Endrick, il gol col Brasile e la commovente lettera al fratellino: "Vado al Real Madrid. Il cibo non ci mancherà più"
Il toccante messaggio del nuovo fenomeno del calcio mondiale, 17 anni, acquistato un anno e mezzo fa dai Blancos per 72 milioni. Sabato la rete decisiva all’Inghilterra
Ha segnato all’Inghilterra il primo gol con la sua nazionale, il Brasile, a 17 anni, proprio come Pelé. Endrick è il futuro del calcio mondiale, e non l’hanno scoperto certo gli spettatori di Wembley sabato. Un anno e mezzo fa il Real Madrid, per bruciare la concorrenza, ha speso 72 milioni di euro per acquistarlo. In estate l’attaccante compirà 18 anni (il 21 luglio) e lascerà il Sudamerica per volare in Spagna, dove l’aspettano Ancelotti, Vinicius, Rodrygo e, molto probabilmente, Mbappé. Dal Palmeiras al Bernabeu, un sogno che si avvera. Prima di lasciare casa, però, Endrick ha deciso di scrivere una lettera al fratellino Noah, a cui è legatissimo. Un testo commovente pubblicato da 'The Players Tribune' in cui il calciatore racconta la propria storia e quella dei genitori. Tra fame, sacrifici, incroci del destino: un piccolo romanzo familiare che mira dritto al cuore.
Endrick e il fratello Noah
"Ti amo. Questa è la prima cosa, sopra ogni altra cosa. Fin dal primo giorno – è il primo aneddoto raccontato da Endrick nella lettera – sento che abbiamo avuto un legame speciale. Non te l'ho mai detto, ma quando stavi per nascere, in realtà aspettavi che io segnassi un gol. È vero, fratello. Io in quel periodo giocavo una partita importante, avevo appena 13 anni, ma tu non volevi ancora entrare in questo mondo. L'orologio ticchettava e ticchettava, e mamma e papà si chiedevano cosa stavi aspettando. Poi all'improvviso papà ha ricevuto una telefonata dal suo amico che era alla partita. Ha detto: “Douglas!! Douglas!! Endrick ha appena segnato!!”. E poi in quell'esatto momento, tutto quello che hai sentito nella stanza d'ospedale è stato Wwwwwwaaaaaaahhhhhhhhhhh!!!!!!!!!. Finalmente sei uscito per festeggiare con me. Quando sono arrivato in ospedale, ti ho fatto un regalo di compleanno. Non avevo soldi per un giocattolo, ma ti ho preso la palla d'oro del torneo. Vedi? Nella nostra famiglia non siamo nati ricchi. Siamo nati nel calcio”.
“Calcio, ti ringrazio”
I ricordi sono di un’infanzia povera ma, tutto sommato, felice: "Non vivevamo in un appartamento elegante come adesso. Non avevamo il frigorifero pieno degli yogurt che ami così tanto. Vivevamo in un posto chiamato Vila Guaíra e la nostra vita era molto diversa. Negli anni a venire sentirai tutto della nostra vita dagli altri e diranno che era tutto dolore e miseria. Ma la verità è che ho vissuto un'infanzia meravigliosa, grazie a Dio e grazie a tutto ciò che mamma e papà hanno sacrificato. E grazie al calcio, ovviamente”.
“Ho visto mio padre piangere, non avevamo cibo”
I momenti duri non sono mancati nella vita di Endrick. “Quando crescerai, ascolterai questa storia sulla 'conversazione sul divano'. Ne parlano già in Brasile, ma la maggior parte della gente sbaglia. Dicono che eravamo poveri, che non avevamo cibo, ma non è vero. Non conoscono la mamma, lo sai? Dice sempre alla gente: 'Sono troppo donna per lasciare che i miei figli restino senza cibo'. La verità è che quel giorno ho visto papà piangere. Quando avevo 10 anni, penso che sia stata la prima volta nella mia vita che ho capito che la nostra situazione era difficile".
