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Terraioli (veri o presunti) e quasi top 10: le sorprese di inizio '24

di SuperTennis   
Terraioli (veri o presunti) e quasi top 10: le sorprese di inizio '24

FACUNDO DIAZ ACOSTA

Argentino, 23 anni, numero 59 Atp ma 12 della Race. Facundo Diaz Acosta non ha l'aria del campione, né gli atteggiamenti del predestinato. È molto più semplicemente un gran lavoratore della scuola sudamericana, quella che si è costruita la propria fama con fatica e sudore. Questo numero 12 che fa un certo scalpore se l'è costruito per buona parte con il trionfo inatteso di Buenos Aires, dove Carlos Alcaraz sembrava doversi mangiare tutti e dove invece è spuntata la sorpresa. Ma già agli Australian Open, su quel cemento che ancora deve imparare ad addomesticare, Facundo aveva portato al quinto set Taylor Fritz, andando anche avanti per due set a uno prima di subire la rimonta. Se non ha un vero colpo da ko, Diaz Acosta ha però una certa facilità di fare gioco, ed è proprio quella che potrebbe garantirgli una crescita ulteriore. Fin qui, resta la sorpresa più grande di questo inizio 2024.


LUCIANO DARDERI

Sempre dal Sudamerica, ma da Cordoba, ecco la seconda sorpresa. Luciano Darderi, origini argentine e bandiera italiana, si è preso tra lo stupore generale il suo primo titolo Atp, facendo fuori uno dopo l'altro alcuni grandi specialisti del rosso. Luciano è in costante progresso, sotto la cura di papà Gino, e non si vuole certo fermare al rosso. Ma proprio sul mattone tritato trova modo di esaltare il suo tennis fatto di corsa e impegno. Con il mantra di darsi sempre un'altra chance, prima di cedere uno scambio. Oggi è numero 26 della Race, secondo azzurro dopo l'imprendibile Sinner. E c'è da star sicuri che per lui sia soltanto un motivo per lavorare ancora di più in futuro. Accontentarsi non è un vocabolo conosciuto, in famiglia.

VALENTIN VACHEROT

Dal Principato di Monaco non sono usciti campioni da copertina. Ogni tanto qualche buon giocatore, ogni tanto qualche francese 'importato'. Ma il Masters 1000 monegasco e le strutture del Country Club sono certamente un ottimo punto di partenza per coloro che hanno mezzi e ambizioni. L'ultimo in ordine di tempo sembra anche quello con maggiori chance di fare progressi ad alto livello. Si chiama Valentin Vacherot, ha 25 anni ed è numero 56 nella Race. Ma soprattutto ha iniziato da (relativamente) poco a fare sul serio. Il motivo? Lo studio. Sì perché Valentin è tutto tranne che un giovane viziato: al contrario, dopo il liceo ha preso armi e bagagli e si è trasferito in Texas, tornando laureato e pronto per il circuito dei pro. A inizio 2024 ha vinto due Challenger, entrambi a Nonthaburi (il primo partendo dalle qualificazioni), mettendo in fila complessivamente dodici successi consecutivi, che diventano quattordici considerando la Davis. L'obiettivo top 100 non è utopia.


NUNO BORGES

Il Portogallo non è la Spagna, nemmeno quando parliamo di tennis. Non c'è quella tradizione straordinaria che troviamo altrove in Europa, ma non c'è nemmeno quella specializzazione esasperata per la terra battuta che ci si attenderebbe dalla Penisola Iberica. Dal Portogallo è emerso Nuno Borges, 26 anni, oggi piazzato al numero 17 della Race. Come è stato possibile? I motivi sono diversi ma il principale è proprio quello legato alla duttilità: Nuno non è un terraiolo. Al contrario. Lo ha dimostrato chiaramente agli ultimi Australian Open, dove si è preso gli ottavi di finale battendo due tipi tosti come Davidovich Fokina e Dimitrov, prima di mettere paura anche a Daniil Medvedev, uscendo sconfitto in quattro set. In carriera ha vinto più tornei sul duro che su terra e in generale non si spaventa di fronte al veloce, al punto da vantare persino una semifinale sull'erba di Nottingham. Considerato anche il coraggio mostrato al contatto coi big, è uno da seguire con molta attenzione.

ALEJANDRO TABILO

Dal Portogallo al Cile, il discorso cambia poco. Anche in questo caso, da Alejandro Tabilo, ci si sarebbe attesi una carriera improntata sul rosso. Invece il 2024 si è aperto con il risultato più importante della carriera, il successo nel 250 di Auckland, su cemento. Il cileno, 26 anni come Borges, è numero 14 della Race ed è uno che sa fare un po' tutto, aggiungendo al suo repertorio una dose non trascurabile di fantasia, declinata soprattutto (ma non soltanto) in drop shot deliziosi. Non è detto che per scoprire i propri limiti si debba fare necessariamente in fretta. Non è detto che passati i 25 si debba puntare a vivacchiare. In Cile credono molto in questo ragazzo che ha fatto tanta gavetta e che adesso sembra maturo per un salto di qualità. Intanto, di certo, è tra le cinque sorprese di un 2024 iniziato con tanti volti meno noti, eppure estremamente interessanti.

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