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Un anno dopo è ancora Beekeper-mania!

di SuperTennis   
Un anno dopo è ancora Beekeper-mania!

Il nome è Davis, Lance Davis. Cacciatore d'api al servizio del BNP Paribas Open di Indian Wells. Tanto improbabile nell'aspetto quanto infallibile nel suo lavoro, un anno fa il suo nome salì agli albori della cronaca complice un'emergenza che rischiò di far saltare uno dei match più attesi della scorsa edizione del torneo, il quarto di finale tra Carlos Alcaraz e Alexander Zverev. Di ritorno in California, quest'anno al seguito del murciano si sono visti tifosi con un costume da ape a ricordar lui quanto accaduto l'anno scorso: "Simpatici, si meritavano un autografo", disse Carlitos qualche giorno fa, ben sapendo in cuor suo quanto del suo trionfo qui ottenuto l'anno scorso fosse legato al tempestivo intervento del formidabile cacciatore californiano.

Rewind. La California con il suo clima caldo e secco si presenta come l'ecosistema ideale per le api. Tra l'assolato stato e il limitrofo confine con il New Mexico e giù oltre la frontiera messicana se ne contano circa 150 specie. Minacciate però negli ultimi anni da una sempre più intensiva produzione di latte e altri prodotti a base di mandorle - ne dà conto il Guardian - che complice l'uso di pesticidi ne ha ridotto di un terzo il numero complessivo (50 miliardi ne sono morte nel solo 2019).


Ed eccoci quindi all'Indian Wells Tennis Garden. Attratta da misteriose ragioni ambientali - il caldo, la possibilità di nascondersi, chissà - una colonia di migliaia e migliaia di api l'anno scorso pensò bene di nidificare all'interno della spider-cam del Centrale. Nessuno si accorse di nulla. Poi il ronzio diventò sempre più numeroso, il brusio sempre più udibile, e a restarci coinvolto fu proprio Alcaraz, puntato da uno sciame e visibilmente sotto shock una volta compresa l'impossibilità di liberarsi da quella minaccia. 

Le risate in breve cedettero il posto a una sincera costernazione, e con lei la preoccupazione legata alla svolgimento del match in condizioni che garantissero l'incolumità dei due giocatori. Alcaraz era già stato punto una volta, ed era corso via negli spogliatoi. Cosa fare? Gli organizzatori del torneo non persero tempo e in breve ecco arrivare sul posto Lance Davis. Furgone colorato, nome della ditta ben in vista e occhiali da sole d'ordinanza, Davis impiegò pochi minuti per capire quel che stava succedendo. C'era da prelevare la Regina, e metterla in sicurezza, così da placare l'eccitazione e l'aggressività di tutto lo sciame a lei devoto. 


Play has been suspended due to bee invasion. ??#IndianWells

— BNP Paribas Open (@BNPPARIBASOPEN) March 14, 2024

?? Guess who's back, back again ??

Tournament beekeeper & American icon Lance Davis reunites with @carlosalcaraz for the coin toss!#TennisParadise pic.twitter.com/VFb6zxeKfX

— BNP Paribas Open (@BNPPARIBASOPEN) March 8, 2025

Operazione da lui condotta a mani nude e volto scoperto, armato solo di un'aspirapolvere portatile, tra gli applausi di un pubblico tanto incredulo quanto via via coinvolto dalle sue evoluzioni. Tornati in campo dopo meno di un'ora, i duellanti prima di ricominciare a giocare ricevettero da lui le dovute rassicurazioni: "Adesso forse non voleranno più - disse allora Davis rivolgendosi a uno spaurito Alcaraz - Se ne sono andate tutte in alto dove ho ingabbiato la Regina. Penso che ora sarai al sicuro e potrai concentrarti e pensare a vincere. E così fu". 

L'uscita dall'impianto del cacciatore d'api durò forse più del suo intervento, tanti furono i selfie e gli "high-five" da lui scambiati con gli spettatori. Seguirono interviste, partecipazioni a diversi talk show con conseguente impennata di business e popolarità. Quest'anno a Indian Wells di api non se ne sono viste, ma riconoscenti gli organizzatori hanno pensato bene di invitare Lace Davis come testimonial di uno dei match dei primi turni. Quale? Facile: quello vinto da Alcaraz contro il francese Halys. I due si sono abbracciati a rete, sorridenti. Il murciano fiducioso di poter ora fare la sua parte senza troppe preoccupazioni; Davis come uno dei tanti "unsung heroes" americani, una vita in attesa di un'occasione in cui dimostrando il proprio valore si riscatta un'esistenza intera. Ottenendo, in questo caso, anche qualche invito per rinnovarne il ricordo.


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