La WADA non farà appello contro la squalifica di un mese per Iga Swiatek, risultata positiva lo scorso agosto a un controllo antidoping che ha evidenziato la presenza di una sostanza vietata, la trimetazidina (TMZ) in una concentrazione di 50 pg/ml.
Swiatek è stata provvisoriamente sospesa tra il 22 settembre e il 4 ottobre 2024, un periodo nel quale ha saltato tre tornei, il WTA 500 di Seoul e i WTA 1000 Pechino e Wuhan. Anche se la sospensione è stata resa nota dalla International Tennis Integrity Agency (ITIA) solo il 28 novembre.
L'ITIA ha ritenuto credibile la tesi difensiva, secondo cui la positività derivi dalla contaminazione di un regolare farmaco a base di melatonina, il LEK-AM, venduto in Polonia senza bisogno di prescrizione medica, che Swiatek ha assunto per problemi di jet-lag. L'ITIA ha coinvolto nel procedimento il laboratorio di Salt Lake City, negli USA, accreditato dalla WADA, a cui ha commissionato un'analisi indipendente sulle pastiglie contenute nella confezione utilizzata al momento della squalifica, sia nel blister già aperto, sia in quello integro. Il laboratorio ha confermato di aver trovato tracce di TMZ nelle pastiglie, e non ha evidenziato segni di manipolazione delle confezioni.
Dopo una completa revisione del fascicolo, si legge in una nota della WADA, "i nostri esperti hanno confermato che lo scenario della contaminazione del lotto specifico del farmaco contenente melatonina, presentato dalla giocatrice e accettato dall'ITIA, è plausibile e che non esisterebbero basi scientifiche per contestarlo al TAS. Abbiamo anche chiesto un parere a un consulente legale esterno, che ha ritenuto la spiegazione dell'atleta ben documentata e la decisione dell'ITIA in linea con il World Anti-Doping Code, e ha concluso che non ci sono basi ragionevoli per fare ricorso al TAS".
Swiatek squalificata, l'analisi della sentenza (Mastroluca)