“Mamma ha dormito sul pavimento per me”
Endrick racconta poi il trasferimento all’accademia del Palmeiras, a 13 anni, e di sua madre che l’ha voluto seguire a ogni costo. “Ha lasciato la sua vita a casa per sostenere il mio sogno a San Paolo. Il club aveva spazio solo per me, ma lei ha detto che non potevo andare senza di lei. Papà è rimasto a lavorare e a mandarci i soldi, e lei si è trasferita da me in una casetta, insieme ad alcuni miei compagni di squadra. Tutti sotto lo stesso tetto.
Ma quando andavamo ad allenarci, non aveva nessuno con cui parlare. Non avevamo la tv o Internet in casa, quindi portava la Bibbia al parco e parlava con Dio da sola. Tutto quello che aveva in quel posto era una sedia. Ci metteva sopra la borsa e, quando andavamo a letto, dormiva su un materassino steso per terra. So che è difficile per te immaginare la mamma che dorme sul pavimento, ma questa è la verità. Questo è realmente accaduto”.
Il padre di Endrick e le pulizie negli spogliatoi del Palmeiras
L’attaccante brasiliano racconta anche alcuni episodi della vita del padre che si porterà sempre nel cuore. "Anche papà si è sacrificato molto. Dopo qualche mese venne a San Paolo per sostenerci, andò al Palmeiras e chiese al club qualsiasi lavoro potesse ottenere. Entrò tra gli addetti alle pulizie dello stadio. Da ragazzo aveva sempre sognato di essere in quello spogliatoio, quindi andava a lavorare col sorriso. Lavorò lì per tre anni, prima raccogliendo la spazzatura attorno allo stadio e poi ottenendo la promozione per pulire lo spogliatoio della prima squadra. Diceva ai giocatori che un giorno suo figlio avrebbe giocato con loro”.
Il dentista pagato dai giocatori
Un lavoro che ha cambiato in meglio la vita del padre di Endrick, non soltanto dal punto di vista economico. “Un giorno il portiere Jailson – si racconta nella lettera - notò che papà stava diventando sempre più magro, che mangiava solo zuppa. Quindi ha messo un braccio attorno a papà e ha detto: 'Ehi Douglas, dammi il tuo telefono, voglio chiamare tua moglie'. Mamma gli raccontò la vera storia. Di come papà si fosse bruciato la mano da bambino durante un barbecue, e di come fosse stato così grave che quasi l'avesse persa. Gli somministrarono farmaci talmente forti per combattere l'infezione da indebolirgli i denti. Jailson allora ha raccolto i soldi da tutti i giocatori e li hanno dati a papà per farsi sistemare i denti. Dio opera in modi sorprendenti, fratello. Papà diceva: 'Il mio sogno è mordere una mela'. Oggi, grazie a Dio, può mordere qualunque cibo voglia”.
Il messaggio di Endrick al fratello
La lettera racconta altri aneddoti curiosi e toccanti: ognuno aiuterà il piccolo Noah a capire l’amore dei genitori per i figli. “Spero che tu capisca ora, fratello. La vita che stiamo vivendo adesso – conclude infatti Endrick – non è venuta fuori dal nulla. Ce la siamo guadagnata con duro lavoro e tante lacrime. La mamma dice sempre che un singolo errore può far crollare tutto, e ha ragione. Nel momento in cui dimentichiamo da dove veniamo, rischiamo di perdere la strada. Ecco perché ti faccio questo dono della storia della nostra famiglia”. Scorrono le diapositive. “Mamma che mangia il pane vecchio. Papà che dorme sotto la biglietteria. La mamma piange in bagno. Papà piange sul divano. Che tu possa tenerlo sempre nel tuo cuore. Ti amo fratello. Dal profondo del mio cuore, Endrick Felipe Moreira de Sousa, attaccante”.