Così Carlos Moya, amico e coach negli ultimi anni di Rafa Nadal, ha raccontato la storia del campione maiorchino in un lungo speciale per l'ATP, di cui vi proponiamo la traduzione integrale.
La famiglia Nadal proviene dalle splendide Isole Baleari. Il loro primo amore non è il tennis, ma il calcio. Lo zio di Nadal, Miguel Angel, ha giocato per il Barcellona e nella nazionale spagnola, e ha firmato il primo contratto da professionista il giorno in cui Rafa è nato.
Ma dall'età di tre anni un altro zio, Toni, ha portato Rafa verso un altro percorso sportivo. Toni giocava a tennis, ed era lui che decideva. Ha insegnato a Rafa la tecnica, la resistenza e la resilienza al Club de Tenis Manacor.
Quando il giovane Rafa ha iniziato ad avere i primi successi, i genitori hanno fatto sì che tenesse i piedi per terra. La famiglia e l'umiltà erano importanti. Il gusto della vittoria svanisce.
All'inizio Rafa giocava entrambi i colpi a due mani, poi ha capito che gli veniva più naturale impugnare la racchetta con la mano sinistra. Dallo zio Miguel Angel ha imparato il valore del duro lavoro, della preparazione atletica e della perseveranza. Miguel Angel ha messo anche in prospettiva la celebrità che deriva dal successo sportivo.
La famiglia e un gruppo di confidenti fidati sono diventati il Team Nadal, sempre a bordo campo, uniti nel sostenerlo. Rafa aveva affinato il suo talento per il successo, ed era pronto a mostrarlo al mondo.
Essendo anche io maiorchino, ho visto Rafa giocare per la prima volta quando aveva otto anni. Era già speciale allora, colpiva forte ogni palla, come se la sua vita dipendesse da quello. Successivamente ci siamo allenati insieme tre volte a settimana. Era un teenager ma la sua intensità in allenamento mi ha motivato nell'ascesa al posto di numero 1 del mondo. Mi ha stupito quanto rapidamente abbia bruciato le tappe ai vari livelli del tennis professionistico. Ha guadagnato i primi punti ATP a settembre del 2001, dopo aver debuttato in un Challenger a 15 anni. Ad aprile del 2003 era in Top 100, dopo aver sconfitto Albert Costa, allora numero 7 del mondo, al Masters 1000 di Monte-Carlo. Aveva solo 16 anni.
The birth of a legend ??
When 16-year-old @RafaelNadal faced World No. 4 and future coach Carlos Moyá in 2003... pic.twitter.com/rEZKNvLPZW
Quando ci siamo affrontati per la prima volta nel circuito ATP ad Amburgo, nel maggio del 2003, la sua concentrazione, la sua motivazione, il suo professionismo erano su un altro livello rispetto a me. Era letale sui punti decisivi. La sua concentrazione era assoluta. Aveva un'ambizione senza limiti.
Ad aprile del 2005, Rafa è entrato in Top 10. Aveva solo 18 anni. Poche settimane dopo, affrontava Guillermo Coria in finale a Roma. Rimane una delle più grandi finali nel circuito ATP. Rafa vinse. Il "Re della Terra Rossa" era arrivato.
Il 2005, l'anno dell'esplosione di Nadal, è stato straordinario. Ha vinto 11 titoli ATP e il Roland Garros, ha guadagnato 49 posizioni nel ranking ATP chiudendo la stagione da numero 2 del mondo dietro solo a Roger Federer. E nelle stagioni successive, i trionfi si sono moltiplicati mentre la sua potenza, la capacità di imprimere rotazioni e il suo già iconico uncino di diritto intimidivano gli avversari.
Rafa ha vinto altri due Roland Garros, conquistato titoli Masters 1000 a Monte-Carlo, Roma e Indian Wells. C'è stata anche una serie ai limiti dell'incredibile di 81 vittorie consecutive sulla terra battuta.
All'inizio del 2008, Nadal era una superstar globale del tennis, gli mancava solo la posizione di numero 1 del mondo. Era arrivato il momento di prendersi la corona.
