Zeman, nuovo affondo sulla Juve: “Sentenza all’italiana”. Poi le parole su Mourinho
Intervista al tecnico boemo che sta lottando con il Pescara per tornare in Serie B. E dopo la vittoria sull’Entella troverà il “suo” Foggia

Per capire cosa significa Zdenek Zeman – che non è solo il nome di un tecnico, ma è una filosofia di vita, un mondo, unico – vale la pena di raccontare il clima a Chiavari dopo l’eliminazione della squadra padrona di casa da parte del Pescara del boemo.
Al Pescara, che aveva vinto 2-1 all’andata, sarebbe bastato anche il pareggio per passare il turno, ma ovviamente la squadra del tecnico boemo ha giocato all’attacco tutta la partita, vincendo anche qui. Con un pirotecnico 3-2.
La Virtus Entella a tre giornate dalla fine era prima in classifica e promossa in serie B, poi qualcosa è andato storto e quindi, nonostante sia stata la squadra che nel calcio professionistico ha fatto più punti nel girone di ritorno, si è trovata nei play-off, che in Lega Pro sono quasi un altro campionato, con 28 partecipanti.
Insomma, vi racconto questo per dirvi che i padroni di casa avrebbero avuto tutti i motivi per essere arrabbiati.
E invece il presidente dell’Entella Antonio Gozzi, che è anche il presidente di Federacciai, la Confindustria dell’acciaio, è un signore assoluto: “Il Pescara e Zeman, che fanno parte della storia del calcio italiano, si sono meritati questa vittoria. Mi fa piacere per il presidente Sebastiani, un caro amico che ho avuto modo di apprezzare nella Lega di serie B, e per un tecnico che mette in campo una squadra così. Si dice che le squadre di Zeman siano un po’ squilibrate, ma non ho visto nessuno squilibrio”.
Con un’ultima chiosa, perché l’Entella è una delle pochissime squadre in Italia che ha un concetto sociale di calcio, che ogni giorno va a prendere centinaia di ragazzi nelle province vicine per farli crescere nelle sue giovanili, anche umanamente, “certo, eticamente, la nostra etica è la stessa di Zeman”.
Insomma, Gozzi si augura “che il Pescara vada in fondo ai play-off” e quindi in serie B.
E il team manager della squadra ligure Matteo Gerboni posta il suo saluto in campo con Zeman, con una parola che dice tutto: “Orgoglio”.
E Zeman? Alla fine della partita, nella sala stampa del Comunale di Chiavari ci racconta i suoi 76 anni, compiuti tre settimane fa e sempre con le sue parole quasi sussurrate, la sua ironia dolce, il suo sguardo che ride, la sua coerenza nella Bellezza.
Zeman, lo scorso anno lei festeggiò il suo compleanno proprio qui a Chiavari, con il presidente Gozzi che le regalò anche una maglia dell’Entella personalizzata con il numero 75. Ma quella volta il suo Foggia venne eliminato solo per il miglior piazzamento nella regular season, nonostante le due squadre fossero perfettamente pari. Come è andato questo suo settantacinquesimo anno, da Chiavari col Foggia a Chiavari col Pescara?
“Male. Perché l’anno scorso ero stato eliminato, non è stato un gran compleanno… (ride ndr)”.
Foggia e Pescara, ma anche Roma, sono piazze caratterizzate dal fatto che la richiamano due, anche tre volte.
“Evidentemente, in qualcuno lascio un buon ricordo, mi vogliono bene. A Foggia mi chiamarono presidenti diversi, qua a Pescara ho ritrovato lo stesso di prima, c’è sempre lui”.
Le vogliono bene anche perché lei ha sempre detto cose scomode. E’ diventato un mito per chi non sopportava determinati comportamenti della Juventus. Cosa pensa delle sentenze dell’ultima settimana?
"Mi pare abbiano patteggiato, no? Alla fine, le cose sono state risolte all’italiana, come spesso accade in questo Paese. Si è deciso di non decidere perché forse così conviene a tutti. Ma quando un intero consiglio di amministrazione si dimette, mi pare evidente che qualche cosa che non va debba esserci".
Contemporaneamente alla sua partita contro l’Entella, la sua ex squadra giallorossa stava giocando la finale di Europa League contro il Siviglia. Esattamente un anno fa, proprio ai tempi di Entella-Foggia, furono scintille con Mourinho, ai suoi antipodi nel modo di concepire il calcio. Mou a parte, è rimasto affezionato alla Roma?
“Sì, certo, ma voglio bene anche alla Lazio, avendole allenate entrambe. I miei amici a Roma dicono che sono ambidestro”.
A proposito della polemica con il suo successore Mourinho, lo scorso anno, proprio di questi tempi, lei disse: «Ha portato la Roma in finale di Conference League? È un segno di quello che è questa competizione. Ma che Coppa è? È una competizione di basso livello, una Coppa nuova dove giocano i paesi calcisticamente sottosviluppati, anche se ci sono state anche squadre grandi». Quest’anno seguirà la finale della Fiorentina?
“Sì, certamente”.
Che succede? Ora le piace la Conference?
“La seguirò perché la finale si gioca a Praga, che è la mia città”.
Veniamo al suo Pescara. Ha delle grandi individualità, come Hamza Rafia, che viene dalla Juventus Next Gen e ha anche segnato un gol in prima squadra in Coppa Italia con i bianconeri. E’ un grande giocatore.
“Evidentemente non l’avete visto bene questa sera, è stata la sua peggiore partita”.
Lei è incontentabile! Avete vinto sia all’andata che al ritorno!
"Sono felice di aver passato il turno ma si può giocare anche meglio, potevamo fare più gioco”.
Lei riesce anche a ottenere il massimo dai sostituti. Contro l’Entella ha giocato Cuppone ed è stato fenomenale, con una doppietta decisiva.
“Cuppone, che ha sostituito Lescano, ha fatto bene, è una opzione per noi. Ogni tanto dovrebbe imparare i nomi del resto della squadra. Lui va avanti e si butta negli spazi, alla fine, quando si muove, è difficile che gli altri lo capiscano. Non capisce niente più nessuno, non i suoi compagni, ma neanche gli avversari”.
Il terzo gol l’ha segnato Delle Monache, un 2005 scoperto dal presidente Sebastiani e che Daniele Faggiano, intenditore di calcio, ha portato alla Sampdoria. Gli osservatori internazionali lo segnalano fra i migliori dieci giovani al mondo in prospettiva.
“Delle Monache poteva fare anche di più, perché ha grandi qualità. E’ un po’ discontinuo, ma sta crescendo”.
Il calendario dei play-off di Lega Pro sembra scritto da uno sceneggiatore e il prossimo turno il suo Pescara sarà contro il “suo” Foggia. Come funziona con una vita calcistica riassunta in una semifinale decisiva per continuare la corsa verso la serie B?
“Foggia-Pescara, non me l'aspettavo. Non mi aspettavo che arrivasse così lontano ma se sono qui evidentemente hanno meritato. Io li mi sono trovato bene, ho tanti amici a Foggia, ma tiferanno contro di me e non sono più amici…”.
Ultimo sorriso sghembo, ultimo sguardo pieno di ironia, ennesima lezione di un maestro. Di calcio e di vita. Pronto a scalare i prossimi gradoni, sempre a testa alta.