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[Il retroscena] Il "dopo Allegri" è un rebus, restano in 4: ecco chi vuole l'interista Mourinho alla Juventus

Il potentissimo procuratore Jorge Mendes avrebbe rassicurato la società bianconera che "Mou" e Cristiano Ronaldo hanno fatto pace

[Il retroscena] Il 'dopo Allegri' è un rebus, restano in 4: ecco chi vuole l'interista Mourinho...

Nel grande Risiko sul prossimo allenatore della Juventus l'ultimo nome che salta fuori è quello più incredibile di tutti: José Mourinho, l'uomo più odiato dai tifosi bianconeri, l’ultima bandiera dell’Inter, l’acerrima nemica, quello che diceva che «solo in Italia c’è una area di 25 metri» e che la Juve gioca sempre con un arbitro in più, quello che giurava «io sono interista fino al midollo, non uno psuedo interista», che raccontava di aver pianto un mucchio di volte quando è andato via da Milano, «perché l’Inter è il club dove mi è piaciuto di più stare, è una famiglia e io appartengo a quella famiglia e non la tradirò mai».

Mourinho è un nome molto attendibile

Eppure quello di Mourinho è un nome molto attendibile. Ormai i papabili sono rimasti quattro: Sarri e proprio José in prima fila, Pochettino dietro e Inzaghi di riserva se saltasse uno di questi nomi. Gli indizi per Mou sono davvero tanti. Il primo e più importante è che il suo procuratore è quel potentissimo Jorge Mendes, che ha portato Ronaldo alla Juve, e che ha stabilito un rapporto molto stretto con Paratici, ma soprattutto con Andrea Agnelli, al punto da comprare persino casa a Torino, come sussurrano in alcuni ambienti attorno alla società. Il secondo indizio è che a sua volta il presidente nutre stima e rispetto per l’allenatore portoghese, ed è stato lo stesso José a confermarlo, proprio nei giorni di Manchester-Juventus, in cui tutta la curva bianconera gli urlava in coro «Uomo di m..., sei un un uomo di m...»: anche se i tifosi mi insultano, disse in conferenza, «io con la società vado d’accordo e con Andrea Agnelli ci parliamo molto spesso».

"Mister, viene ad allenare da noi la prossima stagione?"

Il terzo indizio, ultimo, ma non meno importante, l’ha fornito lui stesso, e non è di poco conto. Anche se non l’ha mai nominato, riguarda evidentemente Cristiano Ronaldo. Durante una trasmissione sportiva in una tv inglese, a un certo punto Mourinho ha raccontato che un giocatore famoso che lui ha allenato e adesso gioca in una grande squadra e con cui si sente abbastanza spesso, «mi ha chiamato e mi ha detto: mister, viene ad allenare da noi la prossima stagione? Io gli ho detto: ma lì i tifosi ce l’hanno con me. E lui: questo non è un problema. Vince due partite come si deve e lo amano... Ha ragione, questo mio giocatore. Noi siamo dei professionisti. E’ così il nostro lavoro. Si dicono certe cose perché fa parte del ruolo, ma siamo tutti pezzi della stessa industria. Quello che conta è il rispetto». Rispetto per rispetto, il calcio è diventato davvero un mondo dove tutto è possibile. Ora Mourinho è pappa e ciccia con Ronaldo, altro indizio che fa pensare. Perché fino a ieri non era così, e i due non si erano lasciati bene quando l’allenatore se n’era andato dal Real.

