Dalle feste selvagge alla depressione. Ecco la storia della meteora nella Juve, "Lord" Bendtner
L'ex attaccante danese si è ritirato dal calcio nel 2021 dopo una vita di eccessi: "Vorrei tornare indietro nel tempo e colpirmi con un martello"
Una stella nella Arsenal, una meteora nella Juve e nel mezzo una vita fatta di eccessi. In Inghilterra lo chiamavano "Lord" anche quando Nicklas Bendtner conquistava le pagine dei giornali più per la sua sregolatezza fuori dal campo che per i suoi gol. Tra bevute al pub, litigi da strada, arresti (nel 2018 è stato incarcerato per 50 giorni per aver aggredito un tassista a Copenaghen), celebri fidanzamenti. Tanti eccessi, mai rinnegati anzi rivendicati nella sua autobiografia Both Sides. Confessioni sulle sue passioni messe nero su bianco dal gioco d'azzardo ("Ho perso circa sei milioni di sterline") alle escort ("Preferisco fare sesso a pagamento, così non rischio di essere ricattato").
"Ho smesso a causa del mio fisico rovinato e della mia reputazione"
L'attaccante danese ha vestito le maglie di Arsenal, Birmingham, Sunderland, Juve, Wolfsburg, Nottingham Forest, Rosenborg e Copenaghen poi nel 2021 ha appeso le scarpe al chiodo dopo una carriera di 14 anni nel calcio professionistico. "Ho preso in considerazione l'idea di tornare a giocare, ma il mio fisico ormai è rovinato - ha detto Bendtner -. E poi non potevo giocare nei club che avevo in mente a causa della mia reputazione. Continuavamo a ripetermi: 'Ti vogliamo davvero, ma non ti prenderemo'. Alla fine ho detto basta".
"Ho lasciato decidere al lupo nero che ho dentro"
L'ex attaccante danese oggi si racconta nel documentario Nicklas Bendtner - The Portait. e parla della depressione e dei suoi eccessi. "Non ho mai deliberatamente cercato di ferire o deludere nessuno - ha detto Bendtner -. Il mio cuore è puro ma ho una personalità difficile e quindi ho messo alcune persone in situazioni più difficili di quanto avrei dovuto. Ho lasciato decidere al lupo nero che è dentro di me e non ho dato ascolto a quello bianco".
"Vorrei tornare indietro nel tempo e colpirmi con un martello"
"Non sono mai stato un ragazzo a cui interessano i soldi come un modo per mettersi in mostra. All'inizio era più una questione di divertimento e di stare con le persone che ti piacciono - ha raccontato -. Mi sono appassionato troppo allo stile di vita che veniva fornito con i soldi. Vorrei tornare indietro nel tempo e colpire quel ragazzo in testa con un martello".
Il flop alla Juve
Bendtner arrivò in Italia alla Juve nell'estate del 2012 in prestito annuale dall'Arsenal. Marotta, allora ad bianconero, non si sbilanciò: "Potenzialmente è un grande giocatore". "Penso che la Juve sia il passo giusto per la mia carriera - disse il danese -. Sono arrivato nel più grande club italiano, dove il livello di competizione e le aspettative sono molto alte. E' una grande opportunita". "Sono molto orgoglioso e ansioso di vestire la maglia a strisce. Spero che vivremo un bel tempo insieme, voglio migliorare il mio potenziale, le mie capacità, e mostrare ai tifosi il mio meglio. Che, sono sicuro, deve ancora venire", fu il suo biglietto da visita. Ma i proclami di gloria in bianconero rimasero tali. Bendtner arrivò a Torino in sovrappeso e trovò poco spazio in squadra anche a causa di qualche infortunio. Aveva promesso tanti gol ai tifosi della Vecchia Signora, ma al termine della stagione 2012-2013 il bilancio fu deludente: 11 presenze, 2 assist e 0 gol. La Juve decise di non esercitare il diritto di riscatto fissato a 6 milioni di euro e Bendtner fece ritorno all'Arsenal.