Padovano assolto dopo 17 anni: "Non ho vissuto un solo giorno, Vialli mi chiamava ogni settimana"
L'ex attaccante della Juve era stato arrestato nel 2006 con l'accusa di aver finanziato un traffico di droga. "Quando sono stato assolto ho pianto"

Ha aspettato 17 anni per ottenere giustizia. L'incubo per Michele Padovano è finito perché l'ex calciatore della Juventus e della Nazionale è innocente e non faceva parte di un’organizzazione che trafficava droga. E' stato assolto da ogni accusa. Il nome di Padovano era saltato fuori in un vasto procedimento per traffico internazionale di stupefacenti cominciato a Torino nel 2006. L'ex bianconero era stato arrestato con la pesante accusa di aver finanziato un traffico di droga dalla Spagna all’Italia gestito dall’amico d’infanzia Luca Mosole (condannato a 6 anni e 8 mesi, ndr). Michele Padovano ha scontato 3 mesi in prigione e 8 ai domiciliari, ma si è sempre dichiarato "estraneo ai fatti contestati". La Cassazione aveva annullato la condanna nel 2021, ora l'assoluzione della Corte d’Appello di Torino al termine del secondo processo d'appello.
"Quando sono stato assolto sono scoppiato a piangere"
Un lunghissimo iter giudiziario che ha rovinato la vita di Padovano. "E' squillato il telefono e mi sono sentito dire questa frase bellissima: 'Michele, sei stato assolto'. Giuro che non ho capito più niente talmente la felicità ha preso il sopravvento - ha detto l'ex attaccante a Tuttosport -. Non esistono parole in grado di rendere l’idea di quell’istante. Sono scoppiato a piangere insieme a mia moglie Adriana e mio figlio Denis ed è stato un lunghissimo abbraccio". "Se ho dormito la prima notte da innocente? Non molto. Continuavo a svegliarmi. E credo che sarà così ancora per un po'", ha aggiunto.
"L’arresto e il carcere sono stati un trauma"
"Il momento più brutto? Ce ne sono stati tanti, in primis l’arresto e il carcere, un trauma - ha detto Padovano -. Ma devo dire che non ho vissuto un solo giorno di questi 17 anni in cui sono riuscito a non pensare alla mia vicenda che assumeva contorni ogni volta differenti".

"Vialli mi chiamava ogni settimana"
Padovano ha giocato sino al 2001 poi ha svolto il ruolo di dirigente sportivo. Ha vestito la maglia della Juve dal 1995 al 1997 vincendo praticamente tutto: uno scudetto, una Champions League, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa UEFA e due Supercoppe di Lega. Nella sua carriera anche Napoli, Genoa, Cosenza e Reggiana e una presenza in Nazionale. Dopo l'arresto due calciatori gli sono stati vicino: Gianluca Vialli, scomparso un mese fa, e Gianluca Presicci. "Vialli era mio compagno nella Juventus. Un uomo eccezionale. Dal mio arresto ogni settimana chiamava mia moglie per sapere come stavo. Un vero amico. Così come Gianluca Presicci, che giocava con me nel Cosenza e mi è sempre stato vicino".