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Verso le Next Gen ATP Finals: fra novità e quel legame con Torino

di SuperTennis   
Verso le Next Gen ATP Finals: fra novità e quel legame con Torino

Per anni sono state uno dei fuori all’occhiello del tennis italiano, facendo da culla alla gran parte dei nostri migliori giocatori di oggi. Poi, le Next Gen ATP Finals sono migrate negli Emirati Arabi e l’attenzione nel Belpaese è un tantino scemata, specialmente in vista dell’edizione 2024 che sarà la prima senza nostri portacolori. Ma l’evento dedicato da quest’anno ai migliori under 20 (e non più under 21) del circuito ATP rimane una competizione intrigante e che merita considerazione, per quanto può dare a chi vi prende parte ma anche come panoramica sul futuro del Tour.

La prova è nel Masters dei grandi, le Nitto ATP Finals di Torino che per la prima volta quest’anno hanno visto in gara – udite udite – solo giocatori passati almeno una volta dall’evento dei giovani (Zverev non disputò l’edizione inaugurale perché già qualificato fra gli otto di Londra, ma giocò comunque un match d’esibizione a Milano). Significa che la piattaforma ha funzionato e continua a funzionare, sia per i protagonisti sia per alcune regole sperimentali introdotte per la prima volta nell’evento e poi trasferite in pianta stabile nel circuito.

Oltre al taglio di un anno sull’età dei partecipanti, risposta alla tendenza che vede i giovanissimi già capaci di affermarsi fra i grandi (mossa azzeccata: per la prima volta tutti gli eventi diritto saranno in gara), l’altra grande novità dell’edizione 2024 sarà la collocazione in calendario: non più in coda alla stagione terminata, ma praticamente come antipasto della successiva. Già perché alla Città dello sport Re Abd Allah di Gedda si giocherà dal 18 al 22 dicembre: dopo quasi un mese senza circuito sarà un modo per tornare ad accendere i riflettori sul tennis giocato, con tanti protagonisti di qualità.


Al momento, i giocatori certi della qualificazione per Gedda sono sette: resta in bilico solamente l’ultimo posto, attualmente occupato dal talento brasiliano Joao Fonseca, che a 18 anni sarebbe il più giovane fra gli otto. Ma c’è ancora un giocatore che può negargli la partecipazione, ossia il portoghese Henrique Rocha, attualmente in undicesima posizione. Dovesse vincere questa settimana il Challenger casalingo di Maia (è ai quarti di finale) il posto diventerebbe suo e Fonseca scivolerebbe al ruolo di prima riserva.


La Race to Jeddah ha avuto un solo grande dominatore, il francese Arthur Fils che a dodici mesi (o qualcosa in più) dalla finale persa nel 2024 contro Medjedovic tornerà in Arabia Saudita per prendersi il titolo. Il transalpino ha chiuso la stagione fra i top-20 vincendo due titoli ATP 500, ad Amburgo e Tokyo, e sostanzialmente doppiando il secondo nella Race, quell’Alex Michelsen che parteciperà per la seconda volta e guida un gruppetto di ben tre statunitensi. Gli USA sono l’unica nazione a non essere mai mancata al via delle Finals dei giovani, ma nemmeno a loro era mai capitato di raggiungerle con ben tre portacolori. Un traguardo che ribadisce il buono stato del movimento a stelle e strisce: ha finalmente ritrovato – con Taylor Fritz – un giocatore in grado di arrivare in fondo nei tornei che contano, ma anche per il futuro non sembrano messi affatto male.

È una vittoria del sistema USTA ma anche del meltin pot tipico degli States, visto che il secondo qualificato americano, Leader Tien, ha gli occhi a mandorla (eredità dei genitori vietnamiti) e il terzo, Nishesh Basavareddy, ha genitori indiani. La sua è stata un’autentica volata, da fine estate in avanti: è arrivato in finale in cinque degli ultimi sette tornei Challenger disputati (vincendone due), ha scalato oltre 100 posti nel ranking e si è garantito un biglietto in prima classe per l’Arabia.


Oltre a Fils e Michelsen, fra gli otto di Gedda ci sarà anche un terzo giocatore alla seconda partecipazione consecutiva: è il francese di mamma italiana e papà belga Luca Van Assche, che non ha vissuto una stagione particolarmente entusiasmante (ha chiuso da numero 128, mentre un anno fa era nei primi 70) ma ha fatto a sufficienza per garantirsi il sesto posto della Race. Fra terza e quarta posizione ci sono invece il ceco Jakub Mensik e il cinese Juncheng Shang, unici teenager del circuito capaci di chiudere l’anno nei primi 50. Il primo non ha bisogno di presentazioni, così come il suo tennis: non sarebbe una sorpresa vederlo in futuro raggiungere le Finals dei grandi, probabilmente già nel periodo italiano da poco esteso fino al 2030. Sempre più in vista anche il tennis mancino di “Jerry” Shang, l’altro Next Gen (insieme a Fils) capace di vincere un titolo ATP nel 2024. Non gli manca nulla per diventare un signor giocatore.

Infine Fonseca: al momento è ancora in fase di attesa, ma la sua presenza darebbe ulteriore lustro al torneo. Diventerebbe il solo quest’anno – e uno dei pochi nella storia dell’evento – a qualificarsi da under 18, tenendo fede a quanto di buono si dice da tempo sul suo conto. In patria lo paragonano a Jannik Sinner e a Gedda potrebbe provare a ricalcare le orme dell’altoatesino, che nel 2019 entrò nell’evento in qualità di ultimo qualificato (ricevette la wild card che spettava alla FITP, ma era numero 8 della Race). Come andò a finire all’Allianz Cloud di Milano ce lo ricordiamo tutti.

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