Juve: anche per Paratici gli esami non finiscono mai. E deve trovare il "Ronaldo del futuro"
Il presidente Andrea Agnelli: "Ha a disposizione un budget, che io chiamo capacità di fuoco. Ha una delega e una responsabilità"
Torna la Champions, aspettando il campionato a porte chiuse. E c’è un pezzo di Juventus che da oggi comincia a giocarsi tutto. Contano i risultati, ma non solo, come insegna il "caso Allegri". Vincere può anche non bastare. Nel caso di Sarri, però, è addirittura indispensabile. Andrea Agnelli ha parlato a Radio24 e ha lanciato un po’ di messaggi cifrati in serie. Due destinatari: Sarri, appunto, e Paratici. Nedved è intoccabile, anche se la scelta del tecnico è stata più sua che del Chief Football Officier. Sull’allenatore ha confermato che chiunque vorrebbe Guardiola, ma che adesso lui è felice dove si trova. E anche loro sono felici di Sarri. Ma detta così, pare quasi metterli in classifica: il sogno è Guardiola, la realtà è Sarri. Come ha sottolineato Mario Sconcerti, «Sarri ha avuto dei limiti, ma adesso mi sembra un allenatore triste e depresso. Per i profeti non essere capiti è la cosa peggiore». La realtà è che dal punto di vista dei risultati la società non può lamentarsi, e non a caso il presidente li ha definiti ottimi, con una sola eccezione, quella della Supercoppa. Ma sono ottimi fino adesso. Da qui in avanti, gli esami non finiscono mai.
"Prendere un Ronaldo del futuro? Di questo si occupa Paratici"
Anche per l’uomo del mercato, che fino a quando c’era Marotta aveva le spalle coperte e c’era chi pensava a metà dell’opera, alla parte che non lo riguardava: cioé, a vendere. Ma oggi il ds è da solo sotto la lente d’ingrandimento. «Prendere un Ronaldo del futuro? Di questo si occupa Paratici», ha detto Agnelli, «che ha a disposizione un budget, che io chiamo capacità di fuoco. Ha una delega e una responsabilità». E qui sta il punto. Agnelli non lo dice, ma questo budget, dopo l’estate bum bum di Ronaldo con il suo ingaggio stratosferico al seguito, non deve essere illimitato. E per arrivare a certe cifre, è necessario vendere.
In Italia non esiste nessuno bravo come Paratici
Di fatto, Paratici nell’ultima campagna acquisti le ha tentate tutte, dagli scambi con il Barcellona, a Dybala e Mandzukic piazzati dovunque, in Francia e in Inghilterra, con qualche sortita in Germania per il croato, senza riuscire a combinare niente. Per Higuain, poi, manco a parlarne. La somma sono come minimo i 57 milioni in meno (sotto di 50 quest’anno, sopra di 7 l’anno scorso), che mancano rispetto al bilancio precedente. La verità è che in Italia, e forse pure in Europa, non esiste nessuno bravo come Paratici nel lavoro di scouting e nel mettere insieme tanti campioni in una squadra. Non ce la fa a comprarli tutte le volte, ovviamente, ma lui c’è stato sempre sui giocatori più bravi forti finiti sul mercato in questi anni, non ne ha saltato uno.
Se non vende mancheranno sempre i soldi per comprare
Il problema è che non è altrettanto bravo a vendere: per saperlo fare, ci vogliono altri tipi di rapporti, bisogna essere dei politici, un po’ come Marotta, che è stato a lungo il suo padre putativo. Questo è il dilemma di Agnelli: uno bravo come Paratici non lo trova più, e lui lo sa benissimo. Ma se non vende mancheranno sempre i soldi per comprare. E allora ecco il messaggio, nemmeno troppo criptato, che il presidente ha lasciato ai microfoni di Radio24: «Lui è sotto esame? No, è un grandissimo dirigente, lo ha sempre dimostrato e lo dimostra. Rispetto al passato è sotto i riflettori, ma io valuto il suo percorso che per scadenza di contratto termina nel 2021». Solo che il 21 è dietro l’angolo. Pare di capire che la campagna acquisti di questa estate dovrebbe essere decisiva per il ds della Juventus. Il vero problema è capire che tipo di mercato sarà, visto che la cassa piange e i conti non sembrano troppo brillanti. Bisognerà vendere. Già, ma chi? Per Higuain, che dovrebbe essere ormai definitivamente alle porte, si prospetta una soluzione in stile Mandzukic, cioé un bel pacco regalo per chi gradisce, purché si levi di torno. Un altro partente, Rugani, ogni stagione che passa continua a svalutarsi. Bernardeschi lo accettano solo con un cambio, e quando sono gli altri a proporlo, c’è sempre il trucco sotto, e magari pure il bidone.
Deve portare a casa ogni anno un fuoriclasse più giovane di Ronaldo
Eppure in qualche modo i soldi Paratici deve riuscire a recuperarli, perché nel suo programma ci dovrebbe essere scritto a chiare lettere che deve portare a casa ogni anno un fuoriclasse più giovane di Ronaldo. Nell’ultimo mercato, è stato De Light. Quest’anno sarà, molto presumibilmente, Pogba. Ma fra le righe dell’intervista ad Agnelli, c’è anche un riferimento ad Haaland, il giovane attaccante appena approdato in Germania a far sfracelli, che era già nelle mani della Juve grazie a Raiola, prima che qualcuno si spaventasse per le commissioni troppo alte: lui è fortissimo, certifica il presidente, ma «non possiamo prenderli tutti». Il punto è che quello del «Ronaldo del futuro» è un tasto che Agnelli preme spesso, perché individuare un potenziale fuoriclasse anticipando tutti, porta risultati sportivi, prestigio, ma anche soldi, con una eventuale plusvalenza. Pogba, per quanto gradito, non può essere considerato un Ronaldo del futuro. E il suo ingaggio già adesso, al Manchester United, è più di tre volte superiore a quello di Haaland. A conti fatti, è stato giustio rinunciare all’attaccante del Borussia? La Juve di Agnelli vuole prendere un fuoriclasse all’anno, meglio ancora se è uno di quelli che lo deve ancora diventare. Qui sta il difficile. Un bel problema per Paratici, perchè non può sbagliare.