Per quasi quattro anni, Roger Federer era stato ininterrottamente il miglior giocatore del mondo. Ma all'inizio del 2008 Rafa era più affamato e motivato che mai: voleva prendersi la vetta della classifica. L'inseguimento è iniziato a Monte-Carlo, all'inizio della stagione europea sulla terra. Al termine di un percorso perfetto nel torneo, Nadal ha sconfitto Federer in finale e trionfato per la quarta volta consecutiva. La rincorsa al numero 1 era iniziata. Torneo dopo torneo, finale dopo finale, Nadal si è messo a caccia di Federer. Rafa ha battuto lo svizzero ad Amburgo e al Roland Garros, poi i due si si sono ritrovati in finale a Wimbledon. E' stato un match epico, un duello brutale fra i due migliori giocatori del mondo, da molti considerato la miglior partita di sempre. Dopo 4 ore e 48 minuti, Nadal ha conquistato il titolo sull'erba di Wimbledon. Ancora una volta, Federer era stato sconfitto. La prima posizione in classifica era ormai a portata di mano.
Tre settimane dopo, Nadal ha vinto l'ultimo Masters 1000 della sua stagione, a Toronto, prima di festeggiare l'oro olimpico a Pechino. La striscia di record di Federer era finita. Dopo 160 settimane consecutive da numero 2, Nadal è diventato il nuovo numero 1 del mondo. Finalmente aveva raggiunto la vetta del tennis.
All'inizio del 2009, il nuovo numero 1 ha raggiunto e vinto la sua prima finale in uno Slam sul duro all'Australian Open. In primavera, i titoli sulla terra rossa sono piovuti come sempre, ma nel sole di inizio estate al Roland Garros la stagione di Rafa ha iniziato a sgretolarsi.
A Parigi, Nadal inseguiva il quinto trionfo consecutivo, ma si è scontrato contro un ispirato Robin Soderling, svedese testa di serie numero 25, che l'ha sconfitto agli ottavi. Non aveva mai perso nemmeno una partita prima di allora sulla terra parigina. Un mese dopo, si è ritirato da Wimbledon per una tendinite alle ginocchia. Federer ha vinto il torneo e si è ripreso il posto di numero 1 del mondo. Rafa non ha vinto altri titoli nel corso dell'ann. Gli infortuni e il suo rivale hanno avuto la meglio. Certo, la cosa più importante è giocare con passione, e di sicuro ha lottato su ogni punto ma nel 2009 la sua presa sul mondo del tennis sembrava allentata.
Ma nel 2010 Rafa è rientrato in grande stile raggiungendo nuove dorate vette. Rigenerato, in condizione, affamato di successo, Nadal ha cambiato marcia ancora una volta sulla terra. Un incredibile tris di successi nei Masters 1000, culminato con la vittoria su Federer a Madrid, poi la finale al Roland Garros raggiunta senza perdere un set. Di fronte, ancora una volta, Robin Soderling. Nadal ha vendicato la sconfitta di un anno prima dominando la partita e tornando così numero 1 del mondo. Nadal era di nuovo in vetta al ranking ma la sua storia non era affatto finita.
Seguono infatti il secondo titolo a Wimbledon e il primo allo US Open. Nadal dominava ovunque, conquistava tutto, e festeggiava il Career Golden Grand Slam. Titoli Slam su tutte le superfici. Il premio come numero 1 del mondo a fine anno. Il ritorno in vetta era completo. Rafa era ancora una volta il miglior giocatore del mondo
Tra il 2005 e il 2009, le sfide tra Nadal e Federer hanno elevato l'intero sport del tennis. Ogni incontro era un evento televisivo globale. L'attenzione delle tv e dei giornali si impennava, come le vendite dei biglietti: tutti volevano essere testimoni della loro grandezza.
Ma dal 2005 Nadal ha iniziato a tener d'occhio anche Novak Djokovic, un serbo di un anno più giovane che nel 2008 ha vinto il suo primo Slam. I "Big Two" Nadal e Federer stavano per trasformarsi nei "Big Three".
Nella prima metà del 2011, Djokovic ha battuto il numero 1 del mondo Nadal in quattro finali Masters 1000 di fila. Riuscire a battere sul rosso il miglior giocatore del mondo sulla terra è un successo incredibile. Poi ha sconfitto lo spagnolo anche nelle finali di Wimbledon e dello US Open. Djokovic è diventato per la prima volta numero 1 del mondo e Rafa ha scoperto un nuovo, formidabile, rivale nella battaglia per la supremazia nel mondo del tennis.
Ma mentre Rafa programmava il nuovo assalto alla vetta, il suo corpo l'ha costretto a fermarsi. Una serie di infortuni al ginocchio ha condizionato la sua stagione 2012. Nonostante avesse trionfato ancora una volta al Roland Garros, a gennaio 2013 era scivolato fuori dai primi 4 del mondo per la prima volta dal 2005.
