Non solo Berrettini e Sinner: chi sono gli altri ragazzi terribili che stanno riportando il tennis azzurro in vetta
Era dai tempi di Panatta e Barazzutti che la racchetta non viveva un’epoca così felice a casa nostra. Il capostipite nostrano di questa onda lunga italiana è Matteo Berrettini, 25 anni, piazzato al nono posto

Dopo tanti anni passati solo a celebrare le memorie, il tennis italiano è tornato all’improvviso, una promessa dietro l’altra, un ragazzo dietro l’altro, fino a questo drappello di campioni inaspettati: quattro nei primi trenta del ranking mondiale e altri che stanno per arrivare. Era dai tempi di Panatta e Barazzutti che la racchetta non viveva un’epoca così felice a casa nostra. Certo, adesso è tutto molto diverso, niente di quegli anni potrebbe resistere sui campi di oggi, e il genio così romano, così indolente e quasi derisorio del grande Adriano, il suo ciuffo e il suo sorriso, la sua volée in tuffo, la sua veronica battezzata da Rino Tommasi, sono soltanto immagini racchiuse melanconicamente nell’album dei ricordi.
Adesso la next generation che sta conquistando il suo spazio è fatta di grandi fisici e lottatori. Come Lorenzo Sonego, scoperto da molti appassionati agli Internazionali del foro italico, questo ragazzino torinese di fede granata, che ha giocato nelle giovanili del Toro fino a 14 anni, prima di lasciare il pallone per la racchetta. Non ha il talento innato di Sinner, ma si è costruito un servizio efficace e, soprattutto, con la sua verve da combattente non molla mai ogni palla. Questo guerriero, classe ‘95, che festeggia ogni vittoria ballando il reggaeton, è il meno giovane - a parte Fognini - della truppa azzurra che si sta affermando sui campi di tennis. Dopo essere arrivato in semifinale a Roma, battuto solo dal numero uno al mondo, Novak Djokovic, è risalito al ventottesimo posto del ranking internazionale, che vede nella seconda posizione Medvedev davanti a Nadal.

Il capostipite nostrano di questa onda lunga italiana è Matteo Berrettini, 25 anni, piazzato al nono posto di questa classifica, romano come Panatta, ma molto diverso dal Grande Adriano, perfettamente in linea con le esigenze fisiche ed atletiche del nuovo tennis. Al diciassettesimo c’è Jannik Sinner, qualcosa di più di una semplice speranza per il futuro, il nostro fiore all’occhiello, un talento che è destinato a crescere e stupirci ancora, entrato di diritto nel gotha mondiale dopo aver debuttato nel circuito dei professionisti che era ancora quasi un bambino, a 14 anni appena.

Subito dietro Sonego, alla ventinovesima posizione, c’è Fognini, l’anziano del gruppo con i suoi 33 anni. Ma alle spalle di questo quartetto c’è tutto un movimento in espansione. Sono ben nove gli italiani tra i primi cento nel mondo, uno straordinario risultato che non conoscevamo da tempo immemore. Oltre alla stella di Sinner e alla riconferma di Berrettini, stiamo assistendo all’esplosione di Lorenzo Musetti e pure di Martina Trevisan, in campo femminile, ai progressi del tenace Sonego, di Caruso e Cecchinato. E’ una generazione giovane e rampante che scolpisce in maniera indelebile il nuovo volto dello sport italiano, dove il calcio è destinato poco per volta, ma sempre più, a perdere appeal a vantaggio di altre discipline. Per questo non deve stupire troppo l’affermazione di tanti italiani nel panorama mondiale della racchetta.
E tra i talenti emergenti probabilmente non c’è solo Sinner, che ormai si è conquistato un posto tutto suo alla luce del sole. In quest’ottica, occhio a Lorenzo Musetti da Carrara, under 20 numero due in Italia, classe 2002, un anno più giovane di Jannik. Nella sua carriera under 18, il ragazzino toscano è stato in grado di vincere un torneo dello slam di categoria - l’Australian Open 2018 - e di fare la finale agli Us Open dello stesso anno conquistando anche la prima posizione nel ranking ITF junior del 2019. Ha esordito nel professionismo che non aveva ancora 17 anni. E’ dotato di grandissima tecnica, con il suo splendido rovescio rigorosamente a una mano e un servizio che può far male, ed è capace ad adattarsi a un gioco pieno di variazioni di grandissima profondità e qualità. Gli osservatori più attenti sostengono che l’unico suo difetto è quello di essere ancora «un po’ troppo leggero per un tennis che richiede una potenza e una forza dei colpi sempre maggiore».

E non c’è comunque solo Musetti da seguire con attenzione. Un’altra grande speranza è quella di Giulio Zeppieri, classe 2001, da bambino ritenuto la grande promessa del nostro tennis, prima di incrociare la racchetta con Sinner e Musetti, che hanno finito per rubargli la scena. Poi c’è Luciano Darder, classe 2002, italo argentino, ottimo destro con rovescio a due mani, un lottatore in campo stile Sonego, grande foga e passione. Andando ancora più indietro con gli anni, c’è un ragazzino in erba a Rimini, classe 2009, Dennis Spircu, di origini rumene, di cui tutti dicono un gran bene. Se son rose fioriranno. Non avremo neanche molto tempo da aspettare a scorgere i risultati. Adesso accontentiamoci dei cinque moschettieri della top 30 mondiale, aspettando le prime conferme dal Roland Garros, che è già alle porte.