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Joao Fonseca, il "piccolo Sinner" alle Next Gen ATP Finals

di SuperTennis   
Joao Fonseca, il 'piccolo Sinner' alle Next Gen ATP Finals

Si completa il quadro degli otto qualificati alle Next Gen ATP Finals in programma a Gedda, in Arabia Saudita, dal 18 al 22 dicembre. Fonseca si unisce a Arthur Fils, Alex Michelsen, Jakub Mensik, Shang Juncheng, Learner Tien, Luca Van Assche e Nishesh Basavareddy, il più inatteso degli otto.

"Molti buoni giocatori hanno vinto le NextGen Finals ma quello in cui mi rivedo davvero è Sinner. Mi piace tanto il suo gioco aggressivo, tecnicamente, è esattamente il mio punto di riferimento. Mentalmente, è più calmo di me, è timido e adoro il modo in cui si batte. Non fa notare le emozioni e anche in questo mi somiglia molto" ha detto Fonseca quest'anno.


Fonseca ha iniziato il 2024 da numero 727 e in meno di 12 mesi ha raggiunto un best ranking di 145 anche grazie al primo quarto di finale ATP a Rio de Janeiro e al primo acuto in un Challenger, a Lexington, un mese prima di compiere 18 anni. Cinque anni fa, sempre a Lexington, trionfava Sinner a cui dichiaratamente si ispira Fonseca, già primo brasiliano capace di concludere una stagione da numero 1 junior (nel 2023). 


"Ancora prima del suo debutto sul circuito maggiore, qualità e precocità del giovane carioca non erano passate inosservate, tanto da indurre l'ATP a sceglierlo come uno dei due sparring selezionati per l'edizione [2023] delle Nitto ATP Finals. E chi c'era, racconta di una sessione a due con Carlos Alcaraz in cui lo spagnolo apparve per lo meno sorpreso del livello del suo giovane rivale di giornata" ha scritto per SuperTennis Ronald Giammò.

In quell'occasione si è allenato anche con Sinner. Il primo incontro con Jannik ha avuto un impatto decisivo. L’attuale numero 1 del mondo, ha raccontato Vincenzo Martucci, gli ha parlato francamente, ha influenzato il suo futuro. “Io pensavo proprio di andare all’Università, ho avuto sempre quello nella testa, mi ero anche impegnato con la Virginia University. Poi lui, mentre stavo lì in campo, mi ha chiesto: 'Davvero vai all’Università?'. E quando gli ho risposto di sì, mi ha subito ribattuto: 'Sei troppo forte per l’Università, passa subito professionista'”. L'ha ascoltato. Il resto è storia.

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