"Mi ha aggredito". "No, è stato lui": nuovo scontro tra "Gasp" e il "Papu"
L'attaccante argentino contro il sue ex allenatore: "Dopo 7 anni l'Atalanta mi ha scaricato". Gasperini: "Da tempo aveva atteggiamenti inaccettabili"
"Gasperini tentò di aggredirmi nello spogliatoio". "L'aggressione fisica è stata sua, non mia". A distanza di mesi dallo scontro ecco un nuovo botta e risposta tra Alejandro Gomez e l'allenatore Gasperini. La lite culminò con il burrascoso addio del "Papu" all'Atalanta e la cessione agli spagnoli del Siviglia.
Gomez: "Dopo 7 anni l'Atalanta mi ha scaricato"
A La Nacion, Alejandro Gomez ha raccontato la sua versione dei fatti. "Gasperini tentò di aggredirmi nello spogliatoio chiesi alla società le sue scuse ma il presidente non ha avuto le p...e di chiedergli (a Gasperini, ndr) di scusarsi con me - ha dichiarato l'attaccante argentino -. Dopo 7 anni mi hanno scaricato, dopo tutto quello che ho dato al club". Secondo indiscrezioni di calciomercato, Gomez poteva andare all'Inter o al Milan, ma fu ceduto al Siviglia. "Da allora mi hanno chiuso le porte del calcio italiano - ha continuato il giocatore del Siviglia -. Non volevano darmi a nessuno dei grandi d'Italia perché dicevano che avrebbero rinforzato una concorrente diretto. Arrivavano offerte dall'Arabia e dagli Stati Uniti e volevano mandarmi lì".
Gasperini: "Ha mancato di rispetto ai proprietari del club"
Immediata la replica di Gian Piero Gasperini in una esclusiva al sito della Gazzetta dello Sport (gazzett.it). "L'aggressione fisica è stata sua, non mia - ha detto il tecnico orobico -, ma il vero motivo per cui è andato via da Bergamo è per aver gravemente mancato di rispetto ai proprietari del club". "I comportamenti e gli atteggiamenti di Gomez, in campo e fuori, erano diventati inaccettabili per l’allenatore e per i compagni - ha aggiunto Gasperini -. Mi auguro che Gomez possa continuare a far parlare di sé con le prestazioni, come faceva all’Atalanta".
Il litigio dopo la sfida di Champions
Diversa la ricostruzione del "Papu" Gomez sui motivi del suo attrito con Gasperini, risalenti alla partita di Champions League a Bergamo il primo dicembre 2020. "Contro il Midtjylland ho disobbedito a una sua indicazione tattica. Mancavano dieci minuti alla fine del primo tempo e mi ha chiesto di giocare a destra, mentre io giocavo molto bene a sinistra. E ho detto di no - ha ricordato il nazionale argentino -. Era normale che si arrabbiasse. Lì sapevo già che all'intervallo mi avrebbe fatto fuori. Ma nello spogliatoio dell'intervallo ha esagerato, ha cercato di attaccarmi fisicamente. Un'aggressione fisica è intollerabile. Chiesi un incontro con il presidente del club (Antonio Percassi, ndr) e gli dissi che non avevo problemi a continuare, accettando di aver sbagliato: da capitano non mi ero comportato bene, ero stato di cattivo esempio disobbedendo all'allenatore. Ma ho detto al presidente che avevo bisogno delle scuse di Gasperini. Chiesi scusa all'allenatore e ai miei compagni il giorno dopo al campo d'allenamento. E non ho ricevuto le sue scuse. Dopo qualche giorno ho detto al presidente che non volevo continuare a lavorare con Gasperini all'Atalanta. Mi rispose che mi avrebbe lasciato andare".