Djokovic all'Australian Open, vaccino o esenzione medica? Il dibattito continua

La presenza di Novak Djokovic nell'entry list dell'ATP Cup e dell'Australian Open 2022 ha fatto scattare molte domande. Tennis Australia, che organizza i due eventi, ha stabilito che al primo Slam dell'anno potranno partecipare solo gli atleti che hanno completato il ciclo di vaccino anti-Covid: servono, dunque, entrambe le dosi (o l'unica nel caso di Johnson & Johnson).
La posizione risponde alla misura di Daniel Andrews, premier dello stato di Victoria di cui è capitale Melbourne, che ha negato qualunque tipo di deroga ai tennisti non vaccinati per entrare nel territorio.
Tuttavia, secondo quanto stabilito da Tennis Australia,un tennista che non possiede i requisiti può chiedere un’esenzione medica se:
ha avuto una reazione allergica a tutte le vaccinazioni COVID-19 approvate ha sofferto di “gravi effetti collaterali” legati alla prima dose di un vaccino approvato che hanno comportato il ricovero in ospedale o una disabilità/incapacità significativa soffre attualmente di una condizione medica acuta negli ultimi sei mesi ha sofferto di una malattia cardiaca infiammatoria."Le regole per partecipare all'Australian Open includono la prova certificata di un'avvenuta vaccinazione o di una valida esenzione medica approvata dalle autorità sanitarie australiane" ha detto un portavoce di Tennis Australia. "Tutte le persone che arrivano dall'estero senza possedere questi requisiti devono restare in quarantena per 14 giorni".
La federazione australiana ha negato che, attraverso le esenzioni mediche, abbia cercato di fornire a Djokovic una "scappatoia" per entrare nel Paese. "Ogni richiesta di esenzione medica - ha spiegato una portavoce di Tennis Australia al quotidiano Daily Mail Australia - deve rispettare le severe linee guida governative basate sulle indicazioni dell'ATAGI (Australian Technical Advisory Group on Immunisation). E' lo stesso processo che si applica ad ogni altra persona che voglia entrare in Australia".
La presenza di Novak Djokovic, che ha consentito alla Serbia di essere inserita fra le sedici nazioni in ATP Cup, può essere il risultato di un procedimento automatico di compilazione per quanto riguarda l'Australian Open. Oppure, può essere un indizio sull'effettivo completamento del ciclo vaccinale. Djokovic non ha rivelato se l'abbia fatto o meno, anche se in passato si era espresso in maniera molto negativa verso l'introduzione di un obbligo vaccinale nel tennis.
"Per me è inaccettabile che qualcuno voglia obbligarmi a introdurre qualcosa nel corpo" diceva l'anno scorso al New York Times, esprimendo anche dubbi sull'efficienza del vaccino alla luce delle continue mutazioni del virus.
A novembre, Djokovic aveva spiegato di non aver ancor parlato con i rappresentanti di Tennis Australia in merito alla sua presenza all'Australian Open. "Capisco che volete risposte su dove e come inizierò la nuova stagione. Staremo a vedere, lo saprete molto presto" diceva. Intanto, è nell'entry list dell'ATP Cup e dell'Australian Open. Ma non ha ancora spiegato pubblicamente se si sia vaccinato o meno. E' chiaro, non ha nessun obbligo di farlo. E se sarà in campo all'Australian Open capiremo che sarà comunque in regola con i requisiti richiesti da Tennis Australia. Di sicuro, però, se una figura come Novak Djokovic associata a posizioni dubbiose o contrarie al vaccino, dovesse annunciare di aver ricevuto entrambe le dosi, sarebbe un messaggio potentissimo visto il carisma del serbo.