Monte-Carlo apre alle donne? Forse è presto, per metterla così. Di certo, non chiude. Anzi, nel corso della consueta conferenza stampa di chiusura del Masters 1000, buona parte del tempo è stata dedicata a un tema che col torneo in corso non c'entrava assolutamente nulla. Con il direttore dell'evento monegasco David Massey in un duplice ruolo, di pompiere verso facili entusiasmi e allo stesso tempo di chi vuole provare per davvero a pensare a un futuro in rosa.
“Al momento – ha spiegato Massey – non ci sono piani concreti per cambiare il nostro format. Quindi, per il prossimo anno sappiamo che le date del torneo sono già state fissate: ci sposteremo dal 4 al 12 aprile, per un evento di nove giorni con un tabellone maschile di singolare da 56, quindi lo stesso formato delle ultime stagioni. Ovviamente, però, rimaniamo aperti all'introduzione del nostro torneo nel circuito Wta. Credo che ciò richiederebbe più giorni per l'evento e uno spostamento della data di almeno una settimana, per poterci adattare”.
Niente di pianificato, dunque, per adesso, ma l'arrivo delle donne al Country Club non è da escludere in futuro. “Il prodotto migliore – continua il direttore – sarebbe un evento combined e non uno consecutivo. Quindi, se dovesse succedere in futuro, penso che opteremmo per quella formula. Detto questo, credo che il formato che abbiamo in vigore attualmente funzioni estremamente bene per una competizione maschile. L'intensità che vediamo in questo modo è molto alta, credo che sia la formula migliore per un grande torneo”.
Le donne a Monte-Carlo, in realtà, non sarebbero una novità assoluta. Lasciando da parte le esibizioni, il torneo femminile si è già disputato al Country Club per diversi anni, dal 1947 al 1982, stagione dell'ultima edizione, vinta dalla rumena Virginia Ruzici. Nell'albo d'oro, prima dell'ingresso nel circuito Wta (nel 1976) ci sono anche i nomi di Annalisa Ullstein Bossi Bellani (a segno nel '49 e nel '57) e di Silvana Lazzarino, sul gradino più alto del podio nel 1954. In finale, si fermarono invece Lea Pericoli (nel 1966) e Sabina Simmonds (nel 1979). Ci andò meglio in doppio, con ben cinque successi di coppie interamente azzurre, tre dei quali consecutivi – tra '64 e '66 – con Lazzarino e Pericoli.
“Non direi – continua Massey – che stiamo ricevendo delle pressioni da qualcuno, per inserire il torneo femminile accanto a quello maschile. Non userei questa parola. Non stiamo discutendo attivamente per integrare un torneo Wta in questa fase, ma allo stesso tempo non stiamo dicendo che non lo faremo mai”. In prospettiva, assumerebbe ancora più importanza un ampliamento della sede dell'evento, problema che in qualche modo è sempre stato presente sulle terrazze del club di Roquebrune. Uno dei più belli al mondo, ma giocoforza con uno spazio limitato a disposizione.
“Per quanto riguarda i giocatori, credo che attualmente siano tutti molto soddisfatti di ciò che abbiamo realizzato. Ora la questione è se effettivamente ci espanderemo o meno. Ci saranno alcune aree in cui cercheremo di ampliare ulteriormente lo spazio dedicato ai protagonisti, ma sono più le aree tecniche che stiamo cercando di allargare, come per esempio gli spogliatoi. Mentre non dovrebbero cambiare in modo sostanziale il ristorante o la sala giocatori. Credo che queste siano le nostre dimensioni ottimali in questa fase, con i cambiamenti apportati quest'anno. Nei prossimi, si vedrà”. Con le ragazze che stanno ad attendere.