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Shelton: "Ho guardato video di Sinner per migliorare il rovescio"

di SuperTennis   
Shelton: 'Ho guardato video di Sinner per migliorare il rovescio'

"Per migliorare il rovescio ho guardato tanti video di Sinner, Alcaraz e Djokovic". E' anche così che Ben Shelton ha portato avanti una fase di evoluzione tecnica, di arricchimento e completamento del gioco che l'hanno reso il più giovane statunitense nei quarti di finale in singolare maschile al BNP Paribas Open, il Masters 1000 di Indian Wells, dai tempi di Andy Roddick nel 2004.

Il mancino Shelton ha lavorato molto sulla tecnica del rovescio per cancellare la sua relativa debolezza dal lato destro del campo. I modelli a cui si è ispirato, ha spiegato in un'intervista pubblicata sul sito dell'ATP, "iniziano il movimento con la racchetta alta, e lasciano che sia la gravità a fare il lavoro quando abbassano il polso. Poi riescono ad andare verso la palla e colpire con un angolo maggiore rispetto a quello che facevo io". Shelton infatti partiva dal basso ma non riusciva a generare il livello di top-spin che avrebbe desiderato per poter affermare di possedere un rovescio all'altezza del resto del suo tennis.

"I giocatori con il rovescio migliore nel circuito, e nella storia, li rioconosci dal movimento con cui preparano il colpo, dal modo in cui riescono a cambiare direzione e a variare con lo slice" ha aggiunto Shelton che ha spiegato di aver percepito i frutti di questo lavoro svolto in inverno già dall'inizio di questa stagione.


Insieme al padre-coach Bryan, che ha vinto due titoli ATP in singolare e ha raggiunto un best ranking di numero 55 del mondo, non si è limitato a limare le relative debolezze del suo tennis. La concentrazione resta altissima sull'obiettivo di rendere i punti di forza sempre più determinanti, a partire dal servizio-fionda al salto che è un mix ogni volta sorprendente di tecnica e potenza. Eppue ancora non lo soddisfa. "Penso che debba essere più preciso. La percentuale di prime di servizio in campo ma può essere ancora più alta" ha detto all'ATP.

I numeri gli danno ragione. Nelle ultime 52 settimane è sesto per rendimento complessivo al servizio, secondo l'indicatore dell'ATP, ed è sesto anche per percentuale di prime in campo (68%), il 3,3% in meno del leader Sebastian Baez, ma anche l'1,1% di Matteo Berrettini, quarto in questa classifica, e quasi il 2% in meno di Alexander Zverev, secondo: due esempi di giocatori con un servizio molto meno conservativo rispetto a quello dell'argentino.

"Voglio avere il controllo totale del mio servizio, in tutte le direzioni e traiettorie. Ora batto meglio di prima se miro in determinate aree, in altre facevo meglio in passato ma sto cercando di mettere insieme tutti i pezzi" ha detto.


Non è da sottovalutare nemmeno un altro aspetto: Shelton è settimo nelle ultime 52 settimane per punti vinti con la seconda al servizio. "Quando riesci a far saltare la palla come fa lui con la seconda, e sai come poterla giocare in diversi modi, hai un po' meno pressione quando vai a tirare la prima" ha detto il padre che lo allena da sempre. E più ti senti sicuro nei colpi, meno avverti debolezze, più puoi giocare libero dalle ansie. "Il modo in cui ha giocato il primo set contro Sinner all'Australian Open ne è un esempio" ha concluso Bryan. Ma per riuscire a farlo per un intero match contro Jannik gli servirà guardare ancora tanti video del numero 1 del mondo.

di SuperTennis   
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