Rafa però era così, e il dolore non era una cosa nuova. Le difficoltà, le sofferenze, lo hanno reso più determinato e concentrato, creando le condizioni per un altro incredibile rientro.
Stavolta, la stagione è fiorita non solo sulla terra battuta a Roma, Madrid e al Roland Garros, ma anche sul duro, a Indian Wells, Montreal e Cincinnati. In una delle sue stagioni migliori di sempre, Nadal ha vinto cinque Masters 1000 e due Slam, il Roland Garros e lo US Open. Dedito al duro lavoro, Nadal ha vinto anche sotto la pressione schiacciante dell'era dei Big Three. Non ha mai lasciato un torneo, vinto o perso che fosse, sentendo di non aver dato il massimo. E' stata una stagione magica, in cui Rafa ha vinto 10 trofei su 14 finali, e ha chiuso l'anno per la terza volta in carriera da numero 1 del mondo. La sua ricerca della grandezza non conosceva limiti.
A 27 anni, Nadal era ormai ai vertici di questo sport da un decennio. Aveva girato il mondo, vinto praticamente tutto quello che c'era da vincere nel tennis, aveva superato gli infortuni per tornare il migliore del mondo. Ma l'amore per il tennis l'ha fatto andare avanti, e la rivalità con Roger Federer e Novak Djokovic l'ha spinto ancora una volta verso livelli incredibili di prestazione, ancora e ancora.
E' stata un'era di accumulazione. Negli ultimi 10 anni di carriera, Rafa ha vinto altri 10 Masters 1000 e altri otto Slam. L'ultimo major l'ha conquistato nel suo amato Roland Garros, a 36 anni: è stato il 14mo trionfo complessivo nel torneo.
Sempre dedito al duro lavoro, ha avuto successo nelle avversità. Nonostante gli infortuni persistenti, ha chiuso da numero 1 del mondo anche le stagioni 2017 e 2019. In totale, Rafa ha vinto 36 Masters 1000, 23 ATP 500, 10 ATP 250, l'oro olimpico in singolare e doppio, e 22 Slam. Ha trionfato 12 volte a Barcellona, 11 a Monte-Carlo, 10 a Roma. Ha morso trofei su ogni superficie. E' stato numero 1 in tre decenni diversi. Ma a dispetto di tutti questi straordinari successi, Rafa è rimasto umile e con i piedi per terra.
I suoi 92 tornei vinti sono stati anche un premio per la famiglia che l'ha sempre supportato. E' alla famiglia che si devono le basi su cui Rafa ha costruito la sua motivazione e la sua resilienza mentale.
Rafa è l'esempio di tutto ciò che di buono ci sia nello sport. Una superstar, che ha continuamente cercato di perfezionare il suo tennis nonostante i traguardi raggiunti. Era una star mondiale, ma voleva sempre fare di più.
A lovely moment between Rafael Nadal and his son before he walked out on court ????#Paris2024 pic.twitter.com/I1wEeL4mSb
— Eurosport (@eurosport) July 30, 2024
L'influenza di Rafa sul gioco del tennis resterà a lungo dopo il suo ritiro. Una superstar globale, è stato amato dai tifosi in tutto il mondo grazie alla sua dedizione, alla resilienza e alla personalità.
Ha aiutato il tennis a far progredire il gioco con la sua voce, spingendo per il miglioramento dello sport. Il suo autocontrollo è una luce, un punto di riferimento per tutti i giovani giocatori nel mondo. In 1.307 partite nel Tour, Rafa non ha mai rotto una racchetta. Ha sempre rispettato gli avversari. Una sconfitta era la sua responsabilità.
Era il primo a complimentarsi con il suo avversario. Era il combattente per eccellenza: tenace, intenso, energico in ogni incontro. Trattava tutti allo stesso modo, dal volontario al direttore del torneo. Era un modello, dentro e fuori dal campo. Un'ispirazione per tutti.
Il suo lavoro con la Rafa Nadal Foundation e la sua Academy renderà la sia legacy ancora più grande in futuro, per le nuove generazioni. Lo sport può solo essere grato che un'icona come Nadal abbia giocato un ruolo da protagonista tanto a lungo. Questo è Rafael Nadal. E questa è la sua storia da numero 1.