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Si scrive ZZZ, si legge castiga-mancini: ecco Zhang, il cinese che sfida la storia

di SuperTennis   
Si scrive ZZZ, si legge castiga-mancini: ecco Zhang, il cinese che sfida la storia

La Cina è vicina? No, è proprio arrivata, s’è svestita dei soliti cliché e si presenta nei quarti di finale a Roma, alta, potente, ricca di qualità e varietà, da Zhizhen Zhang, che sfida la rivelazione Tabilo, a Qinwen Zheng, che cede solo a una super-Gauff. Hanno preso il testimone dalla pioniera Li Na e promettono di fare anche di più, di meglio e più a lungo dell’eroina delle racchette di quell’immenso paese, prima campionessa di un torneo Wta e di uno Slam che era salita dal numero 2 del mondo creando un seguito solo al femminile. Mentre le sirene giovani e belle di oggi promettono di trascinarsi davvero dietro un nugolo di tennisti talmente maestoso da far paura all’Occidente.

SCIA DONNE
La scia delle emuli di Li Na sembrava impossibile per gli uomini, finché non s’è presentato questo ragazzone di 1.93, classe ’96 di Shanghai, figlio di un calciatore e di una tiratrice, diviso fra tennis e nuoto, ha scelto la racchetta (”la trovavo più divertente della piscina”), ha scalato la muraglia-Slam senza paura. Così ha superato l’esordio a Wimbledon nel 2021 (primo cinese a vincere un match nel tabellone principale dei Championships) e il terzo turno a Roland Garros e US Open 2022. Quindi ha raggiunto i primi storici quarti in un 1000 l’anno scorso a Madrid, ed è stato semifinalista in doppio agli Australian Open di quest’anno. 


Un teen-ager moderno, dall’aria occidentale, con una missione in testa: “Dimostrare che anche gli uomini del nostro paese possono scalare le classifiche, facendo tante esperienze. Siamo partiti tardi, ci saranno ancora tante prime volte. Entrare nei top 100 sembrava impossibile - ovviamente c’è riuscito lui per primo - , per non parlare dei top 50, e invece ci siamo e io punto alla top 30”. A febbraio è arrivato al 46, record, ora è 56


ZZZ, Z.Z.Z.: COME?
Altro che ZZZ, come ama farsi chiamare per facilità, e perché adora dormire. Forse per questo Zhang nel dicembre 2015 si è fratturato un piede cadendo in una buca mentre correva al parco, si è ripreso completamente solo nel maggio 2017, appoggiandosi alla compagnia manageriale di Ivan Ljubicic e alla sua scuola in Croazia, e ci ha messo un bel po’ per uscire dal Purgatorio Challenger, dov’ha vinto 3 titoli di singolare e 2 di doppio, pur non abbandonando gli studi e la laurea in risorse umane. “Le esperienze sono tutte utili, anche quelle negative, l’anno scorso, qui a Roma ho perso nelle qualificazioni - al primo turno conto l’italiano Maestrelli - , quest’anno sono ai quarti, e questo risultato mi dà tanta fiducia. Sento di essere migliorato sopratutto nella risposta “.

Migliorato il rovescio, l’uno-due classico del tennis moderno, servizio-dritto, porta avanti ZZZ con gli schemi moderni del tennis. “Il miglioramento maggiore l’ho fatto nella continuità. Ora lotto su tutti i punti e non mi abbatto, cerco di cancellare l’errore e il punto prima, e insisto”. Si descrive “simpatico”, ammette: “Qualche volta sono strano, lunatico”. E’ goloso: “Al Challenger di Napoli mi sono auto-premiato per la finale mangiando tre pizze”. Adora il pubblico caldo: “A Roma mi trovo benissimo”. Curiosamente, a Roma, dove in 4 match non ha perso un set, dopo Galan, ha superato tutti mancini, Mannarino, Shelton, Monteiro, e anche l’avversario dei quarti, Tabilo, gioca con la mano sinistra. 

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