"Mou e Cr7 hanno fatto pace"

Cr7 racconta nella sua autobiografia un episodio indicativo: dice che un giorno dopo una partita col Barcellona protestò perché la squadra era troppo difensiva. «Lui mi chiamò nello spogliatoio e mi disse, vieni qui, voglio parlarti davanti a tutti. Ti lamenti che abbiamo uno schena troppo difensivo. Ma la colpa è tua. Io sono costretto a impostare una squadra difensiva, perché tu pensi solo a te stesso, ti disinteressi della fase di interdizione, se ti chiedessi di inseguire un uomo non lo faresti mai. La verità è che io ho fatto una formazione su misura per te, così che tu puoi pensare solo a fare gol. Ti voglio bene perché tu sei fratello del mio fratello, ma un altro lo avrei già cacciato fuori squadra». Il fratello, tanto per capirci, sarebbe proprio Jorge Mendes, che è il potentissimo procuratore di tutt’e due. Il quale avrebbe rassicurato tutti alla Continassa, sede della società bianconera, che ormai Mou e Cr7 hanno fatto pace, e che garantisce lui per tutti e due.

Lo "Special One" è stato visto a Caselle

Come se non bastassero, gli indizi non si fermano qui. Fabio Ravezzani, direttore di Mondocalcio Tv, assicura che Mourinho è stato visto a Caselle e che sarebbe già andato a parlare con Agnelli. E poi c’è Luciano Moggi, grande tessitore di una Juventus che fu, ma anche vecchio amico del presidente, che dice: «Io sento che si fanno un mucchio di nomi, alcuni altamente improbabili. Io vi dico solo che Antonio Conte, se gli fanno solo un cenno da Torino, lui va alla Juve di corsa. E poi fate attenzione a Mourinho. Quando si parla di un allenatore, bisogna pensare anche alla squadra. Questa Juve ha ottenuto grandi risultati con Allegri. Non so se gli stessi giocatori potrebbero rendere altrettanto con gli schemi di Sarri. Mentre sarebbero di sicuro adatti a Mourinho». Moggi dice: o Conte o Mourinho. A noi però risulta più che certo che Conte è ormai già d’accordo su tutto con l’Inter e che in pratica ha già firmato. Il calcio rovesciato. Oggi è così. Conte, capitano storico della Juventus, quello che il 5 maggio urlava «sto godendo come mai nella mia vita, voglio che mi vedano bene quelli là, non esiste vittoria più bella che contro l’Inter», siederà proprio su quella panchina e secondo una sua abitudine conclamata quando i suoi segneranno contro la Juve esulterà come un folle. Se dall’altra parte ci sarà Mourinho vi risparmiamo la querelle...

Paratici: "Dobbiamo fare un colpo che sparigli"

In questo mondo alla rovescia, tutto è possibile. Paratici ha appena confessato alla Gazzetta dello Sport: «Noi tutti gli anni dobbiamo fare un colpo che sparigli». E siccome quest’anno tanti soldi in cassa non ce ne sono, il colpo potrebbe essere proprio quello dell’allenatore. Mourinho, 25 trofei in bacheca, servirebbe pure a scaldare il titolo in Borsa. Poi però ci sono anche le controindicazioni. Agnelli ha detto che la Juve deve essere sempre un passa davanti a tutti, che questa è la sua missione. Anche per questo sarebbe stato fatto fuori Allegri. Mourinho sembra più un grande del passato, il suo calcio molto difensivo - più ancora di quello di Allegri - è abbastanza superato.

Le altre piste

E allora non dimentichiamo le altre piste. Anzi. Le voci che rincorrono Pochettino sono tante e fondate. Inzaghi, amico d’infanzia di Paratici, è stato di sicuro bloccato. E occhio a Sarri. Perché dal Milan, che era la sua destinazione ritenuta più probabile, arriva la notizia bomba: Leonardo, il grande oppositore di Gattuso, ha consegnato le sue irrevocabili dimissioni, che verranno rese note solo lunedì prossimo, come informa Mundo Deportivo. Significa che Gattuso resta sulla panchina rossonera, come ha lasciato anche intendere lui nell’ultima conferenza stampa. Essendo la Roma fiondata su Gasperini, e su Bielsa, se non riuscisse a prendere il tecnico dell’Atalanta, a Sarri non resta che una panchina. Indovinate quale. Sempre a proposito di calcio rovesciato. Ha detto bene De Laurentiis: ci sarà da divertirsi. Contenti loro...

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno, editorialista   
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