Sono diventate 15, le vittorie consecutive di Iga Swiatek nel Qatar Total Energies Open di Doha, primo WTA 1000 della stagione. Con la vittoria in due set su Elena Rybakina, infatti, la polacca ha compiuto un passo verso la difesa del titolo, che in terra qatariota per lei sarebbe il quarto consecutivo.
Un posto speciale, per lei, che proprio tre anni fa aveva vinto per la prima volta, dando inizio alla striscia che – oltre a portarla al n. 1 della classifica WTA dopo il ritiro di Ashleigh Barty – è stata l’inizio della sua consacrazione. Aprendo una striscia di vittorie che si fermò solo dopo 37 successi di fila, al terzo turno di Wimbledon.
Un dominio mai più ripetuto sul cemento, nonostante la vittoria, nel settembre di quell’anno, allo US Open, suo unico Major arrivato sulle superfici. Da allora, infatti, fuori dal Roland Garros ha fatto anche forse più fatica del dovuto. E proprio per questo motivo, sul finire della scorsa stagione ha cambiato guida tecnica, passando da Tomasz Wiktorowski a Wim Fissette, che ha portato negli Slam Kim Clijsters, Angelique Kerber e Naomi Osaka.
E l’avventura è iniziata più che bene, seppur con una punta d’amarezza: contro Madison Keys, prima di capitolare al tie-break, Swiatek era stata ad un punto da una storica all'Australian Open finale contro Aryna Sabalenka, che avrebbe fatto da “spareggio” per decidere chi avrebbe seduto sul trono della n. 1.
Sebbene evidentemente triste per la possibilità non concretizzatasi, la tennista di Varsavia riesce però a vedere il bicchiere mezzo pieno, senza cancellare le ottime sensazioni che l’avevano vista arrivare tra le ultime quattro – a Melbourne – senza perdere alcun set: “Sento che in Australia il mio gioco ha funzionato davvero bene, avevo controllo sulla palla e molta sicurezza perché sapevo di non avere nulla da perdere. Posso solo andare avanti e usare ciò che Wim ha portato alla squadra. Ovviamente, con più allenamento anche alcuni cambiamenti nel mio gioco arriveranno”, ha raccontato in una bella intervista al The Athletic.
La strada intrapresa è chiara: “Negli ultimi anni ho imparato a essere aggressiva. A essere la giocatrice che usa la prima possibilità nel scambio per andare avanti. Devo sempre ricordare qual è la mia arma più grande”, ha detto. Così, con Wissette, sta cercando di “tornare alle radici”.
“Sento che posso davvero essere una grande giocatrice, difensivamente parlando, ma anche sfruttare le mie possibilità per essere proattiva, cosa che ho fatto un po' meglio nel 2022. Quindi con Wim stiamo lavorando molto sul mio gioco di piedi, sul movimento e sulla capacità di rimettere lo scambio in piedi da una fase difensiva estrema per vincere comunque il punto”.
Come ha fatto a più riprese nei quarti di finale a Doha contro Rybakina, già battuta in finale lo scorso anno. E come è decisa a fare, a dispetto, forse, da un rinnovato scetticismo sul suo rendimento sul cemento, probabilmente derivato anche dall’elevato standard di Sabalenka negli Slam sul duro (finale negli ultimi cinque, con tre vittorie).
"Sulla terra battuta è più facile per me, con il topspin che salta più alto e i miei movimenti saranno forse migliori, tra scivolate e cambi di direzione, ma sui campi in cemento, mi sento ugualmente una buona giocatrice. È stato lo stesso con Rafa (Nadal). Tutti hanno sempre parlato di terra battuta, ma lui è il GOAT (il più grande di tutti i tempi) praticamente su ogni superficie. Ha anche vinto due volte Wimbledon. Ne parlo spesso, perché la terra battuta è dove mi diverto di più, ma amo anche i campi in cemento. E sento di avere le mie armi e di poterle usare. Voglio essere una giocatrice che gioca bene su tutte le superfici”.
A spingerla al cambiamento, sono state con ogni probabilità proprio le sconfitte al terzo turno all’Australian Open e a Wimbledon dello scorso anno: “Ci sono partite in cui so cosa è andato storto. Ho avuto difficoltà a fare ciò che avevamo effettivamente concordato con l'allenatore”. Un trend che proprio con Fissette la polacca spera di invertire mettendo in piedi un “piano B con la corsa, per far davvero riflettere due volte le mie avversarie su come giocare, perché voglio che siano consapevoli che la palla tornerà indietro".
Fare un passo indietro per farne due avanti, dunque. Rilanciando la sfida a Sabalenka, ancora una volta, per il ruolo – e non solo la posizione di n. 1 – di giocatrice da battere, anche sul cemento. Il sorpasso dista 186 punti, ma per sognare un nuovo sorpasso Swiatek è obbligata innanzitutto a difendere il titolo a Doha, che manterrebbe invariata la distanza in vista del WTA 1000 di Dubai della settimana prossima. Dove invece, un trionfo, emulando proprio la doppietta mediorientale del 2022, la riporterebbe per davvero davanti a tutte.