Sull’Equipe, la bibbia dello sport francese, il tennis è risalito magicamente a pagina 18. Merito dell’ultimo eroe di Monsieur Chauvin, che non è il morbido, dolce, etereo Richard Gasquet, sconvolto dalle lacrime mentre saluta il torneo di Bercy in attesa di salutare a maggio anche il Roland Garros. Il nuovo dio dei tifosi più giovani e indisciplinati - tutti figli dei nipoti delle ex colonie, pieni di rabbia e di dubbi sul futuro - non è il problematico Jo Wilfried Tsonga, non è la formichina Gilles Simon e quantomeno l’elettrizzante Gael Monfils dalle promesse sempre mancate, cioé i velleitari “nuovi Moschettieri”, ormai pensionati.
Parigi brucia, senza punto interrogativo come il film di René Clement, e non poteva essere altrimenti. Perché il nuovo profeta non è imperfetto come i più agé Mannarino, Bonzi, Halys, Muller, Lestienne, Gaston, Humbert, Moutet, Pouille e Cazaux. E promette anche meglio e di più del “gemello” degli allori juniores, il 20enne Arthur Fils, sul quale ha puntato forte la potente FFT, la federtennis francese che può attingere a piene mani dai tesori del Roland Garros.
Giovanni Mpetschi Perricard ha l’aura, la presenza e le stimmate del super-eroe, l’ultimo campione Marvel che con un colpo solo distrugge, annienta, cancella, frantuma, polverizza, elimina. Un gigante di 2.03, con 98 chili di muscoli, con un cannone al posto del braccio e proiettili da 240 all’ora che eruttano dal servizio, schiantando le difese dell’avversario. Così è stato la settimana scorsa al torneo di Basilea. Dove ha messo in riga con 109 ace e senza cedere la battuta Duckworth, Aliassime, Shapovalov, Rune e Shelton. Del resto è il giocatore che ha impiegato il minor numero di partite ATP per raggiungere quota 500 ace, è primo nelle percentuali di prime don 300.1, meglio di Zverev 298.3, Berrettini 296.5, Hurkacz 296.3 e Sinner 294.5
FRANKENSTEIN JR
Il tennis elargisce sempre più denari ai suoi soldati, ma pretende anche sempre di più, a fronte di analisi e quindi applicazione e studi e lavoro di squadra sempre superiori per migliorare ogni parte della macchina-atleta. Così, dopo gli enormi progressi fatti di recente alla risposta, l’eccedenza del servizio nel gioco moderno era davanti al bivio: ridurre la pressione o aumentare la dimensione delle palle, o magari limitare a una la battuta, oppure insistere fino all’eccesso per ottenere sempre di più col colpo d’inizio gioco.
Ecco quindi che, come i premiati laboratori dell’ex Unione Sovietica partorirono la freccia delle piste dell’atletica leggera, Valerij Borzov, l’innesto fra i geni sportivi dei genitori (papà Guylain Mpetshi, ex calciatore e mamma Syvye, cestista, che lui chiama “il mio eroe”), più le diverse radici, in Congo e Francia, che si sono fuse col formidabile progresso tecno-scientifico degli ultimi anni fra alimentazione, preparazione atletica e allenamento, generando il nuovo Prometeo. Che si ribella al bim-bum-bam e taglia corto già al … bim! E vola in classifica: da 205 dell’1 gennaio al 31 di oggi, da 300 mila dollari di premi in 3 anni da pro a 1. 600.000 e spiccioli.
SERVIZIO
Se guardi alla prima di battuta di Giovanni, anche l’altro grande specialista, Shelton, che a Wimbledon ha toccato i 246,2 all’ora, ha ammesso: “Ho avuto paura di farmi male e comunque bravi i raccattapalle”. I proiettili del nuovo dio del tennis francese viaggiano anche a 235 all’ora (media 205 km/h). Ma forse quello che impressiona di più, con la punta che raggiunge con la seconda, a 215 all’ora, ma la media, a 198, che è la media delle prime degli avversari. “In pratica ha due prime”, come suggerisce Shelton. S
orvolando per un attimo dal possibile nuovo record di velocità nelle mani di Giovanni, per scalzare dal trono la battuta di John Isner di 253 km/h, del 2016 in coppa Davis nel 2016, dimenticando i 264 km/h di Sam Groth nel Challenger di Busan. Il problema, nel fronteggiare l’arma paralizzante di Perricard - ben seguito dal coach di sempre Emmanuel Planque - non è solo la potenza ma la varietà, e quindi la capacità di cambiare continuamente direzione ed effetti, con l’ultima soluzione che ha fatto impazzire Shelton, il kick, che imprime alla palla un rimbalzo altissimo, alternati alle micidiali, potentissime, battute al corpo. Da strappare la racchetta dalle mani.
Come aveva già ampiamente minacciato a Wimbledon, mettendo giù 115 ace per avanzare agli ottavi, 51 nella rimonta da due set a zero sotto contro Korda, coi complimenti di Lorenzo Musetti dopo averlo battuto con due tie-break la settimana prima sull’erba di Stoccarda: “Probabilmente, con la stagione sul duro, entrerà fra i primi 30/20 molto in fretta. Con quel servizio non è facile rispondergli, ha davanti un grande futuro”.
Con la sponsorizzazione del miglior amico, Fils: “Penso che diventerà molto in fretta uno dei più forti del mondo. E con quel servizio enorme mi ha insegnato a rispondere meglio”. Con la benedizione del super-coach Brad Gilbert: “Gli do 18 mesi al massimo, e batterà il record di velocità al servizio, ma ha anche già tanta varietà e quindi è già il più forte”.
COMPLETEZZA
Lavorando sodo con coach Planque, applicandosi su tutti comparti del gioco, con la fondamentale benzina della conferma coi risultati, Giovanni sta abbassando sempre più il coefficiente-errori, sia alla battuta che da fondo, negli scambi. Tanto che Carlos Alcaraz, lo elegge “il miglior servizio del momento”, e Jarry lo elogia: “E’ davvero difficile da fronteggiare perché anche da fondo ha grandi colpi, ottimo dritto e volée, e diventa anche sempre più solido. Penso che resterà in alto molto a lungo”. Così, a Parigi Bercy, forte di altri 28 ace, Giovanni vola anche oltre l’ostacolo Tiafoe, dopo aver perso il primo set, sventolando il quinto successo in sei match contro i top 20, sempre più carico di fiducia: “Quando batti avversari così forti, ti dici che puoi forzare ancor di più ed aprirti ancora più porte, perché non hai niente da perdere mentre gli altri cominciano a temerti perché sei tu a dettare il ritmo e a tenere molto basso il numero degli scambi”.
Il servizio rimane fondamentale, anche se rischia di essere un’arma a doppio taglio: “Contro Shelton ho fatto solo 2 doppi falli, ma il mio gioco è anche rischio, qualche volta funziona e mettere giù un ace sulla palla-break è simpatico, qualche volta invece non va, e col doppio fallo sul set point perdi il set è un po’ meno simpatico. E’ 50 e 50, ma sono pronto a prendermi questo rischio fino a fine carriera. Perché so che mi porterà più punti del contrario”. Sinner ed Alcaraz, che attendevano altri avversari diretti, devono cominciare a preoccuparsi soprattutto di Bum-Bum Giovanni.