La dodicesima semifinale in carriera agli Australian Open è realtà. In un’infuocata Rod Laver Arena, Novak Djokovic ha scritto un nuovo capitolo della sua straordinaria carriera, battendo Carlos Alcaraz in rimonta in quattro set (4-6 6-4 6-3 6-4 in tre ore e 37 minuti di gioco) per regalarsi l’accesso al penultimo atto dello Slam australiano contro il numero due del mondo Alexander Zverev.
Molto soddisfatto per questa vittoria, soprattutto perché ottenuta in condizioni fisiche non ottimali alla luce di un fastidio all’inguine accusato nel primo set, Djokovic non ha nascosto la sua gioia in conferenza stampa: “È stata una delle mie migliori partite nel torneo, sono orgoglioso di essere riuscito a portarla a casa in quattro set. Alcaraz è un giocatore ostico da affrontare perché ti porta sempre al limite, personalmente sono stato limitato dall’infortunio nel primo parziale ma poi sono rientrato e ho cominciato a sentirmi sempre meglio con il passare dei minuti. C’era un’atmosfera bellissima, quasi da finale Slam: mi sarebbe piaciuto se la fosse stata per davvero”.
Sulla strada verso l’undicesimo sigillo sul cemento di Melbourne Park, il serbo troverà ora Alexander Zverev, battuto in otto dei dodici confronti nel circuito maggiore: “Sarà una sfida intrigante. Zverev è in grande forma e vuole vincere il suo primo Slam. L’ho visto giocare e ci siamo anche allenati insieme su questi campi, ha un gran servizio e penso ami le condizioni di gioco”, ha spiegato l’attuale numero 7 del ranking ATP.
Il percorso di avvicinamento alla sfida di venerdì sarà verosimilmente ricco di incognite per Djokovic, al quale sarà richiesto un recupero fisico non scontato dopo l’ennesima grande battaglia. “Domani avrò la giornata libera, probabilmente salterò l’allenamento per recuperare al meglio anche con l’aiuto del fisioterapista. Questo match è stato molto dispendioso, abbiamo giocato per quasi quattro ore ad alta intensità. Spero di riuscire a riprendermi fisicamente: l’obiettivo è quello di arrivare a sentirmi in grado di poter giocare per cinque set”, ha raccontato.
Inizialmente rallentato da un infortunio, Djokovic ha trovato in maniera progressiva le chiavi per arginare il gioco aggressivo di Alcaraz, crescendo tra un set e l’altro. La differenza l’ha fatta, come prevedibile, anche la maggior esperienza del nativo di Belgrado a questi livelli: “Aver giocato tanti match in carriera ti aiuta ad affrontare meglio le difficoltà e a trovare ogni energia utile per vincere. Ho notato qualche esitazione di troppo in Alcaraz nel momento in cui non mi sentivo bene, quindi ho provato ad approfittarne per prendere l’iniziativa ad ogni scambio. Capisco come si possa essere sentito, mi sono ritrovato molte volte nella sua situazione: non sai mai cosa sta passando nella testa e nel corpo del tuo avversario, non capisci se si sta per ritirare e di conseguenza può capitare di andare in confusione. Quando ha cominciato a sbagliare di più, io ho giocato più libero: è andata bene, ma non so cosa succederà venerdì”.
CARLOS ALCARAZ
La maturità è una delle caratteristiche principali di Carlos Alcaraz. Nonostante la sua giovane età, lo spagnolo non ha esitato a fare “mea culpa” in conferenza stampa, analizzando di fronte ai cronisti tutto ciò che non ha funzionato nella sfida contro Novak Djokovic. “Mi sentivo in controllo del match, ma poi gli ho permesso di rientrare e questo è stato senza dubbio il mio più grande errore. Nel secondo set avrei dovuto giocare un po’ meglio per metterlo in difficoltà, ma non ci sono riuscito. Djokovic è progressivamente cresciuto, io ho avuto le mie occasioni ma ho perso i punti cruciali. Quando vedi qualcuno in sofferenza, a volte pensi soltanto a non sbagliare e finisci inconsapevolmente per colpire la pallina in modo diverso. Novak ha provato a giocare più aggressivo, cercando di muoversi il meno possibile soprattutto nel secondo set: nel terzo e nel quarto parziale sembrava invece che il suo problema fosse risolto”.
Nonostante la sconfitta odierna, la quinta in otto confronti con Djokovic, Alcaraz si è mostrato felice del percorso fatto a Melbourne: “Lascio l’Australia a testa alta. Affrontare uno dei migliori giocatori della storia in un palcoscenico come questo mi aiuta a migliorare, sono sicuro che da questo match imparerò tante cose sotto ogni punto di vista. Sto capendo sempre più che negli Slam è importante centellinare le energie, soprattutto in partite come queste in cui è richiesto un importante dispendio fisico e dove anche il minimo dettaglio può fare la differenza”.