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Il figlio di Riva: "Era un familiare di tutti voi. Alla gente volevo fare io le condoglianze. Ha scelto anche nella morte"

Un messaggio toccante, con la voce rotta dall'emozione, del figlio maggiore di Gigi Riva, Nicola, ha chiuso la celebrazione dei funerali di Rombo di Tuono, l'attaccante italiano più forte di tutti i tempi.

Stefano Loffredodi Stefano Loffredo   
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Un messaggio toccante, con la voce rotta dall'emozione, del figlio maggiore di Gigi Riva, Nicola, ha chiuso la celebrazione dei funerali di Rombo di Tuono, l'attaccante italiano più forte di tutti i tempi. Non avrebbe voluto parlare, Nicola, lo ha detto lui, commosso, aprendo l'ultimo saluto al papà, scomparso lunedì sera all'ospedale Brotzu di Cagliari per un attacco di cuore all'età di 79 anni.

Ma "io e mio fratello - ha chiarito - ci tenevamo a ringraziare tutte le persone che ci sono state vicine in questi giorni, le autorità, dal sindaco di Cagliari al presidente Mattarella per il suo messaggio, dal Cagliari alla Figc, il ministro Abodi, il presidente Malagò. Ma il pensiero più grande, permettetemi, è per tutte le persone che sono venute alla camera ardente. Ieri sono rimaste lì al freddo sino a tarda notte. Io e mio fratello abbiamo cercato di stringere la mano a ognuno di loro ed è stato davvero emozionante vedere tanti bambini o persone della mia età che non l'hanno mai conosciuto. Quando ci stringevano la mano ci dicevano 'è stato un grande uomo', e 'non è stato solo un grande calciatore'".

"Mio fratello e io - ha proseguito Nicola - abbiamo avuto la stessa sensazione quando le persone piangevano e ci facevano le condoglianze: mi veniva da farle io a loro, perché non è andato via solo il nostro papà, ma un familiare di tanti sardi e di tante persone che gli volevano bene. Era la sua gente, quella che quando è arrivato qui a 18 anni gli ha dato una famiglia che lui non aveva".

Gli applausi scroscianti rompono il silenzio di una celebrazione funebre, soprattutto quelli delle migliaia di persone all'esterno che hanno seguito la messa da un maxischermo. E tante lacrime. "Negli ultimi anni papà - ha ricordato il figlio - si era chiuso in casa, usciva poco. Egoisticamente noi eravamo felici perché ce lo siamo goduti come padre e come nonno con le nsotre figlie. Con tutto il cuore spero che ora papà possa rivedere in cielo la sua mamma, la persona che ha amato di più nella vita. Lunedì se n'è andato come voleva lui, perché non lo convinceva nessuno, era hombre vertical sino alla fine e anche lunedì ha deciso quello che voleva fare".

Stefano Loffredodi Stefano Loffredo   
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