Ospite due giorni fa del podcast di Andy Roddick, Rafa Nadal in oltre un'ora di chiacchierata è tornato a parlare dei suoi ultimi due anni di carriera: dai suoi ultimi due trionfi in un Grand Slam all'infortunio agli addominali patito a Wimbledon, dall'operazione all'ileopsoas al momento in cui l'opzione del ritiro si è infine depositata sul suo cuore, raccontando della sua rivalità quasi ventennale con Roger Federer e Novak Djokovic fino all'omaggio lui tributato durante gli ultimi Giochi olimpici di Parigi, quando è stato scelto come uno degli ultimi tedofori.
Di recente immortalato alle prese con una partita di padel, il maiorchino ha esordito parlando del tempo e di come quest'ultimo abbia ora assunto un valore diverso all'interno delle sue giornate: "La vita lontano dal circuito è completamente diversa: quando sei in giro per i tornei vai sempre di fretta, anche nei rari giorni liberi. Ora invece il tempo assume un valore differente, mi sto abituando a questa nuova dimensione, mi sento più in sintonia con quello che faccio. Come in tutti i cambiamenti però serve tempo. Ogni giorno è un’opportunità per scoprire aspetti della mia vita che prima non avevo il tempo di approfondire”.
Even after five hours of tennis, Nadal knows how to stay cool ?? #bondisands · @bondisands pic.twitter.com/Plrhhc3gNE
— #AusOpen (@AustralianOpen) January 31, 2022Il lungo calvario di Nadal comincia nel 2022, anno che si era aperto con la vittoria in Australia bissata poi dal successo al Roland Garros: "Poi è arrivato l’infortunio agli addominali a Wimbledon, proprio prima della semifinale, e quello stesso problema ha condizionato anche la mia partecipazione agli US Open”. Eliminato nella fase a gironi delle Nitto ATP Finals, Nadal è già proiettato sulla sua prossima stagione - “Ok, prepariamo il 2023 nel migliore dei modi" - ma eccolo in Australia incappare in un altro infortunio, quello che secondo lui ha innescato il processo legato al suo ritiro: "Contro Mackenzie McDonald mi sono lesionato l’ileopsoas sinistro. Da lì è iniziato tutto. Era un problema da cui si può guarire e così ho deciso di fermarmi qualche settimana prima di tornare ad allenarmi duramente. Il dolore però non passava e dopo aver consultato diversi medici ho capito che operarmi era l’unica possibilità per tornare a giocare”.
Mission accomplished for @mackiemacster ????
The impressive American has beaten Nadal 6-4 6-4 7-5. @wwos • @espn • @eurosport • @wowowtennis • #AusOpen • #AO2023 pic.twitter.com/fkaTpk11te
Consapevole dei rischi cui sarebbe andato incontro - delicatezza dell'intervento, risposta del fisico, tempi di riabilitazione - Nadal decide di operarsi, e "l'operazione è andata più o meno bene, è stato però necessario rimuovere una parte importante dell'ileopsoas per via di un vecchio infortunio e da lì sono iniziati 5-6 mesi di duro lavoro per rientrare".
Mesi difficili, li ricorda oggi Rafa, in cui "sentivo di essere ancora competitivo senza però riuscire mai a raggiungere il livello desiderato". Il problema, ha ancora spiegato il vincitore di 14 Roland Garros, "non era tanto il tennis, sentivo di colpire ancora bene la palla, solo che fisicamente mi sentivo limitato, non ero in grado di muovermi come volevo, come ero abituato a fare".
??????????????
????????
1. (especially in former times) a brave or experienced soldier or fighter.
2. Rafael Nadal#Wimbledon | #CentreCourt100 pic.twitter.com/m6jL34xXQe
The last Grand Slam semi-final between Nadal and Djokovic was special ??#Wimbledon pic.twitter.com/14qu2d1zMl
— Wimbledon (@Wimbledon) June 11, 2021Circondato dai dubbi, Nadal nel corso delle Olimpiadi di Parigi ha finito così col vivere due sensazioni agli antipodi per intensità e consapevolezza: "Che sarei stato uno dei tedofori l'ho saputo cinque minuti prima, quando mi hanno detto 'è il momento': sono scoppiato a piangere per l'emozione e in quel momento ho sentito tutta la mia carriera scorrere davanti ai miei occhi - ha ricordato emozionandosi ancora il maiorchino - Poi però è arrivato il momento della resa, a dopo le Olimpiadi quando sono tornato a casa mi sono detto 'basta, è finita'. Ho capito che non sarei mai più tornato al mio livello e che continuare non aveva più senso. L'ho accettato, la mia carriera era giunta al termine".
Alla fine della chiacchierata, Nadal ha anche regalato una confessione su quella da lui ritenuta la sua superficie preferita dopo la terra battuta: "Ho amato l'erba più di quanto si possa immaginare: ho giocato la mia prima finale a Wimbledon nel 2006, poi dopo la finale del 2007 ho vinto quella del 2008, nel 2009 non ho giocato il torneo ma nel 2010 ho vinto ancora e nel 2011 ho giocato un'altra finale: in totale, eccezion fatta per il 2009, ho giocato cinque finali consecutive".
Roger Federer ?? Rafael Nadal
A lovely moment between the pair after their 2006 #Wimbledon showdown pic.twitter.com/ir30bwgfbB
E al momento dei saluti non poteva mancare un bilancio da parte sua sulle due rivalità che hanno segnato in modo indelebile i vent'anni della sua carriera: “Giocare con Roger o Novak era un’esperienza completamente diversa. La rivalità con Roger è stata più affascinante per il pubblico e questo perché la strategia con lui era sempre chiara: puntare sul suo rovescio. Lui invece cercava di essere il più possibile aggressivo co dritto. Ogni nostro incontro era una partita a scacchi dove tutti sapevano esattamente quali sarebbero state le nostre strategie".
Diversa la strategia quando ad incrociare le racchette con lui era Novak Djokovic: "Tutta un'altra storia. C'era sì una strategia da seguire, ma per batterlo l'unica soluzione era giocare bene per tanto, tantissimo tempo. La chiave con lui era mantenere il gioco al centro cercando di non dargli troppi angoli, ma in termini di controllo della palla è stato il miglior giocatore che abbia mai affrontato".
Leggi anche:
Parla Toni Nadal: "Ho sofferto per Rafa. Non farà il coach"
Le 6 leggendarie partite vinte da Rafael Nadal
Carlos Moya racconta Rafa Nadal: "La sua storia da numero 1"