella Live Race, raggiungono i 5.360 punti, 465 in più di Max Purcell e Jordan Thompson, fermi questa settimana. Nella Race, dunque, ora Bolelli e Vavassori si trovano alle spalle solo degli unici team già sicuri di un posto a Torino, Marcelo Arevalo/Mate Pavic e Marcel Granollers/Horacio Zeballos.
Bolelli e Vavassori trionfano a Pechino, la cronaca della finale
Il pimo break lo subiscono gli azzurri, con Vavassori al servizio: risposta profonda di Heliovaara poi volée angolata di Patten (1-2). La copertura della rete del britannico è essenziale per cancellare una chance di immediato contro-break per Bolelli e Vavassori.
Non è un match facile. Il bolognese si affida al servizio per evitare il doppio break in favore dei campioni di Wimbledon in un quinto game che avrebbe già potuto decidere l'esito del set. Tuttavia, la coppia italiana non ha altre possibilità di invertire la rotta in un set nel quale hanno messo in campo il 44% di prime e vinto il 40% di punti con la seconda. Dopo 39 minuti lo smash di Heliovaara completa il parziale.
Parte col brivido anche il secondo set, con la coppia azzurra subito chiamata a salvare due palle break (30-40) nel primo game: da applausi il riflesso a rete di Vavassori che risolve il punto decisivo. Anche il successivo turno di battuta degli azzurri si risolve al punto decisivo, ed è bravissimo Bolelli a guidare il duello da dietro con Patten sulla diagonale destra. Lo allontana dal centro, lo sfianca e appena prova a cambiare direzione sbatte contro un Vavassori attaccato a rete e pronto a sfruttare l'ampia porzione di campo lasciata libera.
Il celebre detto secondo il quale non c'è due senza tre si conferma valido anche a Pechino. Per la terza volta gli azzurri si giocano tutto sul 40 pari, e per la terza volta tengono la battuta: decisiva stavolta una robusta prima di Bolelli su Patten che scivola e sotterra la risposta a rete.
E proprio al punto decisivo, con l'aiuto del nastro che smorza la volée stoppata di Bolelli, gli azzurri ottengono il break che spezza l'equilibrio e manda Vavassori a servire per allungare la finale al match tie-break. Missione compiuta alla seconda occasione: il 66% di prime in campo nel set e il 55% di punti vinti con la seconda hanno aiutato a cambiare il volto alla partita. Il match tie-break dal 3-3 diventa uno show azzurro fino all'abbraccio finale.