Il problema di chiamarsi Zidane senza avere il talento di "Zizou": Enzo lascia il calcio
Gli esordi con le squadre di Zinedine, Juve e Real, il gol con le "Merengues" nel 2016 e poi il declino e una carriera anonima tra Spagna, Portogallo e Francia. "Le persone ti paragonano, ti criticano. La pressione ce l'ho da quando ero piccolo e sarà sempre così"
Se il tuo nome è Enzo, come Francescoli, e il tuo cognome è Zidane devi essere per forza un predestinato alla gloria calcistica. Il problema dell'attaccante franco-spagnolo, che ha annunciato il suo addio al calcio, è quello di non aver mai avuto né il talento del "Principe" uruguaiano (idolo del padre ai tempi dell'Olympique Marsiglia) né quello del celebre Zinedine. Enzo ha deciso di porre fine a una carriera vissuta all'insegna del "figlio di" e fortemente condizionata dal paragone con "Zizou". Il primogenito è stato agevolato dal padre nel suo ingresso nel mondo del calcio professionistico, ma poi è rimasto schiacciato dal peso di quel nome. "Le prestige d'un nom de famille ne suffit pas à faire carrière" ovvero "Il prestigio di un cognome non basta per fare carriera", il giudizio severo ma giusto espresso dal quotidiano sportivo francese L'Equipe.
Dalla Juve al gol all'esordio con il Real
Forse papà Zinedine sognava per il suo primogenito una favola "alla Maldini", con Paolo pronto a superare le gesta del celebre Cesare. E all'inizio quel biglietto di presentazione con su scritto "figlio di Zidane" ha aperto due porte molto pesanti. La prima, quella della Juventus, dove "Zizou" aveva giocato dal 1996 al 2001, e poi quella del Real Madrid, dove il papà era stato una stella ed poi vice-allenatore (di Carlo Ancelotti) e l'allenatore delle tre vittorie consecutive in Champions League (dal 2015 al 2018). Enzo ha iniziato nelle giovanili bianconere per poi passare nella cantera dei Blancos sino all'esordio in prima squadra il 30 novembre 2016 con papà Zizou in panchina. Un partita da sogno con tanto di gol nel 6-1 rifilato al modesto Cultural Leonesa nei sedicesimi di Coppa del Re.
"Lo tratto come chiunque altro"
Predestinato o raccomandato? Per sedare le voci sulla sponsorizzazione di suo figlio nel 2015 nel Real Madrid Castilla era intervenuto proprio "Zizou". "Enzo gioca molto, ma solo perché se lo merita. Quello che devo fare io è assicurarmi che mio figlio sia solo un altro giocatore nello spogliatoio. E' difficile, ma ci riesco. Quando poi è a casa torna a essere mio figlio. Ma nel Real lo tratto come chiunque altro. È anche quello che vuole lui", aveva detto l'ex fuoriclasse francese.
"Le persone ti paragonano, ti criticano"
Tante aspettative per "Zidane jr." o "Le fils de la légende" (come lo chiamavano in Francia) che però sono state vanificate poco tempo dopo. Nel 2017 il Real lo lascia partire per i Paesi Baschi. "ll Real è la squadra migliore del mondo dove è molto difficile trovare spazio, ma la vita di un giocatore è così e penso che il calcio finisca per metterti al tuo posto se lavori bene", dirà poi. Firma un triennale con l'Alaves, ma gioca solo due partite e rescinde. Nel 2018 va a giocare con il Losanna in Svizzera. Ma a luglio torna in Spagna in cerca di riscatto accettando il prestito al Rayo Majadahonda (in Segunda División). Il nome è pesante ed Enzo Zidane non riesce a emergere. "La pressione ce l'ho da quando ero piccolo e sarà sempre così, non cambierà mai - confessa a Marca -. Ma cerco di astrarmi e di concentrarmi sull'essere il miglior Enzo possibile. Le persone ti paragonano, ti criticano, dicono che sei lì perché sei un 'figlio di'. Ma cerco di non pensarci. La cosa più importante è che la mia famiglia sia orgogliosa di me. Penso solo a crescere come Enzo e basta".
La fine di una modesta carriera
Poi gioca con il Desportivo Aves in Portogallo. per tornare di nuovo in Spagna all'Almería. Nel 2020, a soli 25 anni, si ritrova senza contratto. Accetta la chiamata del Rodez in Francia. Porta la maglia numero 5 sulla maglietta (come il padre) ma è un altro flop. Scaduto il contratto annuale nel 2022 torna ancora una volta in Spagna: al Fuenlabrada in terza divisione spagnola. Ora il ritiro e la decisione di dedicarsi completamente alla famiglia e ai loro investimenti.