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Cahill incorona Sinner: "Ragazzo e atleta incredibile, l'Italia deve essere fiera di lui"

di SuperTennis   
Cahill incorona Sinner: 'Ragazzo e atleta incredibile, l'Italia deve essere fiera di lui'

L’orgoglio di un paese di intero, ma anche della propria famiglia e del proprio staff. Che con lui lavora, testimone della sua crescita tennistica e umana. È questa la descrizione che emerge di Jannik Sinner dalla recente intervista del suo coach, Darren Cahill, rilasciata al “Tennis Insider Club Podcast”, condotto anche dalla tennista francese Caroline Garcia.

Il coach australiano, che collabora con Simone Vagnozzi al fianco del n. 1 al mondo, ha così raccontato qual è il suo rapporto con l’altoatesino, ripercorrendo sia i primi giorni insieme che le grandi vittorie degli ultimi tempi, fino ai momenti complicati vissuti dopo il “caso Clostebol".

 “Ho commentato Sinner per ESPN circa 5 o 6 anni fa, seduto a bordo campo, e ho pensato: 'Oh mio Dio, questo ragazzo è forte!'. Il modo in cui colpisce la palla, il suono della palla quando esce dalle corde, il modo in cui si muove, in cui colpisce in open stance sul rovescio, e l'ha sempre fatto sin dai tempi dello sci, quindi sapevo che sarebbe diventato un grande giocatore. Aveva anche un grande allenatore, Ricardo Piatti, e sapevo che avrebbe avuto successo”, ha raccontato

Poi lui ha avuto bisogno di una voce diversa, e così la nostra collaborazione è iniziata giusto per vedere come andava, per 3 o 4 settimane sull’erba, senza la certezza di continuare. Quando sono arrivato a Eastbourne, ha perso al primo turno contro Tommy Paul. Non è stato il miglior inizio, ma Tommy è un buon giocatore, e sull’erba Sinner non aveva mai vinto una partita prima. Poi ha vinto alcune partite e ho continuato con lui dopo quel torneo”.

È un ragazzo straordinario, con i piedi per terra, umile, con tutti quei valori fondamentali che cerchi non solo in un atleta, ma anche in una persona con cui è bello trascorrere del tempo. Lavorare con lui è un piacere”, ha aggiunto, concentrandosi poi su alcuni aspetti tecnici.

Alcuni giocatori portano i problemi che hanno nella vita di tutti i giorni sul campo e non riescono a performare bene. Altri, invece, riescono a separare le cose. Per loro, quando entrano in campo, tutto il resto scompare. Pensano solo: "Ok, c’è un avversario dall'altra parte, questo è ciò che devo fare oggi. Amo fare questo". Ed è ciò che lui ama fare. Questo è il suo scopo nella vita: competere, giocare e divertirsi”.

“Una cosa incredibile che mi ha detto Jannik di recente, e che non gli ho insegnato io, ma è venuta direttamente da lui, è stata questa: ‘Non preoccuparti delle critiche di chi non accetteresti consigli’. Questa è una frase già nota, ma il fatto che sia venuta da lui mi ha colpito. È un ragazzo maturo, un bravo ragazzo. L’Italia è giustamente fiera di lui, e non c’è nulla di cui non essere orgogliosi’”.

Abbiamo parlato molto del quadro generale e lui lo capisce perfettamente. È un grande colpitore da fondo campo, ma abbiamo apportato modifiche al suo servizio, al suo gioco di transizione verso la rete, alla tecnica di, al rovescio slice, alla capacità di giocare il drop shot un po’ più audacemente. Tutto ciò di cui abbiamo parlato, lui è disposto a provarlo per migliorare. Ora sta persino inserendo qualche servizio e volée di tanto in tanto, anche se non è la cosa più naturale per lui. Ma sa che nei prossimi 10 anni dovrà evolversi e migliorare per rimanere al vertice del gioco”.

Inoltre, ha offerto poi una prospettiva interessante sull’arrivo di Alcaraz, e sulle prospettive per il futuro di Sinner: “L’arrivo di Alcaraz a un'età così giovane, con già tutto il pacchetto pronto, è stato positivo per lui. Ha potuto vedere che un solo stile di gioco non è sufficiente contro tutti. Devi essere ottimo in alcune cose, ma devi essere anche buono in altre, per avere quelle abilità di chiudere il punto. Il percorso è stato meraviglioso”.

“Con Sinner, essendo giovane, il quadro generale è molto importante. Molte delle lezioni che ho imparato con Lleyton (Hewitt), ora posso applicarle con Jannik. Ho più esperienza, la comunicazione è migliorata, riesco a spiegargli le cose in modo che le capisca in maniera chiara e semplice. Manteniamo il team unito, facendo in modo che tutti siano sulla stessa linea e direzione”.

Ha attraversato un periodo difficile negli ultimi 12 mesi e il nostro compito è stato quello di proteggerlo, fargli capire che non ha fatto nulla di sbagliato e che può sempre camminare a testa alta negli spogliatoi, fiero della persona che è. Questo è stato un aspetto fondamentale per noi come squadra”.

“Vedere ciò che ha fatto l'anno scorso agli Australian Open, quando è riuscito a rimontare due set contro Medvedev, è stato straordinario. Medvedev stava giocando in modo incredibile e Jannik ha cambiato completamente il suo gioco. Sapevamo che avrebbe giocato in modo più aggressivo perché era stanco, mentre Sinner stava meglio fisicamente. È stato incredibile vederlo ribaltare la situazione con una tale calma. Io stesso pensavo: "Come fai a farlo? Io impazzirei!".

“È un ragazzo molto maturo per la sua età sotto molti aspetti – ha detto il coach -, ma resta comunque un giovane con bisogno di vivere. E questo è fondamentale: i giovani devono essere se stessi, devono poter vivere la loro vita senza che il tennis li consumi completamente. Non deve essere tutto solo tennis. Devono avere una vita al di fuori del tennis. Se fai in modo che tutto ruoti solo attorno al tennis, diventa una relazione tossica. Magari reggi per qualche anno, ma alla fine finirai per odiarlo”.

Sull’ultima straordinaria stagione, piena di successi, ma anche di ostacoli, Cahill ha poi rivelato un aneddoto che spiega tutta la maturità di Sinner e la capacità con cui ha gestito ogni momento. “Ha affrontato una situazione complicata e, anche se sapeva di non aver fatto nulla di sbagliato, non sapeva quale sarebbe stato il verdetto finale".

di SuperTennis   
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