Van de Zandschulp all'attacco, da New York a Parigi: così sfida Fognini

Fino a tre anni fa, l'olandese Botic van de Zandschulp era fuori dai primi 500 del mondo. Per i frequentatori del circuito ITF era solo un biondino con un nome curioso, che si pronuncia Boutik fon-de Sondskoup. Oggi quel biondino è numero 29 del mondo, arriva dalla prima finale ATP a Monaco di Baviera in cui si è ritirato contro Holger Rune e affronta per la prima volta, al secondo turno del Roland Garros, Fabio Fognini (quarto e ultimo match dalle 11 sul campo 6).
Nel 2021, ha chiuso come numero 1 d'Olanda grazie alla prima semifinale ATP a San Pietroburgo e soprattutto all'exploit allo US Open. A New York diventò il terzo qualificato nell'era Open a raggiungere i quarti nella storia del torneo, e raddoppiato il montepremi guadagnato fino a quel momento in carriera. Non c'è da stupirsi visto che aveva debuttato nel circuito ATP pochi mesi prima, all'inizio dell'anno al Melbourne-1, l'ATP 250 organizzato la settimana prima dell'Australian Open.
LA STORIA
Nato a Wageningen, ha iniziato a giocare per imitare il fratello maggiore, Melvin, di sette anni più grande. Si è appassionato al tennis proprio grazie allo US Open, affascinato dai servizi fulminanti di Andy Roddick nella finale del 2003.
Non ha avuto una grande carriera da junior, non è mai stato al centro dell'attenzione in Olanda.
"A vent'anni ho cominciato a giocare i Futures - ha raccontato alla testata tedesca Tennisnet durante il torneo di Monaco -. Sapevo di avere un buon livello, battevo avversari che erano tra i primi 100 o vicini alla Top 100. E questo ti dà fiducia ma è difficile mantenere quel livello per tutta una stagione. Quando a 23 anni non ero nei primi 500, continuavo a credere di poter entrare in Top 100. Perciò mi sono detto di provarci ancora una volta per vedere se riuscivo a svoltare: da quel momento ho migliorato la classifica ogni anno".
I numeri raccontano una progressione rapida. Van de Zandschulp è entrato in Top 300 e Top 200 per la prima volta solo nel 2019, l'anno del suo trionfo al Challenger di Amburgo. Poi è arrivato il Covid che ha fermato la sua scalata in classifica. L'olandese continua a crescere. Nel 2021 si è qualificato in tre Slam su quattro e a Wimbledon, dove ha perso all'ultimo turno, è stato ripescato come lucky loser.
Dopo i Championships, ha giocato cinque Challenger in cinque settimane, in altrettante nazioni diverse: è arrivato in finale ad Amersfoort, in Olanda, battuto da Tallon Griekspoor eliminato allo US Open da Novak Djokovic al secondo turno; in semifinale a Tampere (Finlandia), Liberec (Repubblica Ceca) e Meerbusch (Germania); e nei quarti a Poznan (Polonia). Sulla scia di questi risultati è arrivato allo US Open dove ha superato le qualificazioni ribaltando sempre un set di svantaggio. In main draw ne ha rimontati due allo spagnolo Carlos Taberner al primo turno. Poi ha eliminato Casper Ruud, testa di serie numero 8, e l'argentino Facundo Bagnis, perdendo sempre il primo set.
Negli ottavi ha sconfitto al quinto set Diego Schwartzman sul Louis Armstrong. Si è fermato solo contro il russo Daniil Medvedev. Quest'anno, la scalata è continuata. La finale ottenuta a Monaco di Baviera, torneo in cui ha di nuovo sorpreso Ruud, è il punto più alto. Ma la continuità di piazzamenti l'ha portato a migliorare ben nove volte il suo best ranking nei primi cinque mesi di quest'anno.
COME GIOCA
L'olandese ha una buona prima di servizio, con cui ha vinto il 71% di punti nelle ultime 52 settimane (43mo tra i giocatori del circuito), il 10% in più di Fognini che però rende di più con la seconda. E' questo il suo punto debole, manca non solo la velocità di punta ma anche un po' di varietà nella scelta delle direzioni.
Il suo punto più forte è sicuramente il diritto, con cui riesce a sfondare da dietro e prendere campo anche sulla terra battuta, come ha spiegato a De Volkskrant il coach Sven Groeneveld, che ha lavorato con campionesse Slam come Monica Seles, Ana Ivanovic e Maria Sharapova.
Nel suo tennis colpisce anche la capacità di interpretare le intenzioni dell'avversario, di anticipare la traiettoria della palla in base alla postura o alla posizione della racchetta. Inoltre, nonostante sia alto un metro e 91 centimetri, si muove bene e velocemente tanto in orizzontale quanto in verticale, da e verso la rete. Quando scende a rete, poi, i suoi passi nella corsa sono brevi e questo gli permette più facilmente di attaccare anche in controtempo.
Resta comunque un giocatore in evoluzione. Nasce infatti come un tennista più difensivo, ma sta diventando più propositivo. Questo però significa accettare di sbagliare di più, prendersi il rischio di commettere qualche errore in più per decidere l'andamento del punto. E per un perfezionista come lui, che a volte tende ancora a lasciarsi trascinare da pensieri negativi, non è sempre facile.
Un Fognini esplosivo e brillante in risposta, soprattutto contro la seconda, può farli aumentare questi dubbi. E può avere un alleato in più nella collocazione del match e magari nel meteo. Più fa freddo, più è umido, e meno il tennis di Van de Zandschulp risulta efficace. Quando i rimbalzi si abbassano e le palline diventano più pesanti, Fognini dipinge mentre l'olandese non riesce con la stessa facilità a comandare da dietro e lasciare gli avversari lontani dalla palla.
GLI OBIETTIVI PER IL 2022
Grande tifoso dell'Ajax, in Olanda si allena al centro tecnico nazionale della federazione, seguito dal coach Peter Lucassen. Spesso con lui c'è il connazionale Tallon Griekspoor, capace di vincere otto titoli Challenger l'anno scorso, che oggi è numero 58 del mondo, quattro posizioni sotto il best ranking (54) raggiunto lo scorso febbraio. "Abbiamo un buon rapporto, c'è un bel legame tra noi - ha detto a Tennisnet -. Spesso prima dei tornei se siamo iscritti tutti e due andiamo a cena insieme. Abbiamo una competizione sana. Ognuno di noi spinge l'altro a migliorare, è bello quando succede fra due giocatori della stessa nazione".
Testa di serie numero 26 a Parigi, Van de Zandschulp ha già soddisfatto il suo obiettivo numero 1 che si era dato per la stagione in termini di classifica: entrare, appunto, fra le teste di serie negli Slam.
Dal punto di vista del gioco, ha spiegato, "voglio raggiungere il livello più alto possibile e mantenerlo con continuità per tutta la stagione. E' una bella sfida, ma sono contento che ce ne siano sempre di nuove in questo sport".