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Atalanta show da Champions, Lazio ko. A Lecce Dybala salva la Roma. Pari spettacolo tra Spezia ed Empoli. I gol

Sono le reti di Zappacosta e Hojlund a decidere la sfida dell'Olimpico, che porta la squadra bergamasca al terzo posto in classifica. I giallorossi non vanno oltre il pareggio in Salento

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L’Atalanta batte la Lazio 2-0 in trasferta e aggancia Roma e Milan al terzo posto in classifica. Sono le reti di Zappacosta e Hojlund a decidere la sfida tra due delle tre squadre con la miglior percentuale realizzativa della Serie A in corso. L’avvio di gara però è condizionato da una serie di occasioni sprecate. Al 7′ Koopmeiners impegna Provedel con un tiro angolato ma non abbastanza forte, al 12′ il portiere biancoceleste è di nuovo protagonista sul tiro a botta sicura di Hateboer.

Al 21′ un miracolo dell’ex Spezia salva ancora la Lazio: Lookman calcia da fuori, Provedel smanaccia sulla traversa il tiro deviato dell’attaccante. Soffocata dalla pressione bergamasca, la Lazio cerca i centimetri di Milinkovic-Savic. Ed è proprio il serbo a costruire la prima chance dei padroni di casa: stop a seguire e dribbling in area, Immobile ha un rigore in movimento ma calcia alto. E al 23′ arriva il vantaggio dell’Atalanta: Lookman semina il panico sulla sinistra, Marusic rinvia corto e Zappacosta festeggia il ritorno in campo spedendo il pallone sotto l’incrocio dei pali con un gran destro. Al 36′ Hojlund si mette in luce: scatto tra le linee e diagonale, palla fuori.

Un’occasione che mette in luce la difficoltà dei biancocelesti e che costringe Alessio Romagnoli al cambio obbligato per un problema al flessore: dentro Patric. Ad inizio ripresa Musso è decisivo su Immobile che strozza la palla col mancino dopo essersi liberato di un uomo in area. La risposta è affidata ad Hojlund che al 49′ si lancia verso la porta in progressione, ma calcia su Provedel. La gara è fisica: due gialli per Scalvini e De Roon, entrambi diffidati. Salteranno il Lecce, come Hateboer, costretto ad uscire per un infortunio al ginocchio. Al 20′ l’Atalanta raddoppia: Palomino innesca la ripartenza, Lookman crossa e Hojlund appoggia sull’uscita a vuoto di Provedel. 

Dybala rimedia all’autogol di Ibanez, Lecce-Roma 1-1

Nel giorno del ritorno in campo di Wijnaldum, la Roma non va oltre l’1-1 contro il Lecce al Via del Mare. L’autogol di Ibanez in avvio mette in salita la strada degli uomini di Mourinho. Poi è il solito Dybala (su rigore) a sistemare le cose in una partita equilibrata. La prima conclusione del match è del Lecce: Gallo calcia da fuori area di mezzo esterno, Rui Patricio non si fida della presa e devia in corner. La Roma è la squadra che ha segnato più reti in percentuale da palla inattiva nel campionato in corso, mentre la squadra di Baroni ha preso il 42% dei gol da palla ferma. Al 7′ si ribalta la situazione e il Lecce passa in vantaggio proprio sugli sviluppi di un calcio d’angolo: Baschirotto va di testa ma la deviazione decisiva è quella di Ibanez, autore dello sfortunato autogol.

La Roma però reagisce. Al 15′ Falcone nega con un miracolo il gol ad El Shaarawy. Ma sul corner successivo, è Strefezza a combinarla grossa: tocco col braccio in anticipo su Smalling e calcio di rigore per la Roma. Come nel match di andata dagli undici metri va Paulo Dybala che spiazza il portiere e pareggia. Al 42′ la Joya inventa: imbucata per Abraham che calcia sul primo palo, ma Falcone si supera ancora. Cinque minuti dopo altro duello tra i due: gioco di gambe dell’inglese e conclusione col destro, l’ex estremo difensore della Sampdoria però è in serata di grazia.

La conferma arriva al 50′ quando Falcone nega il gol nuovamente ad Abraham che era riuscito a svettare di testa dopo un calcio piazzato di Pellegrini. E’ il capitano giallorosso al 67′ a rendersi pericoloso dopo la palla illuminante di Dybala, ma il suo tiro dal limite è alto. Per i primi cambi di Josè Mourinho bisogna aspettare l’83’. E lo Special One si gioca la carta Gini Wijnaldum, al ritorno in campo a sei mesi dalla rottura della tibia. Ma il risultato non cambia: un punto a testa per Baroni e Mourinho. La Roma sale a quota 41, terza in compagnia del Milan. 

L’Empoli agguanta nei minuti di recupero lo Spezia sul 2-2

Non è bastata alla squadra allenata da Luca Gotti una doppietta di Verde, la cui uscita dal campo ha di fatto spento la luce. Dopo una prima lunga fase di studio in cui si contano anche numerosi errori nei disimpegni, la gara svolta al 19′ quando, su angolo di Verde, Parisi a pochi passi dalla linea di porta commette l’ingenuità di toccare la palla col braccio nel tentativo di evitare la rete ospite. Giua, dopo consulto col Var Di Paolo, assegna il rigore agli ospiti ed espelle il numero 65 azzurro. Il primo tentativo dal dischetto di Verde viene però respinto da Vicario, bravissimo anche sulla successiva ribattuta, ma l’arbitro fa ripetere per ingresso anticipato in area di alcuni difensori dell’Empoli, e al secondo tentativo il classe ’96 dei liguri non sbaglia. Verde conferma la sua giornata magica sette minuti più tardi, con un sinistro chirurgico dai 25 metri che fulmina ancora Vicario.

La gara torna in equilibrio a livello numerico ad inizio ripresa

La formazione di Zanetti, tramortita dal doppio svantaggio e con un uomo in meno, con l’ingresso in campo di Cacace per Baldanzi si risistema con un 4-3-2 che però vede pochi palloni giocabili per gli attaccanti. L’unico vero pericolo Dragowski lo vive nella prima frazione su un calcio d’angolo battuto ad effetto da Marin, che trova il portiere spezzino poco reattivo, ma Reca è eccellente nel liberare l’area. La gara torna in equilibrio a livello numerico ad inizio ripresa quando Esposito rimedia al 48′ un secondo cartellino giallo per fallo su Akpa Akpro.

Vignato, al terzo minuto di recupero fissa il punteggio finale sul 2-2

L’Empoli a quel punto si riversa nella metà campo ospite e dopo un mezzo miracolo di Dragowski su colpo di testa di Caputo e una clamorosa chance fallita da Amian per chiudere anticipatamente la contesa, a 20′ dalla fine Cambiaghi riapre la partita. I toscani ci credono sempre di più, lo Spezia finisce sotto assedio ma le conclusioni dei vari Piccoli, Caputo ed ancora Cambiaghi non impensieriscono Dragowski, che un paio di volte viene anche salvato dai recuperi difensivi dell’ex Nikolaou e Wisniewski. Serve una conclusione a giro del subentrato Vignato, al terzo minuto di recupero, per fissare il punteggio finale sul 2-2 e far esplodere di gioia il ‘Castellanì, scacciando l’incubo della sconfitta.

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