Sinner e la clamorosa ipotesi di Panatta come nuovo allenatore. Le parole dell'ex tennista
L'ex protagonista del trionfo in Coppa Davis nel 1976: "Il coach deve avere una vocazione quasi monacale, io mi annoierei dopo 5 minuti". Cahill lascerà alla fine del 2025: "Dopo tre anni Jannik ha bisogno di un'altra ispirazione"

Chi allenerà Jannik Sinner? Sono sempre più remote le possibilità che il campione azzurro e numero uno del mondo riesca a convincere Darren Cahill a restare. Il coach australiano agli inizi di marzo ha ribadito di voler dire addio a fine 2025: "Dopo tre o quattro anni è il momento per qualcun altro, una voce diversa, un'ispirazione diversa. La finestra temporale per il coaching è forse tre o quattro anni. E se dura più a lungo sei più una persona che lo protegge o un manager. Perché c'è una finestra di tre o quattro anni in cui puoi impartire tutto, e questo è anche il punto dell'allenatore. Lo stile migliore di allenare un giocatore è insegnargli le cose in modo che possa risolvere i problemi da solo. E così il giocatore arriverà a un certo livello dopo tre anni. E quando gli dirai una cosa, lui la saprà già".
Panatta: "Io allenatore? Per carità, mi annoierei"
L'addio di Darren Cahill quindi è confermato. Ma chi subentrerà all'australiano nel team di Jannik Sinner? Sono circolati diversi nomi per il sostituto: da Magnus Norman a Ivan "Ljubo" Ljubicic fino ad Andre Agassi. Ma l'ultimo e sicuramente più clamoroso è quello di Adriano Panatta. Ma l'ex protagonista del leggendario trionfo italiano in Coppa Davis nel 1976 ha smentito tutto. "Se mi piacerebbe allenare Sinner dopo lo stop? Per carità, non è la vita che fa per me, tutti i giorni le stesse persone, non è da me". "Il coach deve avere una vocazione quasi monacale, passano minimo 300 giorni insieme. E poi dover parlare sempre di tennis, figuratevi, io mi annoio dopo 5 minuti", la parole di Panatta a Rai Radio 1. Intanto si avvicina il rientro di Sinner in campo, fissato per gli Internazionali d'Italia, in programma dal 7 al 18 maggio a Roma.