"Adesso mi sento finalmente libera": Alessia Orro racconta l'incubo stalking
La nazionale 21enne, giocatrice della Uyba e della Nazionale, finalmente libera dalla persecuzione ad opera di un 52enne che si era infatuato di lei e la seguiva ovunque. «Squadra e tifosi mi hanno dato forza»

«Non avrei mai pensato di avere la forza per affrontare quello che mi è accaduto. Ma ora sto decisamente meglio e, anche se so che non ancora è finita, mi sento libera. E per lui provo solo schifo. Schifo. Come ha potuto arrivare fino a questo punto? Far provare timore a una ragazza, farla sentire così a disagio», ha detto Alessia Orro, ventunenne giocatrice di pallavolo della 'Unet Yamamay' di Busto Arsizio (Varese) e della Nazionale raccontando i dettagli dell'incubo che ha vissuto nel corso di una conferenza stampa, organizzata proprio per sensibilizzare sul fenomeno dello stalking.
Angelo Persico, professionista novarese, 53 anni, è stato arrestato dalla Polizia, perché, secondo il Commissariato di Busto Arsizio, per mesi avrebbe contattato la giovane sui social per instaurare una relazione fino a minacciarla e pedinarla, seguendo tutti gli incontri della squadra. L'uomo la voleva convincere a diventare a tutti i costi la sua partner e, per farlo, la tormentava sui social, la seguiva ad ogni allenamento, aveva acquistato un abbonamento "vip" per poterla seguire anche in trasferta. Davvero una brutta storia, Persico andava a tutti gli allenamenti della ragazza, a volte tentava di avvicinarla, altre volte andava via senza dire nulla. La squadra e i tifosi hanno tentato di proteggerla, ha raccontato il direttore generale di Uyba Enzo Barbaro. «Si è presentato di persona il giorno del mio compleanno. Ero in trasferta con la nazionale e lui si è avvicinato a una partita e mi ha dato un mazzo di fiori, come fanno altri fan. Si è presentato con il suo nome, ma io non l’ho riconosciuto, perché non ha mai avuto una foto profilo sui social network.
In seguito si è ripresentato con altri fiori, ma io avevo capito chi era e ho avuto un attacco di panico, ha detto la giocatrice. La importunava anche (soprattutto) sui social, dove si iscriveva con nomi diversi. Scriveva anche alla madre e alla sorella di Alessia, la fissava in continuazione. Insomma, la sua presenza era pressante e costante. “Mi fissava in continuazione, appena mi giravo lo vedevo. Io pensavo a concentrarmi in campo, ma c’era agitazione e quando giochi si sente». Il momento più brutto è stato alla fine degli impegni con la Nazionale. «Sul web non si faceva più sentire e pensavo fosse finita, invece ha cominciato a venire agli allenamenti».
Le compagne di squadra, la società e il fidanzato hanno tentato di proteggerla da questa maledizione, “ma, nonostante tutto, quando ero a casa da sola, a volte ho avuto paura. E ancora oggi la sera penso a controllare che la porta sia chiusa» dice la campionessa. «Sono consapevole che quello che ho vissuto accade a molti — ha concluso la Orro - ma ho deciso di parlarne proprio per ribadire che bisogna farsi forza e denunciare e avere fiducia nelle forze dell’ordine».
Una vicenda che per fortuna si è conclusa in modo positivo. Il presidente della Federazione Italiana Pallavolo Pietro Cattaneo: “Il primo pensiero va ovviamente ad Alessia, una ragazza stupenda che per molte stagioni abbiamo avuto la fortuna di crescere al Club Italia. Posso solo immaginare quanto siano stati per lei tormentati e difficili gli ultimi mesi, vissuti sotto l’angoscia delle minacce. Ad Alessia voglio inviare un forte abbraccio e ribadirle la vicinanza della Federazione Italiana Pallavolo e di tutto il mondo del volley. Il fenomeno dello stalking è un crimine cha va combattuto duramente, seguendo anche l’esempio di Alessia che non ha avuto paura di denunciare il persecutore. Un sincero grazie va alle forze dell’ordine che sono intervenute con tempestività, arrestando lo stalker".