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Nadal: "L'Italia ha fatto qualcosa che la Spagna non è riuscita a fare"

di SuperTennis   
Nadal: 'L'Italia ha fatto qualcosa che la Spagna non è riuscita a fare'

Negli occhi ci sono ancora le immagini del saluto tributato dal Foro Italico al suo campione. Un fiume colorato di gente in adorazione assembrata sotto il ponte da cui i giocatori fanno il loro ingresso sul campo Centrale. Rafa Nadal ancora una volta non ha nascosto il suo amore per Roma e per gli Internazionali d'Italia, torneo da lui vinto dieci volte in carriera, "un torneo che è cresciuto tanto e che continua a crescere - ha dichiarato il maiorchino nel corso di un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport - Un torneo spettacolare e senza alcun dubbio uno dei più importanti e storici della storia del nostro sport".

Ma non è solo agli Internazionali d'Italia che Rafa rivolge la sua ammirazione. Non è sfuggita a Rafa la crescita complessiva del tennis italiano. Risultati, certo. Figli però di un lavoro pluriennale che l'ex n.1 del mondo ha così elogiato: "Io credo che l'Italia abbia fatto qualcosa che la Spagna non è riuscita a fare - ha sottolineato Rafa quando richiesto di fare un confronto tra l'età dell'oro che sta vivendo il movimento italiano con l'era costellata di trionfi vissuta invece dalla generazione sua coeva - L'Italia ha un evento come gli Internazionali di Roma che è un torneo federale e la cosa genera tantissime risorse economiche che possono essere reinvestite nel tennis, nei giovani e nella promozione dello sport nel Paese. La Spagna con 30 anni di grandissimi giocatori non è riuscita ad avere un torneo di questo calibro di proprietà della federazione e la cosa fa sì che si continui a tirare avanti con le accademie private e mezzi federali molto più limitati, e di conseguenza è tutto più difficile. L'Italia ha avuto una visione, ha capito dove andava lo sport, ciò di cui c'era bisogno per svilupparlo al meglio e ha investito, mentre a noi purtroppo questa visione è mancata".


Una visione che è riuscita a produrre l'attuale n.1 del mondo, Jannik Sinner, giocatore cui Rafa non ha fatto mancare apprezzamenti nel corso degli ultimi anni né supporto quando si è trattato di commentarne le recenti vicende legate all'accordo con la Wada e i tre mesi di sospensione. Alla Gazzetta dello Sport, il maiorchino ha dichiarato che "per un paese che ama il tennis come l'Italia avere un giocatore come Jannik" è "un atto dovuto. E poi la Federazione italiana ha fatto un gran lavoro perché non c'è solo Jannik: ci sono Musetti, Berrettini, Cobolli, c'è una grande generazione di giocatori italiani giovani e di talento, una cosa che si ottiene con risorse e lavoro".

Infine spazio alla memoria e a una promessa che l'anno scorso, complice l'incertezza che ancora circondava il suo futuro, Rafa non è riuscito a mantenere: "Quest'anno non sarò a Roma ma prima o poi verrò a salutare come merita il pubblico del Foro Italico perché Roma è stato uno dei luoghi più importanti della mia carriera e della mia vita".

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