La grande truffa del "Kaiser": 26 anni da professionista senza essere mai sceso in campo
Tanti amici tra i calciatori brasiliani più famosi degli Anni '80-'90 ma zero presenze in carriera per Carlos Henrique Raposo. "Andavo in discoteca ogni notte, dal lunedì al lunedì"
Un personaggio da romanzo, il protagonista di un film ma soprattutto il più grande e geniale truffatore del mondo del calcio. Il suo nome è Carlos Henrique Raposo meglio noto come O Kaiser, per una vaga somiglianza con il campione tedesco Franz "Kaiser" Beckenbauer. Nonostante non sapesse giocare a pallone e partendo dalle giovanili di due top club brasiliani come Botafogo e Flamengo, Raposo per 26 anni è riuscito a ottenere contratti da professionista senza mai scendere in campo. "E' il più grande calciatore a non aver mai giocato a calcio", secondo una definizione della meteora della Roma ed ex nazionale brasiliano, Renato Portaluppi. A Raposo sono dedicati il libro Kaiser, scritto nel 2018 da Marco Patrone e il film Kaiser! Il più grande truffatore della storia del calcio.
Zero presenze in 26 anni di carriera
La storia incredibile di Raposo inizia con la volontà del giovane Carlos Henrique di lasciare le favelas, dove era nato, e fare la bella vita grazie al calcio. Ma come ha fatto un ragazzino senza grandi mezzi tecnici ad emergere in una nazione che produce talenti ogni anno? Il suo primo biglietto d'ingresso nel calcio professionistio è stato il Flamengo. I messicani del Puebla pensarono che se hai vestito la casacca Rubro-Negro come Zico devi essere per forza un talento e meriti un contratto triennale. Zero presenze, come sempre accadrà in futuro, e il ritorno in patria al Botafogo e dopo al Flamengo. Poi l'Ajaccio in Francia dove fu presentato come una star nel 1986 e a seguire Fluminense (1987-1988) Vasco da Gama (1988-1989) El Paso Patriots (1990-1991) Bangu (1991-1992) América (1992-1993).
"Andavo in discoteca ogni notte, dal lunedì al lunedì"
Nessuna partita ufficiale a causa di finti infortuni e contratti che non venivano rinnovati. "Tutte le squadre della mia carriera hanno festeggiato due volte: quando ho firmato il contratto e quando me ne sono andato", ha detto il "calciatore" qualche anno fa. Non sapeva fare un palleggio ma amava la bella vita che lo status di calciatore gli permetteva. Un altro suo soprannome era "Re di Rio" per la presenza costante nella vita notturna della città. "Andavo in discoteca ogni notte e mi divertivo fino alle prime ore del mattino. Ogni settimana, dal lunedì al lunedì. Ovviamente non ero mai in grado di allenarmi o giocare la mattina - ha raccontato -. E poi ero dipendente dal sesso e andavo a letto con almeno tre donne al giorno". Millanta oltre mille conquiste femminili nella sua carriera.
"Mi assicuravo di essere visto con i più grandi calciatori brasiliani"
A metà degli anni Ottante era una celebrità e aveva tanti amici tra i calciatori professionisti (Renato Portaluppi e Bebeto per citare qualche esempio). Questa era una componente fondamentali della sua "truffa". Riuscia ad avvicinare i presidenti dei club, mostrava i nomi delle squadre presenti nel suo curriculum calcistico (senza rivelare il numero delle presenze) e millantava presunte offerte provenienti dall'Europa (spesso citava il Barcellona). "Mi assicuravo di essere visto con i più grandi calciatori brasiliani. Il solo fatto di essere un calciatore mi rendeva una calamita per le donne", ha rivelato.