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La canzone in onore di Gigi Riva che ridava speranza ai sardi. La commozione di Piero Marras

Il cantautore di Nuoro ricorda le parole scritte come atto d'amore verso una leggenda del calcio mondiale

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"Ho scritto il brano 'Quando Gigi Riva tornerà' come atto d'amore verso una leggenda del calcio mondiale, un uomo e un fuoriclasse che ha regalato il sogno alla Sardegna e ai sardi". Piero Marras, il cantautore e polistrumentista nuorese, cantore dell'identità sarda, ricorda con commozione il momento in cui ha composto il suo omaggio al grande goleador con la canzone che Riccardo Milani ha inserito nel docu-film "Nel nostro cielo un rombo di tuono".

Un mito immortale

"Era il 1982. L'epopea del Cagliari di Giggirriva, e in questo raddoppiare le consonanti c'è tutto l'orgoglio sardo, era finita - racconta Marras all'ANSA - ma il mito era più che mai vivo e sentivo il bisogno di farlo rivivere anche con la mia musica e le mie parole". Affiora la commozione dalle parole del cantautore e la stima verso questo "eroe della contemporaneità, un riferimento importante per l'identità di questo popolo. Ho puntato su una figura che ispirasse fiducia, in cui tutti i sardi si potessero riconoscere, uno vicino a loro, che non ha tradito e ha ricambiato l'affetto".

La sorpresa nel pubblico

Lascia scorrere i ricordi Piero Marras e con un pizzico di orgoglio rievoca la manifestazione ad Arzana "Il Porcino d'oro", dove si esibì con questo brano. "Non sapevo che tra il pubblico ci fosse Nicola, figlio di Riva, mi venne incontro con queste parole che resteranno impresse nel mio cuore: 'Papà si commuove sempre quando la ascolta'". Il suo pensiero ritorna per un attimo al campione sui campi da gioco: "E' stato autore di tiri imprendibili, col sinistro, di testa, in volo, in rovesciata.
La storia di questa terra l'hanno scritta gli altri non i sardi. Lui, rovesciando la prospettiva, è stato autore anche e soprattutto di una emozionante storia scritta assieme ai sardi che lo hanno accolto come un fratello".

La metafora nella canzone

C'è la metafora del riscatto degli emarginati e dei vinti nel brano di Marras. "E la voglia di sognare, quello che hanno tolto alla nostra terra, lui, Gigi - chiarisce il cantautore - ce lo ha restituito. Qualcuno ha detto 'Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi'. Noi ne avevamo bisogno, per guardare oltre il mare, allargare l'orizzonte oltre il 'continente' e, con ottimismo e speranza, volgere lo sguardo anche dentro i nostri confini".

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