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Volley: Velasco "Da oro Parigi senso di pienezza, sogno Mondiale 2025"

di Italpress   
Volley: Velasco 'Da oro Parigi senso di pienezza, sogno Mondiale 2025'

"Nel 1989 per l'Europeo e nel 1990 per il Mondiale con la nazionale maschile, tutto è stato più forte".BOLOGNA (ITALPRESS) - "In quel momento, a Parigi, c'è stata solo emozione. Poi, in questi mesi, ho pensato "ci sono riuscito". L'oro non era una mancanza ma vincerlo mi ha dato un senso di pienezza". Julio Velasco, ct della nazionale femminile di volley, spiega così, in un'intervista a "Repubblica", cosa ha rappresentato per lui il trionfo alle ultime Olimpiadi. A 70 il coach argentino si è rimesso in discussione "perché sono un allenatore e perché volevo capire le differenze nella gestione delle donne, volevo imparare a usare paradigmi diversi. Con i maschi usi "guerrieri", "occhi della tigre", con le ragazze non è così. L'aggressività e la carica hanno strade diverse. Ho chiesto anche alle giocatrici e ho parlato loro del coraggio delle donne argentine nella lotta per i desaparecidos.

Non abbiamo parlato dei problemi che c'erano stati tra le giocatrici negli anni precedenti, ma, per esempio, abbiamo ruotato sempre le camere, ogni settimana si cambiavano le compagne di stanza e, per quel che so, ci sono stati chiarimenti tra loro. Ma riguardava loro. Certi stereotipi sono alimentati anche da noi sportivi. Da noi allenatori. Lo facciamo ogni volta che esortiamo e non diamo indicazioni concrete. Diciamo "giochiamo di squadra" o "dobbiamo sbagliare meno". La verità è che tu allenatore non sai bene cosa dire e quindi esorti". Ma l'oro olimpico non è stata la gioia più grande: "Nel 1989 per l'Europeo e nel 1990 per il Mondiale con la nazionale maschile, tutto è stato più forte. A Parigi mi ha impressionato il modo in cui abbiamo vinto, quasi senza perdere un set. Ma appunto il rischio di questi bilanci è quello di trasmettere che la chiave è stata la gestione del gruppo, invece le chiavi sono state il cambiamento tecnico e quello metodologico. Abbiamo cambiato le cose da allenare: per esempio la battuta e la ricezione, dando loro importanza. E il metodo, perché rispetto alla ricezione l'abitudine è che a battere siano gli allenatori, ma così le giocatrici si esercitano poco. Abbiamo allenato la difesa con attacchi fatti da loro, non da un tavolo con uno che ti schiaccia palloni addosso". E per quanto riguarda l'anno appena iniziato, "vorrei vincere il Mondiale, sarebbe una roba incredibile. Ma sarà difficile, l'ho già vissuto dopo il 1990. Non è colpa di nessuno, però dopo che hai vinto è complicato riuscirci subito di nuovo. Basta pensare alla storia: dalla Polonia all'Olanda ci sono nazionali che dopo un trionfo sono sparite per anni. Bisogna pensare che abbiamo perso, fissando insieme una data, fissandola tra pochissimo, come punto da cui tirare una riga. Da lì non si festeggia più, non si ritirano più premi, non se ne parla più". - foto Ipa Agency - (ITALPRESS). glb/com 02-Gen-25 09:18 .

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