La Fiorentina sbaglia, l'Inter no: la coppa Italia è nerazzura. Vince Inzaghi Re di coppa
Vittoria meritata? Beh, a giudicare dai secondi quarantacinque minuti non direi proprio. Ai Viola sono girate male almeno quattro occasioni da gol, alcune incredibili


Vince l’Inter, a modo suo. Difesa eroica, come dicono i retori del romanticismo, in un secondo tempo da catenaccio antico per far le prove della finale che conta di più, quella di Champions con il Manchester City a Istanbul. Vittoria meritata? Beh, a giudicare dai secondi quarantacinque minuti non direi proprio. Alla Fiorentina sono girate male almeno quattro occasioni da gol, alcune incredibili, un po’ per demerito proprio, e due volte per la bravura del vecchio Handanovic, alla sua passerella d’addio.
Più di questo però non è piaciuta la completa rinuncia al gioco voluta da Inzaghi, per difendere il goletto di vantaggio conquistato con il suo contropiede micidiale nel primo tempo. Due a uno, il risultato finale, con la Fiorentina che aveva segnato per prima e ha continuato a giocare come se non l’avesse fatto, rispettando lo spettacolo e anche forse i desideri di Inzaghi. Due fiammate di Lautaro e la Coppa è presa. Si aspetta la replica a Istanbul, di sicuro il copione sarà lo stesso. La Fiorentina ci ha messo il cuore e la sua bellezza: chapeau. Purtroppo ci ha messo anche qualche errore di troppo sotto porta.
La forza dell'Inter il miracolo viola
Prima del fischio d’inizio la bilancia pendeva di sicuro a favore dell’Inter. La mentalità dichiaratamente offensiva dei Viola contro le spietate ripartenze dei nerazzurri e le magie di un tecnico che nelle partite secche riesce a trasformare i suoi in una macchina da guerra. Naturalmente questa finale non poteva racchiudersi solo in questi presupposti. Alla serata di gala dell’Olimpico sono approdate le due squadre per versi opposti più meritevoli di giocarsi la Coppa Italia. L’Inter assieme al Napoli ha la rosa più forte del campionato e quando contava è riuscita a farla valere, con un contropiede di stile europeo che usa il pressing più per ripartire che per la conquista della palla. E’ anche la formazione più in forma della Serie A.
La Fiorentina merita un discorso a parte. Perché quello che sta facendo in questa stagione è un piccolo miracolo, come quello del del Napoli. Rocco Commisso, assieme ai Freidkin, sono gli unici americani arrivati in Italia con l’ambizione di vincere e la volontà di spendere. I soldi che il patron della Fiorentina ha messo sul piatto sono veri e tanti, anche se pochi glielo riconoscono, e il centro sportivo che ha fatto costruire è un vero gioiello. Uomini così dovremmo tenerceli cari. Queste due finali, la Coppa Italia e la Conference, sono il giusto premio al coraggio dei Viola. Commisso ha dovuto cedere Chiesa e Vlahovic, ma poi grazie a Pradé ha fatto sempre scelte giuste. Iachini se l’è trovato, ma l’arrivo di Italiano è stato un colpo notevole. Bisogna solo vedere se ora riuscirà a tenerlo, perché il Napoli per il dopo Spalletti sta puntando lui e Luis Enrique, e qualche colloquio con Ramadani, l’agente del tecnico, c’è già stato e altri forse ce ne saranno. Se perderà Italiano dovrà fare un altro capolavoro. Ma alla resa dei conti, Rocco è uno di cui ci si deve fidare: «Non so se sono stato spiegato, oukay?», come dice lui.
La Fiorentina d'assalto
All’Olimpico l’Inter schiera la formazione titolare degli ultimi giorni, senza gli infortunati Skrinyar e Mkhitaryan, con la sola eccezione di Handanovic al posto di Onana, Lautaro e Dzeko davanti e Lukaku pronto a subentrare. Italiano invece rivoluziona la squadra rispetto alla trasferta di Torino. A centrocampo Amrabat e Castrovilli, fase offensiva sulle spalle di Cabral, con Ikone e Gonzalez a supporto e Bonaventura a collegare mediana e attacco. Dietro accanto a Milenkovic gioca Quarta. Certo, a guardare il tabellino delle formazioni e le panchine, non c’è proprio gara. Come ha detto Commisso, «U’ centrocampo dell’Inter costa quanto tutta la Fiorentina e il centro sportivo. Come cazzu si fa a competere qua in Italy?». Ma Italiano ci crede. E ci crede così tanto che dopo due minuti alla prima azione offensiva passa in vantaggio: Ikoné, servito da Bonaventura, consegna un pallone invitante nell’area piccola per l’accorrente Gonzalez che infila Handanovic.
