Il dramma di Guarin: "Bevevo e mi sono gettato dal 17esimo piano. Ho sbagliato tutto"
L'ex centrocampista colombiano dell'Inter racconta la sua dipendenza dell'alcol: "Sapevo che stavo sbagliando. Ho fallito in tutti gli obiettivi, calcistici e personali"
"E' un grande centrocampista che ha tra le sue caratteristiche quella del gol", firmato Roberto Mancini. Fredy Guarin è stato un giocatore di talento, ma molto discontinuo. Il colombiano ha giocato nell'Inter dal 2012 al 2016 e segnato in un derby contro il Milan "un gol che rimarrà nella storia" (disse il 13 settembre del 2015). A Milano dicevano che "si vedeva più sul mercato che in campo", era stato corteggiato dalla Juve ma aveva scelto la Cina (Shanghai Shenhua per 3 stagioni), poi il Vasco da Gama in Brasile e infine nel 2021 poche presenze in patria con i Millonarios FC (club colombiano di Bogotà, ndr) prima del ritiro dal calcio dopo uno scandalo di violenza domestica. "El Guaro" poteva ambire a una carriera più prestigiosa con i club e con la Colombia, ma per anni ha convissuto con la dipendenza dell'alcol.
"Sapevo che stavo sbagliando"
Qualche mese fa si era definito "un alcolizzato al 100% e un tossicodipendente in via di guarigione", ora ripercorre la drammatica discesa nell'alcolismo iniziata a Milano. "Avevo iniziato a guadagnarmi un nome in Italia, ma fuori dal campo la situazione era diversa - ha detto Guarin a Caracol Television -. Inizialmente gestivo la cosa molto bene: mi ubriacavo due giorni prima della partita, poi scendevo in campo, segnavo uno o due gol, la squadra vinceva. Credo sia nato tutto da una mancanza di coscienza". Ma gradualmente la situazione peggiorò. "Bevevo a casa, in discoteca, al ristorante. Avevo già la mia famiglia e quella cosa era una m...a - ha proseguito l'ex calciatore colombiano - perché sapevo che stavo sbagliando, sia nel lavoro che nelle responsabilità familiari. Ho fallito in tutti gli obiettivi, calcistici e personali. Ero completamente preso dall'alcol, mi vennero a dire tramite il mio agente che non potevo più stare a Milano: 'Dovete portarlo via da qui, adesso'".
"A Shanghai sono diventato un alcolizzato"
Il trasferimento in Cina non migliorò le cose per il colombiano. "Dal primo giorno in cui sono arrivato sono diventato un alcolizzato. Mi alzavo per andare ad allenarmi e dopo l'allenamento bevevo alcol. Mi riposavo un po’, mi allenavo e bevevo alcolici. È stato così ogni giorno", ha rivelato Guarin. Forse anche per questo motivo l'Inter rifiutò la proposta del sudamericano di tornare in nerazzurro nel mercato estivo del 2017 (l'allora tecnico Spalletti precisò che non rientrava nei suoi piani, ndr).
Il Covid e il tentativo di suicidio: "Mi sono gettato dal 17esimo piano"
A distruggere definitivamente la carriera del "Guaro" ci pensò il Covid quando giocava in Brasile nel Vasco da Gama (stagione 2019/20). "I primi sei mesi mi hanno fatto sentire l'uomo più felice del mondo. Poi è arrivato il Covid, la separazione con mia moglie. Bevevo 50, 60 anche 70 birre in una notte. È arrivata la pandemia, non c'erano allenamenti, non c'era gruppo, non c'era calcio. Andavo nelle favelas, lì in Brasile, andavo con qualunque ragazza senza protezione, mi abbandonavo completamente. Andavo a cercare il pericolo, l'adrenalina, volevo vedere le armi, il movimento, non mi preoccupavo di nulla. Sono stati momenti duri, sono stato 10 giorni completamente ubriaco, mi sono addormentato per la stanchezza e mi sono svegliato con una birra al mio fianco". E arrivò un tentativo di suicidio. "Abitavo al 17esimo piano . Mi ero staccato dalla vita e da tutto, la mia reazione è stata quella di gettarmi dal balcone. Però c'era una rete, ho saltato e mi ha rimandato indietro, ovviamente non me ne sono accorto. Non capivo quello che stavo facendo, non so cosa sia successo. Sono arrivato al punto in cui non mi importava più nulla, pur di potermi fare del male. La mia testimonianza è un disegno che Dio sta mettendo in noi, che so raggiungerà molti angoli del mondo, toccherà molti cuori e salverà sicuramente vite umane".