Che fosse un ottavo di finale piuttosto complicato, lo si immaginava già guardando la Race prima della partita. E sul campo, per Simone Bolelli ed Andrea Vavassori c’è stato purtroppo ben poco da fare. Gli italiani, teste di serie n. 3 (e n. 2 della Race) del Miami Open presented by Itau hanno ceduto col punteggio di 63 67(5) 10-6 agli statunitensi Evan King e Christian Harrison, numeri 4 della Race grazie alla qualificazione ai quarti di finale.
I due padroni di casa – forti dei successi negli ATP 500 di Dallas e di Acapulco – hanno confermato l’ottimo momento di forma con una prestazione per larghissima parte invidiabile al servizio. Bolelli-Vavassori hanno avuto il merito di tenere in piedi la partita, risalendo dal 2-5 nel secondo parziale, ma senza poi poter incidere davvero nel super tie-break a 10 punti.
Tatticamente, è più aggressivo l’approccio della coppia Harrison-King, che in risposta raccoglie da subito di più rispetto agli azzurri. Sia King che Harrison colgono spesso fuori tempo Bolelli-Vavassori con delle ottime volée centrali, imprendibili sia per chi rientra da fondocampo, sia per chi dei due si trova a rete.
Per ben tre turni, però, il duo italiano è impeccabile nei momenti importanti, salvandosi senza grossi problemi, soprattutto grazie al servizio, dal 30-30. Il settimo game, tuttavia, fa da spartiacque. Stavolta sono i numero 3 del seeding a farsi aggressivi, ma con qualche rimpianto. Gli avversari si portano avanti con un lob di King, e poi con due imprecisioni di Bolelli a rete. Vavassori risponde presente con due battute che aiutano i finalisti dell’ultimo Australian Open ad arrivare al primo deciding point del match, ma qui il lob a scavalcare King finisce lungo, e porta definitivamente il primo set dalla parte di King-Harrison. L’epilogo è ancor più pesante, con un secondo break subito anche sul servizio di Bolelli (autore anche di un doppio fallo).
Ogni tentativo degli azzurri è fin lì vano, nei turni di risposta, e così – nel quarto gioco del secondo set, con Vavassori al servizio - subentra fatalmente la frustrazione. Sullo 0-15, il piemontese sbaglia uno smash, prima di pareggiare i conti sul 30-30. L’efficacia in battuta, in ogni caso, viene ancora una volta a mancare: la palla break arriva su un errore forzato dai continui passanti di dritto di King, e sul 30-40 Vavassori stesso allarga sconsolato le braccia quando realizza che anche la seconda di servizio è fuori.
La voglia di lottare, però, non è mancata a nessuno dei due, e al primo passaggio a vuoto, entrambi hanno fatto valere la grande esperienza cumulata nel 2024. Sul 5-3, la tensione ha tradito un Harrison perfetto fino a pochi secondi prima, e il contro-break degli azzurri – grazie al già menzionato vincente di Vavassori – ha portato il parziale al tie-break. Qui, per la verità, è servita un’altra incredibile rimonta dall’1-4 per rimandare il verdetto finale al super tie-break a 10 punti con un’ultima, facile, chiusura a rete di Vavassori.
Inizialmente, dopo la serie di piccole rimonte, l'inerzia poteva apparire dalla parte degli azzurri, i quali però non hanno avuto la giusta continuità, trovandosi per due volte a r