Ma l’Inter non sa solo difendersi. E lo fa vedere subito: Dumfries centra dal fondo e Dzeko cerca l’angolo di piatto, rimpallato in corner da Bonaventura, uomo dovunque in questo inizio di partita. Però anche la Fiorentina continua a rendresi pericolosa: Amrabat dal limite, tiro che sfiora il palo. E’ un bellissimo inizio di partita: Biraghi ferma Dumfries, lanciato in area da Lautaro. I nerazzurri cominciano a prender campo. Però è ancora la Fiorentina a rendersi pericolosa e un colpo al volo di Nico Gonzalez viene miracolosamente deviato in angolo da Bastoni: l’arbitro (Irrati) però non vede la deviazione, per la verità abbastanza evidente.
Il contropiede dell'Inter non perdona
I viola continuano ad attaccare, anche se non riescono più a entrare nell’area blindata dai nerazzurri, chiusi tutti nella propria metà campo. E’ proprio quello che vuole Inzaghi e le ripartenze dell’Inter fanno male. Prima Dzeko si presenta solo davanti a Terracciano ma spara alto. Poi Lautaro non perdona. Il filtrante era di Brozovic il liscio di Quarta. Siamo alla mezz’ora e il copione si ripete sei minuti dopo. La difesa della Fiorentina balbetta in area senza allontanare il pallone e alla fine sul traversone di Barella, Lautaro, sempre lui, anticipa tutti e insacca. Doppietta e partita ribaltata. Adesso i Viola sembrano subire il colpo. E i nerazzurri cercano di chiuderla già adesso. Arrivano in area con facilità, creano qualche mischia pericolosa, ma il terzo gol non arriva. Si va al riposo così. La Fiorentina aveva cominciati meglio, passando in vantaggio e sfiorando il raddoppio. Poi quando l’Inter ha potuto fare la sua partita, difesa e ripartenza, non c’è stata più gara.
L'inutile arrembaggio
Secondo tempo. La Fiorentina va all’assalto. Grandi mischie in area interista, calci d’angolo a ripetizione. Castrovilli e Cabral hanno due occasioni buone di testa: il primo la manda fuori, il secondo in bocca al portiere. Inzaghi sostituisce l’ammonito Bastoni con De Vrij e spedisce in campo Lukaku al posto di Dzeko, che non la prende tanto bene. Italiano inserisce Sottil per Ikoné e Mandragora per Castrovilli. Romelu appena entrato spaventa Terracciano da fuori area. L’Inter si arrocca tutta a protezione della propria area, mentre la Fiorentina getta nella mischia un altro centravanti, Jovic, da affiancare a Cabral. Tra un cross e l’altro, però, è un’azione personale di Gonzalez ad andare più vicino al gol: Handanovic devia in angolo. E poi Biraghi da fuori area sfiora la traversa con un tiro dal limite. La Fiorentina aumenta la pressione, però chi si mangia un gol incredibile è l’Inter: Gosens a porta vuota manda alle stelle il passaggio di Lukaku.
I Viola segnano persino, su una papera di Handanovic, ma Irrati annulla per fallo al portiere. E’ un finale bellissimo, con i fuochi d’artificio: splendida azione di Bonaventura, Jovic si libera in area a due passi dal portiere che riesce a salvarsi miracolosamente. Dall’altra parte Lukaku in contropiede vanifica tutto finendo in fuorigioco. Poi ancora Jovic spreca un’occasione d’oro, di testa. Dentro Gagliardini al posto di Chalanoglu, il migliore dei suoi. Altra occasione clamorosa all’86’ fra un batti e ribatti sulla linea della porta dì Handanovic. Al 92’ ancora Jovic sul fondo da ottima posizione. E’ incredibile i gol che si è mangiata la Fiorentina. Siccome chi vince ha ragione, adesso diranno tutti brava Inter e Viola debole in difesa. Anzi, cominciano già. Se Jovic non si divorava quei palloni che cosa avrebbero detto? Boh. Come ripete Rocco, «Nun si capisce mai una mazza in Italy, oukay?»