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I crampi tradiscono Alcaraz, Djokovic a una vittoria dal 23mo Slam

di SuperTennis   
I crampi tradiscono Alcaraz, Djokovic a una vittoria dal 23mo Slam

Muscoli e tensione tradiscono Carlos Alcaraz. La partita più attesa del 2023 dura poco più di due set. Lo spagnolo cede ai crampi all'inizio del terzo, non si ritira ma non è in grado di competere con Novak Djokovic. Il serbo chiude 63 57 61 61 e diventa il secondo più anziano finalista nella storia del Roland Garros in singolare maschile.

Nella sua settima finale a Parigi, la 34ma in carriera in uno Slam, affronterà Casper Ruud o Alexander Zverev. Se dovesse vincere il suo 23mo major, resterebbe il campione Slam più titolato di sempre staccando Rafa Nadal, diventerebbe il primo uomo nella storia a vincere ogni Slam almeno tre volte e tornerebbe numero 1 del mondo ATP da lunedì.

"Capisco Alcaraz. E' un grande processo di apprendimento, penso che ogni giocatore abbia provato queste stesse sensazioni - ha scritto su Twitter Nick Kyrgios -. Ha sofferto i crampi per la tensione, l'ansia di giocare un match così significativo. Imparerà come gestire queste cose in futuro. E allora dovremo avere tutti paura".


Il primo tempo della semifinale

Djokovic, più solido da fondo nei primi game, rompe gli indugi nel quarto game. Gioca una palla corta prima di Alcaraz, che ha una delle smorzate migliori del circuito, copre meglio la rete nel duello ravvicinato che ne deriva, e si prende il primo break della partita.

Il pubblico sembra più per Nole che non gioca troppo angolato sulla diagonale del rovescio. Djokovic manovra mirando al centro per togliere ad Alcaraz possibilità di girare intorno alla palla e accelerare con il diritto da sinistra.

Lo spagnolo non riesce a far valere il peso di palla, perché Djokovic lo fa giocare di fretta. E Alcaraz di fretta se ne mette ancora di più. Nel primo set il murciano dà l'impressione di voler far presto qualcosa, come a voler lasciare un segno prima che sia il rivale a prendere il dominio mentale ed emotivo della partita. E' anche per questo che vanifica tre palle break nel settimo game, il primo in cui Djokovic è costretto ai vantaggi al servizio. 


E' un game decisivo nel primo set. Il serbo toglie al murciano il controllo dello spazio, del tempo, del campo. Aggredisce, accorcia gli scambi ma se serve accetta anche la manovra con colpi in top-spin alti e profondi, e ne esacerba le incertezze nel tenere il controllo del diritto in corsa. Freddo in tutti i momenti chiave, dopo aver salvato una palla break anche nell'ultimo game del parziale, Djokovic chiude il set con una prima vincente.

Contro un Djokovic da manuale per varietà di strategie e precisione nelle esecuzioni servirebbe il miglior Alcaraz, che nel primo set si vede troppo poco e troppo tardi. 

Ma nel secondo la musica è diversa. Alcaraz illumina il terzo game con il punto del torneo, un passante no look correndo all'indietro dopo un pallonetto di Djokovic, che applaude una soluzione apparentemente impossibile: una di quelle che noi umani possiamo solo immaginare.


La partita si fa più dura sul piano fisico, e dovrebbe essere un vantaggio per Alcaraz. Ma in risposta il murciano sbaglia tanto più di Djokovic (13 errori a 7 fino al 6-3 3-3). Il serbo si fa massaggiare l'avambraccio destro sul 4-3, prima dell'ottavo game in cui, alla quinta occasione, subirà il primo break della partita.

Alcaraz va a servire per il set ma Djokovic, il campione con più settimane e più stagioni concluse da numero 1 del mondo, firma l'immediato contro-break. Il finale di set fa onore fa onore al motto di Napoleone inciso in due lingue sul Philippe Chatrier: "La vittoria appartiene a chi più persevera". E in questa fase persevera più Alcaraz, mentre Djokovic mostra qualche segno di stanchezza fisica e sul 5-6 incassa un break a zero da potenziale ko. Il bilancio degli errori forzati (17 a 13 Djokovic) è un segnale: rispetto al primo set, si è giocato meno alle condizioni del serbo. 


Crampi per Alcaraz, la fine anticipata della semifinale

La partita dura da due ore e mezza, quando il colpo di scena più inatteso cambia la trama del match più atteso dell'anno. Sull'1-1, Alcaraz si piega per un crampo al polpaccio. Si piega il più giovane nella semifinale con il gap d'età più alto fra i due protagonisti dallo US Open 1991 (Courier batte Connors). 

Per essere trattato subito, visto che può ricevere assistenza solo durante un cambio campo e per il tempo del cambio campo, accetta di perdere il game in corso. Da quel momento gioca praticamente da fermo, senza scatti né spinta sulle gambe. Djokovic chiude il set 6-1.

Anche nel quarto la partita, dal punto di vista della competizione, non esiste. Il pubblico fischia Djokovic perché esulta in maniera considerata eccessiva per un match contro un avversario che palesemente non si sta ritirando solo per rispetto dell'avversario e della situazione. E per la quinta volta in carriera, vince le prime 13 partite Slam giocate in una stagione: un record nell'era Open. 

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