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Luca Nardi, il primato del Next Gen che sogna il Roland Garros

Luca Nardi, il primato del Next Gen che sogna il Roland Garros
di SuperTennis

Senza la scalata da record di Carlos Alcaraz, si parlerebbe molti di più di Luca Nardi. Il diciottenne pesarese, numero 200 del mondo con un best ranking di 198, è l'unico giocatore tra i primi 300 ATP a non aver ancora compiuto 19 anni. Il secondo Under 19 nella classifica mondiale è infatti il diciottenne francese Luca Van Assche, numero 381 del mondo.

Al Roland Garros, al suo debutto assoluto nelle qualificazioni di uno Slam, Nardi ha superato 6-3 al terzo lo slovacco Andrej Martin, numero 130 ATP, senza farsi condizionare in negativo per aver subito il break quando è andato a servire per il match nel secondo set. Poi ha battuto anche Paul Jubb, numero 231, in due set, e contenderà un posto nel main draw a Bernabé Zapata Miralles, spagnolo più esperto e ottava testa di serie del tabellone di qualificazioni, numero 133 del mondo.


Oggi Nardi è decimo nella Race to Milan, la classifica dei migliori Under 21 basata sui soli piazzamenti stagionali che determina i qualificati alle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals di Milano del prossimo novembre. 

“In campo mi piace fare un po’ tutto, soprattutto mi piace sorprendere l’avversario facendo qualcosa che non s’aspetta e che lo mette in difficoltà, togliendogli i punti di riferimento”, ha detto. "Il giocatore che più ho guardato all’inizio e che mi piace di più ancora adesso è Novak Djokovic”. 


Dallo scorso aprile, Nardi è tornato ad allenarsi con il suo primo maestro, il 32enne Francesco Sani. Si sono conosciuti nel 2009, ha raccontato il coach a Vincenzo Martucci in un'intervista pubblicata qui su SuperTennis, ovvero la prima volta che Luca è andato a giocare al Circolo Tennis Baratoff di Pesaro. "Fin da subito si intuì che all’interno di un campo da tennis si trovava estremamente a proprio agio, nonostante fosse un bimbo molto timido. Voleva sempre mamma Raffaella lì, vicino al paletto, altrimenti non se la sentiva" ha raccontato.


Nel suo team anche l'altro coach Gabriele Costantini, il preparatore atletico Matteo Baldini e il fisioterapista Frank Musarra. Fondamentale il supporto della Federazione Italiana Tennis con figure esperte come Claudio Galoppini che ha potuto ammirare e valorizzare le qualità del pesarese. Nardi, ha detto a SuperTennis, possiede una grande qualità di gioco, un ottimo feeling con la palla, soprattutto di dritto è capace di grandi accelerazioni. E’ un giocatore completo che può stare vicino come lontano e trova tutti gli angoli, sa spingere anche sulle palle basse. E’ alto un metro e 85, serve bene, a 195/200 all’ora, e con la mano che ha trova anche angoli e rotazioni".

Quest'anno, le sue prospettive di carriera hanno preso velocità. A Forlì ha vinto il primo titolo Challenger, a 18 anni e cinque mesi. E' entrato così nella lista dei più giovani azzurri ad aver conquistato un trofeo in questo circuito, dietro solo a Jannik Sinner (a 17 anni e 6 mesi), e a Stefano Pescosolido (a 17 e 10 mesi). Si è poi imposto anche a Lugano ed è entrato così tra i primi 250 del mondo per la prima volta in carriera. 


Il successo in Svizzera, ha detto a SuperTennis, "in un Challenger con avversari molto forti, mi ha dato fiducia e autostima". La chiave dei suoi progressi recenti, ha spiegato, vanno ricercati in un approccio diverso non solo durante le partite.  

"Sto cercando di essere più prpfessionale, a preestare attenzione anche alle piccole cose. La mia qualità dell'allenamento si è alzata, cerco di avere pochi alti e bassi" ha detto Nardi, che ha iniziato la stagione da numero 364 del mondo.


La qualificazione agli Internazionali BNL d'Italia è un altro passaggio di crescita significativo. A Roma si è fermato contro Cameron Norrie, britannico numero 11 del mondo, anche se ha avuto più di una chance per allungare almeno il match al terzo set.

Si è fatta sentire, però, la differenza di esperienza. Nardi, oltre ad essere più giovane, ha anche iniziato a prendere il tennis seriamente solo a sedici anni. Il pesarese ha iniziato a giocare per emulazione del fratello Niccolò, di sette anni più grande.

"Ho continuato a lungo a frequentare la scuola pubblica e a giocare. Avevo due vite separate: lo studente e il giocatore. Fino ai 16 anni, non sapevo cosa volevo fare. Poi ho scelto il tennis e ho iniziato a frequentare una scuola privata" ha detto a Sam Jacot per il sito dell'ATP.


Appassionato di padel e di moto, Nardi appare consapevole tanto dei suoi punti di forza, quanto degli aspetti su cui lavorare. "Devo migliorare il servizio che per il tennis di oggi è fondamentale - ha spiegato -, e la mia mobilità in campo per giocare a certi livelli".

Questa consapevolezza, e la nuova professionalità mostrata dall'inizio dell'anno, raccontano l'attuale maturità della giovane promessa azzurra. La maturazione, ha detto coach Sani, "deve coinvolgere prima il ragazzo-uomo, poi il giocatore. È difficile che le due cose non viaggino a braccetto".

19 maggio 2022
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