L'Atalanta batte l'Ajax e vola agli ottavi di Champions. Gasperini: "Dimissioni? Non inseguiamo tutte le voci"
Dopo la vittoria sull'Aiax, Gasperini preferisce tagliar corto sul diverbio col Papu Gomez martedì scorso col Midtjylland, Gasperini

L'Atalanta raggiunge gli ottavi di finale di Champions League. Chiamata a difendere un punto di vantaggio alla vigilia della sesta e ultima giornata della fase a gironi, la squadra di Gian Piero Gasperini ha vinto per 1-0 nella gara disputata ad Amsterdam contro l'Ajax. Per i nerazzurri si tratta della seconda qualificazione agli ottavi di finale dopo l'exploit della passata stagione. Partita delicata che non lasciava spazio a prove di appello e questo ha trovato riscontro a lunghi tratti nella gara della Johan Cruijff Arena.
Nel primo tempo pochissime emozioni e potenziali occasioni da gol
L'Atalanta ha badato a contenere i singoli dell'Ajax e ha faticato a mantenere il possesso palla con tanti palloni persi: Onana e Gollini inoperosi al termine di una frazione che ha permesso alla squadra orobica di andare al riposo sempre in vantaggio in termini di classifica. Ma come era prevedibile, con il passare dei minuti la pressione dei lancieri è aumentata e il tecnico Erik ten Hag poco dopo il quarto d'ora ha aumentato la pressione inserendo un'altra punta, l'ex milanista Huntelaar, al posto di un difensore. Per contro, l'Atalanta ha provato ad approfittare dei maggiori spazi lasciati dai padroni di casa trovando spesso la chiusura in extremis di qualche giocatore biancorosso.
Per gli orobici la grande giocata l'ha fatta alla mezzora il portiere Gollini fermando con i piedi il sinistro a botta sicura di Klaasen. Un salvataggio risultato decisivo quanto il gol di Luis Muriel che nel finale, a 5 minuti dal termine, ha spento ogni barlume di speranza dell'Ajax: da un passaggio sbagliato degli olandesi, Freuler ha recuperato palla e servito in verticale il colombiano che ha saltato Onana in uscita e col sinistro ha messo in rete. Oltre a vincere l'Atalanta è così riuscita a eguagliare la Juventus nel totalizzare cinque successi di fila in trasferta in questa competizione.
Dalla pancia della Johan Cruijff Arena di Amsterdam, l'allenatore dell'Atalanta Gian Piero Gasperini esprime dai microfoni di Sky Sport la sua soddisfazione per la seconda qualificazione agli ottavi di fila in Champions League. "Siamo stati veramente bravi perché abbiamo disinnescato molto il potenziale offensivo dell'Ajax - dice -. Abbiamo fatto una partita buonissima sul piano difensivo, nonostante qualche errore tecnico nel finale abbiamo segnato meritando di vincere".
Sul diverbio con Gomez, Gasperini preferisce tagliar corto
"Non possiamo andare dietro a tutto, e al di là di quel che si dice e si scrive, io guardo alle situazioni del campo. Devo sentirmi libero di fare le mie scelte: un principio dal quale non si può prescindere. Il valore del Papu e degli altri giocatori s'è visto anche stasera - la precisazione -. Da quando il Papu fa il 'tuttocampista' abbiamo trovato una prolificità straordinaria, ma ultimamente non c'è la stessa facilità a realizzare: alcuni risultati in campionato non sono stati positivi, è normale che un allenatore cerchi adattamenti, ad esempio con Pessina dietro le punte a proteggere il centrocampo e la difesa". Sulle voci di sue dimissioni, un sorriso: "Quando me ne andrò da Bergamo lo farò in accordo con la società -dice
Gasperini -.
"Spero di andarmene un giorno prima e non un giorno dopo"
"Io con il club parlo tutti i giorni: chiaramente questa vittoria in Champions permette di programmare meglio la stagione da qui a marzo, anche se non ho richieste particolari per il mercato di gennaio. Ma oggi è stata una tappa fondamentale". Per le ultime mosse tattiche c'è una spiegazione: "Stavamo subendo troppi gol e non riuscivamo a realizzarne con la costanza dell'anno scorso quando avevamo superato i cento complessivi". Ultima battuta sul pubblico: "I tifosi dell'Atalanta stanno festeggiando di sicuro, ma che non ci possano essere al nostro seguito in un momento storico è una crudeltà assoluta. Anche perché non possiamo vederci con nessuno, in città e allo stadio: resta solo chi parla e chi scrive...".